Che non si trattasse di una esperienza come altre, pur tese al riscatto e alla ripresa di giovani massacrati dalla droga, si intuisce già dal titolo, dove dominano le parole ‘miracolo’ e ‘imprevisto’. Qui dunque non prevale il ‘programma terapeutico’, nè viene messo a tema l’impianto medico-psicologico. Di cosa si tratta dunque? Per dirlo quasi per slogan: non il malato, ma la persona. Il punto di partenza, che poi continua nel tempo, è lo sguardo di simpatia e di apprezzamento: “Tu vali, tu sei prezsioso”. La tua persona, prima del tuo male, della tua confusione, tristezza, delusione.
Questo sguardo traspare da tutte le pagine del libro, che raccontano i primi approcci con i ragazzi all’ingresso in comunità, e documentano i due incontri quotidiani, al mattino e al pomeriggio, in cui si dialoga insieme, si racconta, si vive. Una energia indomabile, che mai si arrende di fronte alla sconfitta e alla lotta che riprende ad ogni istante.
L’educatore – Silvio Cattarina – e quanti collaborano con lui, non possiedono prima di tutto una tecnica da praticare, ma vivono la stessa posizone di fronte alla vita, sono riconoscenti per il sole e le stelle e i doni di ogni giorno. Vivono di gratitudine per la propria esistenza e questo li predispone a guardare e accogliere la vita altrui. Mentre guardano l’altro nel suo passato, nel presente e nella speranza del futuro, hanno gli occhi fissati sull’Altro, Gesù, senza nascondimenti e senza reticenze.
Questo libro riporta le parole che vengono dette e i fatti che accadono. Dalle pagine sgorga l’aria fresca della vita che riprende a nascere, attraverso i racconti ei giovani. E’ il Miracolo dell’Imprevisto, che si svela inaspettato e fa fiorire il prato come a primavera. A tratti sembra una favola, se non fosse una storia reale con un tempo e uno spazio, che ha fatto rinascere molte centinaia di ragazzi.
“Un impreviso è la sola speranza”, scriveva Montale. E se lui aggiungeva: “Ma mi dicono che è una stoltezza dirselo”, l’espereinza qui raccontata documenta che la risurrezione di Gesù si ripercuote in chi lo incontra oggi.
L’opera l’Imprevisto, ramificata in una serie di percorsi, ha sede a Pesaro.
Silvio Cattarina, Voglio il miracolo! Emergenza educativa: un imprevisto è la sola speranza. Itaca 2022, pp 192 € 16,00.
Angelo Busetto
Lunedì 4 settembre 2023; Santa Rosalia, eremita di Palermo, XII secolo – m. 4 settembre 1160; Beato Giuseppe Toniolo, sociologo, Treviso 1845 – Pisa, 7 ottobre 1918
Vangelo secondo Luca 4,16-30
In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
e proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
INIZIO DELLA MISSIONE
Dopo aver percorso la parte centrale del Vangelo di Matteo, la liturgia dei giorni feriali ci offre il Vangelo di Luca, con l’inizio della missione di Gesù nella sinagoga di Nazaret. Gesù attribuisce a sé le parole del profeta Isaia: vocazione, unzione dello Spirito, ampiezza della missione, proclamazione dell’anno del Signore. Un inizio consapevole, solenne, pubblico. L’azione di Dio per la salvezza del suo popolo, realizzata nella vita di Gesù, si estende al mondo e raggiunge la nostra vita.
3 Settembre 2023, XXII DOMENICA, Tempo ordinario, Anno A: omelia
3 Settembre 2023, XXII DOMENICA, Tempo ordinario, Anno A – San Gregorio Magno, papa e dottore della Chiesa – Memoria Roma, 540 – 12 marzo 604
Vangelo secondo Matteo 16,21-27
In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.
Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?
Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».
CAMMINARE DIETRO A GESU’
La fede con la quale riconosciamo Gesù Messia Salvatore e Figlio di Dio – come lo ha riconosciuto l’apostolo Pietro – si compie nella sequela concreta della vita. Siamo cristiani mentre viviamo, nella gioia e nella croce di ogni giorno, tenendo fisso ciò per cui vale la pena vivere, fino al sacrificio. Questo ci permette di vivere nella verità e nella letizia, sostenuti dalla grazia del Signore e accompagnati dalla testimonianza dei fratelli che camminano per la stessa strada dietro a Gesù. E’ il conforto della fede e della carità.
Sabato 2 settembre 2023, Sant’ Elpidio, abate, sec. IV
Vangelo secondo Matteo 25,14-30
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».
TU SEI IL TALENTO
Al di là dei talenti personali di ciascuno, il talento prezioso sono io, sei tu, è ciascuna persona. Un bene che ci viene donato, di cui prendiamo coscienza ogni giorno con gratitudine, per custodirlo nella sua identità e trafficarlo a beneficio di tutti: è il nostro ‘cuore’, con il desiderio di bello, vero, buono, che apre alla vita. E’ il bisogno di essere amari e di amare, di vivere con uno scopo e una missione. Il mondo ricomincia dal ‘talento’di ciascuno.
Venerdì 1 settembre 2023; San Giosuè, patriarca, XII sec. a.C.; Madonna delle Lacrime di Siracusa, lacrimazione: dal 29 agosto al 1° settembre 1953
Vangelo secondo Matteo 25,1-13
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
ATTESA DELLO SPOSO
Ecco quale senso Gesù dona alla nostra vita: attesa dello sposo, che è Lui! Conosciamo persone che vivono ogni istante e ogni circostanza della vita vigilanti nell’attesa, con la lampada luminosa che resiste a venti, burrasche e al dramma dei giorni. Nelle imprese piccole o grandi, quando siamo presi da difficoltà, dolori, contraddizioni, o semplicemente nello scorrere di giorni e ore, l’attesa di Gesù, il desiderio e la domanda che Lui si sveli, rendono forte e alacre l’impresa della vita.
Giovedì 31 agosto 2023 – San Giuseppe D’Arimatea e San Nicodemo, I secolo – San Domenico Del Val, chierichetto martire, Saragozza, Spagna, 1243 – 1250; San Raimondo Nonnato, religioso mercedario, Spagna, 1200 – Spagna, 31 agosto 1240
Vangelo secondo Matteo Mt 24,42-51
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.
Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni.
Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti».
LE ALI DELLA VITA
Il Signore Dio ci mette a capo della nostra vita, delle ore della giornata, delle nostre doti e capacità; ci circonda di persone e cose, di beni e opportunità; ci investe di responsabilità rispetto ad altri e persino rispetto al destino del mondo. “Tutto è vostro”, dice San Paolo. Ma “voi siete di Cristo”: questo apre a un senso di sicurezza e fiducia, e dona l’energia necessaria per ogni giornata e ogni impresa. La coscienza della nostra vocazione e missione mette ali alla vita.
Mercoledì 30 agosto 2023; Santa Margherita Ward, martire in Inghilterra 1550 – Londra, 30 agosto 1588; Beato Alfredo Ildefonso Schuster, cardinale, arcivescovo di Milano Roma 1880 – Venegono Inferiore 30 agosto 1954
Vangelo secondo Matteo 23,27-32
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate i sepolcri dei giusti, e dite: “Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti”. Così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i profeti. Ebbene, voi colmate la misura dei vostri padri».
PER UNA VITA VERA
Di quanti strati è fatta la nostra vita? L’apparenza esteriore, la formalità, le convenzioni sociali, se non addirittura la finzione o la doppia vita… Il rimprovero di Gesù verso gli ipocriti è cocente. E per questo stimola il desiderio di una vita sincera, pulita, desiderosa del vero bene per noi stessi e per gli altri. Ricominciamo domandando la grazia di questa novità e verità.
PREGHIERA DEI FEDELI – 3 settembre 2023 – Domenica XXII Tempo Ordinario, anno A
3 settembre 2023 - Domenica XXII, Tempo Ordinario, anno A
Introduzione del celebrante
Presentiamo al Signor, in questa preghiera della Messa festiva, le necessità, i drammi, le domande nostre, della Chiesa e del mondo, perché la Sua grazia ci accompagni a vivere.
- Signore Gesù, tu ci chiami a salvare la nostra vita perdendola per amore tuo. Donaci la grazia e la gioia di seguirti portando la nostra croce dietro a te, in compagnia dei nostri fratelli,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE
- Signore Gesù, dona fedeltà e costanza a tutti coloro che, come il profeta Geremia, si lasciano sedurre dal tuo amore. Sostieni il viaggio della Papa in Mongolia,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE
- Signore Gesù, converti il cuore di chi percorre le vie del male, con la guerra, la corruzione, l’ingiustizia. Libera le nostre città e paesi dalla violenza e da ogni forma di inganno verso le persone,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE
- Signore Gesù, ti ringraziamo per la bellezza e la varietà del mondo che tu hai creato, e ti domandiamo la grazia di custodirlo e rispettarlo come nostra casa,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE
Conclusione del celebrante
Presentiamo a Dio Padre la nostra preghiera in comunione con tutta la Chiesa. Per Cristo nostro Signore.
CAMMINARE DIETRO A GESU’
La fede con la quale riconosciamo Gesù come Messia Salvatore e Figlio di Dio - come lo ha riconosciuto l’apostolo Pietro – diventa sequela concreta della vita. Siamo cristiani mentre viviamo, nella gioia e nella croce di ogni giorno, tenendo fisso ciò per cui vale la pena vivere, fino anche al sacrificio. Questo ci permette di vivere nella verità e nella letizia, sostenuti dalla grazia del Signore e accompagnati dalla testimonianza dei fratelli che camminano per la stessa strada dietro a Gesù. E’ il conforto della fede e della carità.
Martedì 29 Agosto 2023 – Martirio di San Giovanni Battista; Santa Sabina, martire, II sec.
Vangelo secondo Marco 6,17-29
In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto.
E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.
UN MARTIRIO CHE CONTINUA
Nel pieno dell’estate incontriamo Giovanni Battista nel suo martirio, una celebrazione legata alla dedicazione di una chiesa costruita a Sebaste in Samaria, sul presunto sepolcro del precursore di Cristo. Dal martirio di Giovanni, l’attenzione si allarga ai martiri di oggi, In quanti paesi del mondo i cristiani sono impediti di professare la propria fede, e vengono espressamente violentati e perseguitati? Nell’unità della fede e della carità, preghiamo per questi fratelli e imitiamoli nella perseveranza e nella fortezza.