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EDUCARE

SUI MONTI

Si guadagnano piccoli spazi del cuore.                                             La compagnia degli 'arditi' intraprende la 'sgambatina' che conduce alla vetta del 'Cristo pensante'. Il sentiero si inerpica passo passo per duecento metri all'insù; per ragazzini di primo pelo è già una grossa fatica. Ma dovresti vederli raccontare la soddisfazione di avercela fatta, sprizzando dagli occhi la gioia per il panorama dei monti. Ancor più nelle cinque ore di saliscendi su sassi e roccia fino al laghetto del ghiacciaio del Fragusta, attraversando anche un tratto leggermente esposto. Non solo non è inutile la fatica, ma la pigrizia e la ritrosia della partenza non sono paragonabili alla gioia finale.  ...continua a leggere "Vacanza con i ragazzi ‘Cavalieri del Graal’"

Vangelo secondo Matteo 9,18-26

In quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli.
Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata.
Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione.

GESU’ IN AZIONE

Come treni in corsa, i due miracoli si inseguono e si superano. Matteo ne parla con linguaggio discreto e preciso. I verbi di azione si sovrappongono l’uno all’altro: la donna si avvicina e tocca il mantello, Gesù si volta e la salva. Altrettanto per la bambina: Gesù entra, prende la mano della bambina e questa si alza. Azioni, non pensieri. Sguardi e contatti, non dichiarazioni. Tuttavia, nessun automatismo: Gesù incontra personalmente le due donne e le salva con lo sguardo, la parola, la mano.

Vangelo secondo Matteo, 11, 25-30
quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. 30Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

LA COMPAGNIA DI DIO

Nel bel mezzo del suo racconto, l'evangelista Matteo ci avverte quale sia il vero destinatario del Vangelo e chi possa realmente capire e accogliere le parole che Gesù pronuncia e le azioni che compie. Gesù non è un filosofo che passeggia nella piazza della città dialogando con gruppi di intellettuali, né un maestro che insegna dalla cattedra. Non lo si può conoscere attraverso i libri dei teologi – pur così necessari - e le indagini degli storici e degli scienziati – pur così preziose. Gesù si mette accanto a noi e stringe con noi un'amicizia. Egli è la compagnia di Dio all’uomo! Comunica il mistero del Dio vicino e misericordioso e porta con noi il peso della vita. I problemi e le stanchezze della vita non si risolvono con la potenza dei suoi miracoli, ma con la vicinanza della sua persona. Gesù inaugura così anche una modalità diversa di rapporto reciproco tra le persone: “Portate gli uni i pesi degli altri”. La vita riprende a camminare e i polmoni respirano.

 

Vangelo secondo Matteo 9,14-17

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».

GESÙ E’ UNA FESTA

Stare con Gesù è come andare a nozze. In presenza dello sposo si gode e si fa festa. Gesù è lo sposo fedele, che ama fino in fondo, fino a dare la vita per la sposa amata. Per questo la sposa e gli invitati sono chiamati anche a patire la sua assenza e a partecipare alla sua sofferenza. È il gioco e il dramma dell'amore: senza misura e senza condizioni, ricco di gioia e pieno di dolore, come si esprime nella verità della condizione umana esaltata dal coinvolgimento del Figlio di Dio.

 

 

Vangerlo secondo Matteo, 9, 9-13

In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».

LA SALVEZZA ALL'OPERA

Gesù salta tutte le barriere e non pone alcuna condizione previa. La chiamata di Matteo, autore di questo Vangelo, avviene all'improvviso. Che cosa avrà visto Gesù in quell'uomo, che apparteneva alla categoria dei pubblicani, i quali esigevano le tasse per conto dei romani? Gesù raduna attorno a sè pubblicani e peccatori, svelando il vero contenuto della sua missione. Egli è la salute, la salvezza, la misericordia in azione per tutti gli uomini di tutti i tempi.

Vangelo secondo Matteo 9,1-8

In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati». Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati – disse allora al paralitico –, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua. Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.

NELLA SUA CITTÀ

L'evangelista Matteo è essenziale nell'indicare i passaggi di Gesù da una riva all'altra del lago di Tiberiade e nella descrizione dell'episodio del paralitico. La salvezza che Gesù comunica è totale: anima e corpo, cioè l'uomo intero; avviene di fronte alla folla, che rimane presa dall'ammirazione. Seguiamo anche noi l'evangelista che di giorno in giorno ci svela i tratti della personalità e dell'opera del Signore nella sua città e in tutte le città del mondo.

 

Vangelo di Matteo, 8, 28-34
In quel tempo, giunto Gesù all’altra riva, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli andarono incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva passare per quella strada. Ed ecco, si misero a gridare: «Che vuoi da noi, Figlio di Dio? Sei venuto qui a tormentarci prima del tempo?». A qualche distanza da loro c’era una numerosa mandria di porci al pascolo; e i demòni lo scongiuravano dicendo: «Se ci scacci, mandaci nella mandria dei porci». Egli disse loro: «Andate!». Ed essi uscirono, ed entrarono nei porci: ed ecco, tutta la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare e morirono nelle acque. I mandriani allora fuggirono e, entrati in città, raccontarono ogni cosa e anche il fatto degli indemoniati. Tutta la città allora uscì incontro a Gesù: quando lo videro, lo pregarono di allontanarsi dal loro territorio.

IL TERRITORIO DI SATANA

L'avventura di Gesù in compagnia dei discepoli continua anche con episodi strani, come questo dei due uomini posseduti da satana. Gesù acconsente alla richiesta dei demoni, che invadono la mandria di porci, considerati dagli ebrei come animali impuri che non potevano essere toccati né mangiati. Scoviamo in questo racconto la sottile ironia di Gesù, che sgomina il potente 'padrone del mondo', entrando nel suo territorio e confinandolo negli animali impuri. La gente che prende le distanze dal Signore non si rende conto dell’occasione perduta.

 

Vangelo di Matteo 8, 23-27

In quel tempo, salito Gesù sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva. Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, gente di poca fede?». Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia. Tutti, pieni di stupore, dicevano: «Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?».

CHE È COSTUI?

Che cosa avrà voluto dire per i discepoli il progressivo svelarsi davanti ai loro occhi della vera identità di Gesù ? "Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?" Quale trasalimento del cuore, quale sorpresa e ammirazione, quale turbamento! Nello stesso tempo cresce in loro un attaccamento formidabile, una fiducia profonda, un forte desiderio di guardare e seguire il Maestro. La fede è un cammino: cresce attraverso le occasioni della vita che ci fanno riconoscere il Signore.

 

 

Vangelo secondo Giovanni, 24-29

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

IL DUBBIO E LA FEDE

Tommaso, uomo del dubbio o apostolo della fede? Tommaso non dà fiducia agli amici che gli raccontano di aver visto Gesù risorto. Eppure Gesù, per farsi riconoscere ha scelto proprio la strada della testimonianza dei discepoli che 'hanno visto e udito'. Gesù affida anche a Tommaso questa missione. Egli, dopo aver toccato le piaghe di Gesù, diventa anche per noi testimone della professione di fede più vera e compiuta di tutto il Vangelo: 'Mio Signore e mio Dio".