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Vangelo secondo Matteo 11,16-19

In quel tempo, Gesù disse alle folle:
«A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”.
È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”.
Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».

LA REALTA’ CHE ACCADE

In tutte le stagioni della storia si trovano persone alle quali non ne va bene una. Non il caldo né il freddo, il bianco o il nero, il giorno o la notte: sempre pervase da insofferenza e lamentela. Al contrario, si incontrano persone che accolgono con semplicità tutto ciò che accade, sorprese ad ogni filo di bene, desiderose e bisognose di incontrare e di essere incontrate. Quale persona, dell’uno o dell’altro versante, sarà più disposta a riconoscere Gesù che accade alla vita?

Vangelo secondo Matteo 11,11-15

In quel tempo, Gesù disse alle folle:
«In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.
Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono.
Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elìa che deve venire.
Chi ha orecchi, ascolti!».

PIU’ GRANDE

Tutti i nati di donna hanno la stessa dignità, ma chi incontra Gesù e lo segue guadagna un di più di verità e felicità. Giovanni Battista prepara la via al Signore e lo indica ad altri e infine dà la vita per la sua missione, anticipando passione e morte di Gesù. Eppure chi segue Gesù intraprende un’avventura più grande, percorrendo la via di un uomo che è Dio. E’ una chiamata di grazia, un’umanità nuova, una vita piena.

Vangelo secondo Matteo 11,28-30

In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

VENITE A ME

Cosa può fare Gesù a chi è stanco e oppresso per il disastro della guerra, i morsi della fame, i brividi di freddo, la perdita di persone care? Cosa può fare per chi è travolto dai problemi della vita, da difficoltà economiche, da intrighi familiari? Per chi è disperato, desolato, triste? Gesù può mettersi accanto a te, starti vicino, mostrarti le piaghe e abbracciarti dalla sua croce. Gesù ti apre una via di amore, di speranza, di pace del cuore, di offerta della vita.

Vangelo secondo Matteo 18,12-14

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita?
In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite.
Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».

L’ULTIMO

Eri l’ultima pecora, l’ultimo della classe, il più piccolo della compagnia: un pastore, un maestro, un amico non ti abbandonano al tuo destino. Un padre e una madre ti pensano, ti aspettano, ti cercano. Gesù ha in mente il Padre celeste, che ci ha creato e ci vuole bene uno ad uno, a partire non dal più grande che crede di farcela da solo, ma dal più piccolo che si perde. Anche se fossi tu.

Vangelo secondo Luca 5,17-26

Un giorno Gesù stava insegnando. Sedevano là anche dei farisei e maestri della Legge, venuti da ogni villaggio della Galilea e della Giudea, e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni.
Ed ecco, alcuni uomini, portando su un letto un uomo che era paralizzato, cercavano di farlo entrare e di metterlo davanti a lui. Non trovando da quale parte farlo entrare a causa della folla, salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza.
Vedendo la loro fede, disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere, dicendo: «Chi è costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?».
Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire “Ti sono perdonati i tuoi peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio.
Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose».

QUALE SALVEZZA

E’ sempre una novità imbattersi in questo episodio della ‘totale’ guarigione del paralitico. Di questa salvezza abbiamo bisogno. Non solo guarigione fisica, non solo benessere materiale, ma un bene che tocca il cuore dell’uomo e ne guarisce l’anima. Solo in questo modo la salvezza è reale e diventa esperienza di vita bella che introduce alla felicità. Gesù coglie subito il cuore del paralitico, supera lo scandalo dei presenti e li provocando alla fede: solo chi è Dio salva interamente l’uomo!

I canti di Natale non sono solo emozione e atmosfera. Sono preziosi per il contenuto: la nascita del Bambino di Betlemme. Un Bambino che cambia la storia del mondo, perché introduce la presenza stessa di Dio dentro le vicende umane: Tu scendi dalle stelle, come cantava Sant’Alfonso de Liguori. E’ vero che alcuni canti di Natale si stempererano nel sentimentalismo e scivolano verso il  vuoto. Pututtavia, nella varietà delle forme e delle parole, l’ambientazione rimane. Per questo è utile riconoscere per ciascun canto l’autore, l’origine, la storia, almeno fin dove è possibile, poiché alcuni canti sembrano fiorire quasi dal nulla e invadono il mondo. Qui ne vengono segnalati una quarantina, in una semplice ed elegante pubblicazione che comprende, insieme con il testo in italiano, una paginetta di presentazione storica. Cliccando su YouTube il nome del curatore e il titolo del canto, li si può ascoltare in un’ottima registrazione. Nel frattempo arriva il Natale e ti trovi a contemplare il Bambino Gesù.

Andrea Montepaone, Tu scendi dalle stelle, I più bei canti della tradizione natalizia, Paoline, Milano 2023

Vangelo secondo Marco 1,1-8

Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.
Come sta scritto nel profeta Isaìa:
«Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero:
egli preparerà la tua via.
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri»,
vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

SPERANZA E PRESENZA

Nel nostro mondo confuso e disperato, il Vangelo lancia una nuova speranza. Il Signore pone in mezzo a noi la sua presenza di Salvatore. Come la gente che va dal Battista, anche noi domandiamo misericordia per il nostri peccati e le nostre debolezze. Domandiamo di poter riconoscere e accogliere il Signore che viene, come principe di pace, suscitatore di nuova energia e speranza. Non possiamo rassegnarci a un mondo cattivo e disperato. Da dove ci verrà l’aiuto? Accogliendo Lui, la nostra vita personale e sociale prende una svolta di bene e di pace.

Vangelo secondo Matteo 9,35-10,1.6-8

In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità.
Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».
Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».

 

VEDENDO LE FOLLE

 

Folle di persone che abbandonano case e città, distrutte dalla guerra. Folle affamate, assetate, perseguitate, distrutte, desolate. Folle malati senza cure. Folle di giovani sperduti, di bambini abbandonati, di uomini e donne corrotti e corruttori… Non si potrebbero numerare le persone ‘stanche e sfinite’ sulla faccia della terra. Gesù dà ai dodici discepoli il potere di scacciare i demoni e di guarire gli infermi. Possiamo collaborare con Lui? Possiamo annunciare con la parola e la presenza che il Regno dci cieli è vicino?