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LE DIMENSIONI DEL CUORE

Per libri, giornali e siti, si invoca il Pronto Soccorso degli esperti in scienze umane, persone sagge e navigate, chiamate a sostenere chi viene coinvolto in situazioni drammatiche, come incidenti, terremoti, attentati. Una competenza di cui ha bisogno il mondo dei ragazzi, giovani, fidanzati, famiglie, e non so chi altro. Tuttavia le pur necessarie competenze mostrano la corda di fronte al mistero dell’uomo che supera ogni misura e travolge tutte le proporzioni; il gran lago del cuore umano arriva a profondità insondabili e si estende per meandri impenetrabili alla sapienza umana, arrivando a toccare l’Infinito di cui è immagine e di cui conserva nostalgia. I fiori e i lumini sui luoghi delle stragi e degli incidenti, le sfilate e le fiaccolate per ricordare le vittime o per commemorare eventi drammatici – come il decennale del terremoto de L’Aquila, con la lenta scansione dei nomi delle persone travolte dalle macerie - diventano premessa a un’invocazione che spinge più in là. Anche se la sfilata non si conclude con una preghiera corale, c’è da scommettere che tante persone si lascino andare a una silenziosa invocazione al Signore e alla Madonna, come al tempo in cui si era bambini, e come ancora accade in qualche chiesa.

Non possiamo ridurci alla dimensione orizzontale: la salvezza invocata supera ogni umana competenza e capacità, e non trova risposta nemmeno quando case e contrade vengono ripristinate – cosa peraltro così lontana dall’essere portata a compimento.

L’intervento delle scienze umane viene invocato e praticato anche nell’affronto dei problemi di una comunità cristiana o di una fraternità religiosa. Rimanendo persone umane, con livelli psicologici e intrecci sociologici, veniamo istruiti e indirizzati sulle dinamiche che ci strutturano e ci attraversano. Purtuttavia, una sottile tentazione pelagiana può insinuarsi come serpente: ‘Ci bastano le nostre tecniche e competenze per uscire dal buco’. Il laboratorio delle invenzioni e genialità basterebbe a risolvere i problemi della famiglia, le crisi del prete, le attese dei giovani. Metodologie e tecniche si contendono la piazza nei gruppi convocati, lasciando in superficie l’annuncio della fede, mentre l’efficacia della grazia viene svilita e la preghiera appare intimistica e inutile. Quando l’attrattiva cristiana abbassa l’asticella, svanisce l’immagine di Cristo che salva e perdona, fa rinascere i cuori e fa nuove tutte le cose. Più che di esperti, abbiamo bisogno di accoglienza e perdono. Allora il cuore salta oltre la siepe, invoca la tenerezza di Dio e mèndica il suo abbraccio. Il bisogno di essere accolti e perdonati va ad affiancarsi ai testimoni del passato e del presente, percorrendo le vie misteriose delle acque della grazia, agitate dal vento dello Spirito.