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Vangelo secondo Luca 1,46-55

In quel tempo, Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

LODE E GRAZIE

Un canto di lode e ringraziamento, un canto di amore come quello della sposa del Cantico dei Cantici. La potenza di Dio sovverte le misure umane, innalza gli umili e rovescia i potenti; ha fatto grandi cose in Maria, e il dono accolto da lei è per tutti: per Israele e tutti i discendenti di Abramo. Siamo anche noi, non secondo la linea generativa, ma secondo il dono della fede: abbiamo visto e vediamo ‘il giorno di Gesù’ e siamo da Lui salvati.

Domenica 24 dicembre 2023 - IV DI AVVENTO, Anno B

VIENI SIGNORE GESU’

Introduzione del celebrante
Pieni di gratitudine verso Dio Padre che manda a noi il Figlio eterno; pieni di gratitudine verso Maria che lo accoglie come Figlio, invochiamo la venuta del Signore Gesù nella nostra vita e nel mondo.

1. Signore Gesù, desiderato dai profeti, annunciato dall’arcangelo Gabriele e accolto da Maria, dona a tutto il mondo la grazia e la gioia di desiderarti, riconoscerti, accoglierti,
Preghiamo: VIENI SIGNORE GESU’

2. Signore Gesù, ti affidiamo la tua Chiesa: Papa e vescovi, sacerdoti e diaconi, i consacrati e tutti i fedeli cristiani: donaci di testimoniare il desiderio e la gioia per l’attesa della tua venuta come Salvatore del mondo,
Preghiamo: VIENI SIGNORE GESU’

3. Signore Gesù, vieni come Salvatore nel dramma della guerra, nella sofferenza di chi ha perduto casa, patria, figli, familiari e amici. Converti il cuore e la mente degli uomini e delle donne che vivono sulla terra,
Preghiamo: VIENI SIGNORE GESU’

4. Signore Gesù, ti affidiamo tutte le famiglie cristiane: si aprano al dono della tua venuta, ti accolgano in casa e ti manifestino al mondo con la gioia della fede e il gusto della carità,
Preghiamo: VIENI SIGNORE GESU’

Conclusione del celebrante
Padre santo, affidiamo a te la preghiera di ogni cristiano e della Chiesa intera. Il Natale del tuo Figlio Gesù venga riconosciuto e accolto da ogni persona che vive nel mondo. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

LA NOSTRA VITA: UNA TERRA ABITATA
Può la terra accogliere il Figlio di Dio Padre che viene ad abitare tra noi? Non basta il tempio progettato da Davide e costruito da Salomone. Dio prepara il cuore e il grembo di una donna e viene a vivere nella sua vita e nella sua casa. Da questo punto di accoglienza, la Sua presenza si dilata nel mondo e arriva alla soglia del cuore di ogni uomo. Come? Attraverso la mia e la tua accoglienza, il mio e tuo annuncio, la mia e tua vita, attraverso i santi e nell’opera dei missionari. Viviamo un Natale cristiano nella liturgia, nella confessione, nella carità.

Lunedì 25 dicembre 2023 - NATALE DEL SIGNORE

Introduzione del celebrante
La notte e il giorno di Natale annunciano che Dio si è fatto come noi. Lo riconosciamo in un bambino, il Bambino Gesù e a lui ci presentiamo come i pastori, insieme con tutti i cristiani nel mondo.

1. Signore Gesù, Figlio di Dio, che sei venuto a nascere nella debolezza della nostra umanità, dona a tutti gli uomini la grazia di riconoscerti e accoglierti come Dio e Salvatore,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

2. Signore Gesù, in comunione con Papa Francesco, il nostro vescovo, i sacerdoti, i consacrati e tutti i cristiani, concedici di annunciare il tuo Natale in tutti gli ambienti attraverso la gioia della fede e il calore della carità,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

3. Signore Gesù, il tuo Natale porti pace al mondo: nella terra dove tu sei nato e vissuto, nell’Ucraina e in tante persone dilaniate nel corpo e nell’anima; dona agli uomini e alle donne del nostro tempo di percorrere le vie della giustizia e della verità, del perdono e alla fraternità,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

4. Signore Gesù, i giorni di Natale ci aprano il cuore e le mani a condividere la gioia della tua venuta con le persone malate e sole, povere e abbandonate, confuse e smarrite,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione
Signore Gesù, Dio fatto Bambino, accogli la nostra preghiera per la salvezza di tutti gli uomini e le donne del mondo. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

DIO SI E’ FATTO COME NOI
Il Figlio di Dio nasce bambino e diventa uomo. Si fa vicino per condividere ogni tratto della nostra vita e volgere il nostro cuore verso Colui che ci è Padre. Dal suo Natale, la vita del mondo e la nostra vita personale riprendono con nuovo inizio. Ricominciamo ad essere uomini e donne; ricominciamo ad essere cristiani. Ci scopriamo amati da Dio e guardiamo gli altri come fratelli e sorelle. Ritroviamo lo scopo e la responsabilità della vita, accompagnati da Maria e Giuseppe, dai santi del passato e del presente.

 

Introduzione del celebrante

In questa terza domenica di Avvento siamo presi da un fremito di gioia nell’attesa della venuta del Signore Gesù nella nostra vita. Domandiamo la grazia di poterlo riconoscere e testimoniare,

1. Signore Gesù, attendiamo la tua venuta e domandiamo che tutto il mondo trovi la gioia di riconoscerti come Dio Salvatore. Rendici tuoi testimoni come Giovanni Battista,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

2. Signore Gesù, ti affidiamo tutti coloro che hanno il compito di pastori e guida nella Chiesa: Papa, vescovo, sacerdoti e altre persone responsabili. Rendili certi, lieti, aperti alla comunione fraterna,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

3. Signore Gesù, liberaci dal male della guerra; liberaci dalla confusione mentale, per poter riconoscere ogni persona umana nel suo valore individuale e sociale; rendici capaci di distinguere il bene dal male e di scegliere il bene,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

4. Signore Gesù, dona amore, fedeltà, accoglienza alle famiglie; donaci la grazia di fare compagnia a chi è solo, fragile, malato, sofferente. Apri il nostro cuore alla carità verso le opere missionarie,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante
Affidiamo a te, Dio nostro Padre, la nostra preghiera; rendici fiduciosi e attenti alla venuta del tuo figlio Gesù. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

COLUI CHE SALVA
“In mezzo a noi c’è Uno che non conosciamo”. Gesù può essere un nome, una tradizione, un avvenimento lontano. Può diventare una esperienza di vita? Avviene quando scopriamo la nostra debolezza, la nostra incapacità ad abbracciare e vivere le condizioni della vita e ad accogliere il prossimo. Quando vediamo che il mondo che rifiuta Dio decade nel male della inimicizia e della guerra, dell’odio e del disprezzo degli altri. Impariamo a guardare Gesù, leggendo il Vangelo, pregandolo e riconoscendo la testimonianza di tanti cristiani.

 

Vangelo secondo Luca 1,39-45

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

VITE INTRECCIATE

Si è soliti dire che Maria è andata da Elisabetta ‘per servirla’. Certamente avrà avuto modo di fare mille lavori in casa di Elisabetta incinta di sei mesi. L’evangelista Luca tuttavia presenta soprattutto la gioia della condivisione e insieme la sorpresa e la lode per l’opera di Dio. Le due donne sono state toccate da Dio ciascuna in modo diverso e la vita e la missione dei loro figli verranno a intrecciarsi. Giovanni già percepisce la presenza del Messia, come premonizione del futuro.

Vangelo secondo Luca 1,26-38

Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

NUOVO INIZIO

Ecco finalmente, nel tempo e nello spazio, il punto di contatto tra cielo e terra, tra Dio e l’umanità. Dove potremmo trovarlo, se non nella persona scelta e preparata da Dio? Una donna, anzi una ragazza, una vergine, disposta a dire sì, accogliendo la Vita nuova donata a lei e al mondo. Terra fertile e feconda. E’ l’inizio di un’era e di un mondo nuovo, come avevano capito Venezia e Firenze e altri, che celebravano questo annuncio come inizio anno.

Vangelo secondo Luca 1,5-25

Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.
Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso.
Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elìa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».
Zaccarìa disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo».
Intanto il popolo stava in attesa di Zaccarìa, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto.
Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini».

UN VARCO

Attorno alla vicenda del Figlio di Dio che nasce tra gli uomini, tutta la storia si muove, a partire dal tempio di Gerusalemme. Come le generazioni da Abramo in poi convergono in Giuseppe, così gli annunci dei profeti si concentreranno in Giovanni Battista. Il padre Zaccaria riceve l’annuncio della sua nascita nel tempio, pur nella condizione dell’età anziana sua e della moglie; subito dopo rimane muto. Finisce un’era, ormai incapace di generare e di parlare. Si apre un varco verso un mondo nuovo.

Vangelo secondo Matteo 1,18-24

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
«Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:
a lui sarà dato il nome di Emmanuele»,
che significa «Dio con noi».
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

CIELO E TERRA

L’evangelista Matteo, che racconta per ordine la vita e l’insegnamento di Gesù agli interlocutori i cristiani di origine ebraica, ricerca le notizie della nascita di Gesù dando rilievo alla sua discendenza dal re Davide, attraverso la paternità legale di Giuseppe. Il racconto essenziale documenta anche l’origine divina del bambino, e la condizione di Maria vergine e madre, secondo la profezia di Isaia. L’iniziativa del Cielo intercetta la disponibilità della terra. Colui che nascerà viene da Dio e vive la condizione umana.

Vangelo secondo Giovanni 1,6-8.19-28

Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando

COLUI CHE SALVA

“In mezzo a noi c’è Uno che non conosciamo”. Gesù può essere un nome, una tradizione, un avvenimento lontano. Può diventare una esperienza di vita? Avviene quando scopriamo la nostra debolezza, la nostra incapacità ad abbracciare e vivere le condizioni della vita e ad accogliere il prossimo. Quando vediamo che il mondo che rifiuta Dio decade nel male della inimicizia e della guerra, dell’odio e del disprezzo degli altri. Impariamo a guardare e conoscere Gesù, leggendo il Vangelo, pregandolo con la Chiesa e riconoscendolo nella testimonianza di tanti cristiani.

Vangelo secondo Matteo 17,10-13

Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?».
Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro».
Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.

VIENE ELIA…

‘Elìa’ è già venuto anche nella nostra vita, nella nostra storia. Non solo impersonato in Giovanni Battista, ma in tutti coloro fanno strada al Signore con la propria vita: alcuni attraverso un annuncio buono, altri attraverso una minaccia. Anche tanti avvenimenti di grazia, come il sole che sorge ogni mattina e la santità di tante persone annunciano il Signore presente. Negli avvenimenti minacciosi e terribili, come guerra, ingiustizie, disastri, sorge il grido che invoca la venuta del Salvatore.