Vai al contenuto

tempo di coronavirus

Un cristianesimo povero

Senza attività pubbliche, senza raduni, senza chiese e celebrazioni: dove vive il cristianesimo? Senza conclamate raccolte di soldi per pagare bollette o aggiustare tetti di chiese: come vive il cristianesimo?
Senza libri e giornali di carta, senza programmi a lunga scadenza ed eventi da organizzare: quanto vive il cristianesimo?
Senza oratori e campi aperti, senza scuole e centri caritativi: quando vive il cristianesimo?
Negli anni attorno al Concilio si annunciava la chiesa ‘povera’ con proclami e gesti simbolici di povertà, mentre si costruivano enormi caseggiati. Chiese spogliate da paludamenti antichi e abbellimenti moderni per dare risalto dell’altare; gesti e canti liturgici semplificati per mirare all’essenziale.
Ed ecco, improvvisamente, tutto ci viene tolto. Nemmeno la possibilità di gestire gli spazi interni delle chiese, appena accessibili per visite furtive. Una Chiesa di vescovi, preti e popolo, quasi inesistente nel panorama pubblico.
Il cristianesimo viene riportato al primo giorno, alla prima casa, alla prima piazza, alla prima persona. A me e a te; alla mia preghiera e alla tua; al mio cuore e al tuo; alla mia vita e alla tua, alla mia volontà e alla tua. Alla decisione che apre ogni giornata, all’amore che sostiene. L’amore a Cristo, intravvisto nei segni liturgici in televisione, cercato nella Bibbia e nei libri, scoperto nei volti, nelle parole e nei gesti dei fratelli.
Ciascuno sperimenta la propria insufficienza e incapacità. E tutto diventa dono: la solitudine, la responsabilità, il tempo, gli altri, il pane che comperi e la torta del compleanno, la Messa solitaria o condivisa. Questo cristianesimo povero aizza la persona, apre la domanda, scioglie gli inceppi dei caratteri e gli equivoci delle reciproche pretese. Camminando nel deserto, tenda e borraccia e compagnia diventano essenziali.
Ricerchi volti che aiutano a vivere; non appena per far passare la tristezza o la noia della reclusione in casa, ma per svelare il Volto di Chi ti ama. Ti ritrovi parte di un popolo con cui camminare lieto anche dentro il dramma. Ti commuove quello che accade alla Chiesa, con schiere di persone che partecipano col Papa alla Messa del mattino, e seguono i vescovi per l’affidamento a Maria. Guardi chi segue i figli o lavora da casa o fuori, non smette di servire i vecchi e nuovi poveri che questo isolamento crea. Una Chiesa di preghiera e carità, animata dallo Spirito Santo e redenta da Gesù Cristo, fatta di peccatori perdonati. Una Chiesa povera come l’acqua della fontanella nel sentiero di montagna: non ne puoi fare a meno. Nella solitudine dei giorni che scorrono, intravvedi all’orizzonte la carovana del popolo in cammino verso la santa città di Dio.