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Venerdì 15 marzo 2019, Santa Luisa de Marillac, collaboratrice di S.Vincenzo de Paoli, 1591-1660

Vangelo secondo Matteo 5,20-26

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».

UN CUORE LIBERO

Non è appena il gesto esteriore che ti salva. E’ il tuo cuore libero che ti mette davanti a Dio con verità. Libero dalla cattiveria, dallo spirito di vendetta, rappresaglia, orgoglio. Non basta la formalità di un buon comportamento o di una corretta impostazione delle regole. Possiamo dunque chiedere a Dio quella giustizia che converte il cuore e lo rende disponibile non solo alla correttezza esteriore, ma al vero amore fraterno; non solo al culto formale, ma all’azione di misericordia.