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Vangelo secondo Luca 11,1-4

Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».
Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione».

IL PADRE

Quante volte Gesù ha pregato, quante volte avrà insegnato a pregare? Non si tratta di una regola formale da adempiere, ma di un rapporto da riconoscere e di un affidamento da compiere. Il cuore si allarga a riconoscere la paternità, come quel bambino che – mentre non gli viene concesso di trovare il padre terreno, essendo stato concepito in modo ‘strano’ – trova pace nel riconoscersi amato, protetto, perdonato dal Padre celeste, origine e compimento della sua vita.

LE OTTO MONTAGNE

Anche se un libro già attira per la sua fama, solo una lettura personale può dare conferma del suo valore. Questo libro è tradotto in più di 40 paesi e viene svelato in un apprezzatissimo film. Il titolo rimanda alle montagne dell’Himalaia, ma in realtà i capitoli sono numerati con il titolo dall’uno al dodici, e le tre parti in cui è suddiviso evocano i tre tempi della vita: Montagna d’infanzia, La casa della riconciliazione, Inverno di un amico. Per chi ama la montagna, ma anche per chi è appassionato alla vita, il percorso di lettura conduce a una immedesimazione con il protagonista, con le sue vacanzae di ragazzo nelle prime camminate e arrampicate dietro il padre. La vicenda familiare si intreccia discretamente con l’asprezza e il fascino della montagna, e viene a coincidere con la scalata della vita e la costruzione della personalità. L’uomo si specchia nel paesaggio che attraversa e nel mondo in cui vive. Vale per il protagonista e vale soprattutto per l’amico Bruno, stretto nel breve orizzonte dei monti e del lavoro agricolo. Avviene poi il passaggio a un’altra altezza, gli ottomila del Nepal, che tuttavia rappresentano uno strappo piuttosto che una semplice svolta. Il ritorno è ancora lì, alla baita ricostruita, alle bestie da accudire, alla vita che guarda in su. Il canto dell’amicizia tra il montanaro Bruno e il protagonista irrubustisce la lettura, mentre la nenia dell’amore materno, raffigurato nell’anziana madre e nella madre più giovane, fa spirare un’aria lieve sul dramma di un uomo tentato di chiudersi in se stesso.

Paolo Cognetti, Le otto montagne, Einaudi 2016 e 2018, 14.a edizione 2023 pp 204 € 13,00

Angelo Busetto

SECONDO PILATO

Tra i personaggi citati nel Vangelo, a contorno della figura di Gesù, emerge Pilato, che la liturgia nomina nel Credo della Messa al fine di collocare la passione di Gesù in un punto preciso della storia. Pilato viene coinvolto suo malgrado nel processo di Gesù e viene indotto a pronunciare la definitiva sentenza di morte. Il Vangelo registra il suo breve, intensissimo dialogo con Gesù, un varco nel mistero della verità e quindi della giustizia; viene nominata anche la moglie di Pilato, alla quale la tradizione attribuisce il nome di Claudia.
Pilato in prim’ordine e la moglie in contrappunto sono diventai oggetto di interesse soprattutto in campo letterario, con vari tipi di narrazione, in particolare da parte di Elena Bono con ‘La moglie del procuratore’ e Schmitt con ‘Il Vangelo secondo Pilato’, già presentati in questo settimanale. In questi ultimi mesi incontriamo Pilato nell’opera di un giovane scrittore, classe 1991, con un titolo che richiama il Vangelo, ‘Secondo Pilato’. Racconto romanzato e storia si intrecciano con abilità nei due stadi di vita di Pilato, il primo che ne descrive l’origine sannita e la collaborazione alla gloria di Roma attraverso imprese belliche che lo mettono in rapporto con illustri personaggi; il secondo, che corrisponde alla sua nomina di procuratore della Giudea. Pilato emerge per il carattere forte, la tempra di indipendenza, caratteristica del Sannio, regione conquistata ma mai domata dall’imperialismo romano. Il tutto è raccontato nell’ordito di una Roma che domina il mondo ma è attraversata da drammatiche contese tra i capi, di alcuni dei quali è ben palese la corruzione. L’abilità del narratore si muove tra precisi ambientazioni storiche e invenzioni di fantasia e recupera nel contesto di tutta la vicenda altri personaggi che incontriamo fuggevolmente nel Vangelo, come Longino e il centurione Cornelio, insieme con quanti sono coinvolti nella condanna di Gesù, Erode e Caifa. L’interesse della lettura sale con il procedere delle pagine, e si intensifica nella descrizione del drammatico rapporto tra Pilato e la moglie Claudia, con accenti particolarmente coinvolgenti nel contesto della condanna di Gesù.
La vicenda di Gesù coinvolge un mondo e si estende nel tempo, inseguendo Pilato e condizionando la sua vita oltre la sua funzione di procuratore, fino alla conclusione che si impenna in un drammatico imprevisto.
Camillo Bartolini, Secondo Pilano, romanzo, prefazione di Stefano Alberto, Cantagalli, Siena 2023, pp 350 € 20,00

Angelo Busetto

 

Vangelo secondo Luca 10,38-42

In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

DI FRONTE A GESU’

Ormai sappiamo come il conflitto tra Marta e Maria è svanito. Quando il fratello Lazzaro si ammala e muore, Marta freme nell’attesa di vedere Gesù a casa sua, e poi gli corre incontro piena di fiducia. Il suo attivismo diventa una corsa verso Gesù, fino a precedere la sorella Maria e a sollecitarla di andare anche lei incontro al Signore. Di che cosa abbiamo bisogno noi, di che cosa ha bisogno in mondo, se di stare con cuore e braccia di fronte al Signore?

Vangelo secondo Luca 10,25-37

In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

QUANDO TI FAI PROSSIMO

Non solo richiama e sottoscrive la Legge donata da Dio al suo popolo nell’Antico Testamento; Gesù apre un nuovo orizzonte. Il tuo prossimo non è solo il familiare, o chi appartiene alla tua categoria o nazione. Tuo prossimo diventa l’uomo ferito sulla tua strada: ti fermi e ti chini su di lui. Allora, come tante volte è accaduto nella storia, anche un estraneo come il Samaritano, o un nemico, ti diventa prossimo. Gesù si fa prossimo a noi, feriti lungo la strada della vita.

Vangelo secondo Matteo 21,33-43

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:
«Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.
Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?».
Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».
E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:
“La pietra che i costruttori hanno scartato
è diventata la pietra d’angolo;
questo è stato fatto dal Signore
ed è una meraviglia ai nostri occhi”?
Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».

ACCOGLIERE OGGI GESU’

Dopo l’ingresso a Gerusalemme, mentre sta per essere catturato e ucciso, Gesù descrive la storia del popolo ebreo, la sua storia e la nostra. Riconosciamo tutti beni che abbiamo ricevuto come dono di Dio, non come nostra proprietà, ma come terreno da coltivare per il bene di tutti. Ripartiamo dall’accoglienza di Gesù e del suo   Vangelo, dalla vita della comunità cristiana alla quale apparteniamo, dalla una presenza nella società, nel lavoro, nella scuola. Il Signore ci chiama ad essere partecipi della sua opera, come figli amati.

 

Vangelo secondo Luca 10,17-24

In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome».
Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

ROSARIO E VANGELO

Il modo più semplice e popolare per guardare il Vangelo, sono i misteri del Rosario che riproducono venti scene della vita di Gesù, di cui Maria è stata partecipe personalmente o di riflesso. E’ quello che hanno fatto i 72 discepoli raccontando a tutti ‘quello che hanno visto e udito’. ‘Guardare il Vangelo’ con il Rosario diventa contemplazione e preghiera, che illumina il senso della vita e ci mostra che Gesù e Maria hanno percorso la nostra strada e ancora ci camminano accanto.

Vangelo secondo Luca 10,13-16

In quel tempo, Gesù disse:
«Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!
Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato».

ACCOLTO O RIFIUTATO?

Paragonandoci con le città che hanno rifiutato Gesù, che cosa potremmo dire della nostra città, della nostra nazione, della nostra stessa vita? In quanti modi, dai secoli passati fino ad oggi, il Signore Gesù ci ha visitato? Le chiese che disegnano di una bellissima linea i nostri panorami ne mantengono la testimonianza; e soprattutto la nostra cultura, il senso vivo dell’umano che definisce la nostra fisionomia… Dove e quando abbiamo rifiutato Gesù? Dove e quando, oggi, lo stiamo accogliendo?

Vangelo secondo Luca 10,1-12

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».

LA MISSIONE NELLA VITA

La missione è camminare nella giornata portando in sé Cristo: la sua vita, la sua parola, la sua immagine. Lo hanno fatto gli apostoli e gli altri 72 inviati. Noi battezzati e cresimati, noi che partecipiamo alla comunione con lui nel sacrificio della Messa, noi che non possiamo vivere senza di Lui: il suo pensiero entra nei nostri pensieri, il suo amore conforma il nostro cuore, le sue scelte misurano le nostre scelte. Passo passo, giorno per giorno, qualcosa accade.