Mese: Marzo 2018
VOGLIAMO VEDERE GESU’
Domani, domenica, il Vangelo parlerà di alcuni greci che vogliono vedere Gesù e vanno a chiederlo all’apostolo Filippo. Anche noi ‘vogliamo incontrare Gesù’ e prepariamo orari e cuore per accoglierlo nella Confessione e nell’Eucaristia. La Chiesa, fatta di tante persone amiche, ci accoglie e ci accompagna da Lui.
Ciao!!
don Angelo
Sabato 17 marzo 2018 San Patrizio vescovo, patrono dell’Irlanda, 385-461
Vangelo secondo Giovanni 7,40-53
In quel tempo, all’udire le parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!». Altri dicevano: «Costui è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice la Scrittura: “Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo”?». E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui.
Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui. Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!».
Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». E ciascuno tornò a casa sua.
LA CONTESA SU GESU’
Vivacissime le reazioni attorno a Gesù, sorprendenti i dibattiti sulla sua persona. Non potremo dimenticare che le guardie mandate a catturarlo tornano indietro a mani vuote dicendo: ‘Mai un uomo ha parlato così!”. Non potremo dimenticare i Giudei che replicano alla prudenza di Nicodemo ammonendolo in modo saccente: “Studia!”, come un ragazzo discolo. Gesù intriga e confonde tutti, e tutti sbarazza, sicché alla fine ciascuno se ne torna a casa. Sarebbe bastato fermarsi ancora un poco a guardarlo e ascoltarlo.
* Venerdì di Quaresima *
Astinenza dalle carni
* ore 15 Chiesa S.Pieretto, Coroncina della Misericordia
* ore 17,30 Via Crucis, Cattedrale
* ore 18 S.Messa, Cattedrale
* ore 20,45, a dieci anni dalla morte di Chiara Lubich, Pinacoteca SS.Trinità, Chioggia
Venerdì 16 marzo 2018 Santi Ilario e Taziano, martiri ad Aquileia 284
Vangelo secondo Giovanni 7,1-2.10.25-30
In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.
Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. Quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto.
Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia».
Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».
Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora.
OLTRE L'ORIZZONTE
La regione della Giudea diventa ben presto un luogo pericoloso per Gesù, che vi si reca in occasione di varie feste, pur tentando di rimanere nascosto. Viene tuttavia riconosciuto, ma non si alza il velo sulla sua identità. Per riconoscere veramente Gesù occorre risalire oltre la sua origine umana, altrimenti continuerà a sfuggire dalle nostre mani e dal nostro cuore. Non dobbiamo rimanere bloccati sotto un cielo chiuso. L'orizzonte del divino si spalanca oltre il confine intravvisto dagli occhi.
Giovedì 15 marzo 2018 Santa Luisa de Marillac, vedova e religiosa, 1591-1660
Vangelo secondo Giovanni 5,31-47
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei:
«Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera.
Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce.
Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato.
E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato.
Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita.
Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio?
Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».
Il PADRE come TESTIMONE
Il Padre dà testimonianza al Figlio Gesù donandogli il potere di compiere opere che appartengono solo a Dio. Il Padre è quindi un testimone adeguato a far riconoscere l’identità di Gesù. I Giudei si vantano di essere seguaci di Mosè, ma in realtà ne tradiscono la promessa, perché non riconoscono colui è mandato dal Padre per portarla a compimento. Il contrasto fra Gesù, che rivendica il suo legame con Dio Padre, e gli oppositori, chiusi in se stessi, diventa drammatico.
Mercoledì 14 marzo 2018 Santa Matilde di Germania, regina 895- 968
Vangelo secondo Giovanni 5,17-30
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco». Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.
Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati.
Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato.
In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno.
Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna.
Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
UGUALE A DIO
Gli stessi nemici cominciano a capire la vera identità di Gesù: azioni e parole lo fanno ‘uguale a Dio’. Una cosa sconvolgente: come può un uomo essere uguale a Dio? Come può Dio avere uno che gli sia uguale? Gesù si definisce Figlio di Dio Padre: da Lui riceve tutto, ne compie le opere ‘allo stesso modo’. La vita stessa del Padre passa nel Figlio. Chi è dunque veramente l’uomo Gesù’? Chi è veramente il Padre di questo Figlio? Si apre lo scenario che svela la Trinità.
Papa FRANCESCO
Martedì 13 marzo 2018 Santa Cristina, martire in Persia m. 559
Vangelo secondo Giovanni 5,1-16
Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici.
Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina». E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare.
Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi la tua barella e cammina”». Gli domandarono allora: «Chi è l’uomo che ti ha detto: “Prendi e cammina”?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo.
Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell’uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato.
L’ACQUA DELLA VITA
Gesù cammina molto. Dalla Galilea lo troviamo a Gerusalemme, per una festa, vicino alla piscina dai cinque portici, che l’archeologia ha riscoperto. Qui incontra un uomo sfinito da una malattia lunga trentotto anni. La guarigione del paralitico non arriva dall’immersione nella vasca, ma dalla parola stessa di Gesù. Giovanni evangelista, nel riferire questo episodio, ha in mente una’altra piscina e un’altra acqua, che risana e ridona vita: la piscina e l’acqua del Battesimo cristiano.
Lunedì 12 marzo 2018 San Luigi Orione, sacerdote della carità 1872-1940
Vangelo secondo Giovanni 4,43-54
In quel tempo, Gesù partì [dalla Samarìa] per la Galilea. Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch’essi infatti erano andati alla festa.
Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire.
Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino.
Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia.
Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea.
IL MIRACOLO DELLA FEDE
La donna samaritana al pozzo e i samaritani del luogo avevano creduto in Gesù. Con riluttanza Gesù ritorna in Galilea, sua patria, temendo di non essere ben accolto. Invece i Galilei ricordano di averlo visto a Gerusalemme, e godono della sua venuta. Di fronte al funzionario che gli chiede di guarire il figlio, Gesù sembra tirarsi indietro, ma l’uomo insiste così tanto che Gesù promette la guarigione in distanza. L’uomo crede, e il miracolo avviene, confermando la sua fede e allargandola ai familiari.