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Sabato 13 luglio 2019 Sant’Enrico imperatore 973-1024

Vangelo secondo Matteo 10,24-33

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia!
Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo.
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».

IL DISCEPOLO E IL MAESTRO

Gesù dialoga intensamente con i suoi discepoli. Egli non solo insegna una nuova dottrina, ma comunica la sua persona. I discepoli si immedesimano con il Maestro e ne ripercorrono il cammino fino alla persecuzione. Quello che trasmettono dunque non è solo un insegnamento dottrinale o morale. Il discepolo non è chiamato appena a ‘dare il buon esempio’ con il suo comportamento morale, ma a testimoniare la propria adesione a Cristo, a raccontare la vita del Signore e a comunicare la Sua stessa Persona.