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Venerdì 12 luglio 2019 Santi Nabore e Felice, soldati africani martiri a Milano, IV sec.

Vangelo secondo Matteo 10,16-23

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.
Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.
Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo».

TEMPO DI MARTIRI

Lo sguardo di Gesù percorre spazio e tempo. Vede gli amici traditi, perseguitati, imprigionati, uccisi. Gesù anticipa il racconto delle persecuzioni che lungo i secoli hanno patito tanti cristiani, in Europa e in Africa, nell’Asia, in Oceania e in America: da parenti o da sconosciuti, da poteri politici ed economici e a volte anche religiosi. Uomini e donne, giovani e ragazze fedeli a Cristo come amore più grande, in una dedizione intera ai fratelli. Il sangue dei martiri diventa semente di nuovi cristiani.