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Verso la Festa dei SANTI FELICE E FORTUNATO

Nati dall’acqua

Siamo nati dall’acqua, in quest’acqua della laguna che scorre da almeno novecento anni seguendo le fasi della luna. Ancor prima, siamo stati concepiti tra le isole che accolsero la fede cristiana, e con essa si portarono dietro le ossa dei martiri vicentini, Felice e Fortunato.

Tratto da 

Angelo Busetto, Camminare sull'acqua, Ed S.Paolo 2016, p 165

Copert. Camminare


In un bosco di Aquileia millesettecento anni fa i due giovani fratelli furono sorpresi a pregare e per questo – solo per questo – vennero uccisi. Le loro ossa sono state conservate dalla venerazione dei cristiani. L’urna che le contiene ripete il viaggio che novecento anni fa le condusse da Malamocco alla città di Chioggia, dove si trasferiva la sede vescovile. Viene portata a spalla dapprima dai preti e quindi dagli uomini vestiti di rosso della Confraternita del Cristo, sullo sfondo dei colori delle case sulla laguna, mentre il sole al tramonto trafigge di riflessi le nuvole e l’acqua.
Non è bastata tuttavia l’acqua salata della laguna a farci cristiani. Abbiamo dovuto rinascere dall’acqua del battesimo e dall’olio dei sacramenti della Chiesa. Una Chiesa ha generato l’altra, con il passaggio del testimone: Aquileia e Venezia, Malamocco e Chioggia. Le acque si attraversano e si mescolano nei trasbordi della laguna, come la gente delle isole che, trasferendosi da un sito all’altro, porta con sé il deposito della fede e della tradizione.

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