Vai al contenuto

Vangelo secondo Matteo 15,21-28

In quel tempo, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola.
Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele».
Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore, - disse la donna - eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni».
Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.

LA STRANIERA

Che cosa ci unisce ai fratelli e sorelle, concittadini o stranieri? Ci unisce il bisogno, quel deficit nella carne e nel cuore nostro e dei nostri figli. Il grido, la domanda, la fiducia in Colui che ci può salvare supera ogni ostacolo ed elimina ogni barriera. Se uno ha fame o sete, se sta per annegare, non stiamo a guardare il colore della pelle. Il gesto di Gesù, che si lascia provocare dalla donna straniera, apre anche il nostro cuore e le nostre mani.

Domenica 11 Agosto 2024, XIX del Tempo Ordinario

Introduzione del celebrante
Fratelli e sorelle, il Signore Gesù ci raduna in questa assemblea eucaristica per riconoscerlo come Figlio mandato dal Padre, diventato pane per la nostra vita. Al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo presentiamo con fiducia le nostre invocazioni.

  1. Ringraziamo Dio Padre che ci attira a Gesù. Domandiamo di riconoscere il Figlio Gesù nell’Eucaristia, sorgente di vita per ogni persona e centro di unità per le famiglie e le comunità,

Preghiamo: GESU’, PANE DI VITA NUOVA, ASCOLTACI

  1. Perché l’annuncio del Vangelo e la testimonianza dei santi rinnovino il cuore delle persone e donino slancio ai singoli fedeli e alle comunità, con la guida e il sostegno dei pastori della Chiesa,

Preghiamo: GESU’, PANE DI VITA NUOVA, ASCOLTACI

  1. Perché lo Spirito santo non venga rattristato da malignità, rancori, guerre e divisioni. Perché i responsabili delle nazioni e tutti i popoli della terra si convertano a propositi e decisioni di pace,

Preghiamo: GESU’, PANE DI VITA NUOVA, ASCOLTACI

  1. Affidiamo i malati, i perseguitati, gli esiliati e quanti soffrono la fame, la sete e la lontananza dalle persona care. Preghiamo per quanti donano tempo ed energie a favore dei fratelli,

Preghiamo: GESU’, PANE DI VITA NUOVA, ASCOLTACI

Conclusione del celebrante
Signore Dio, accogli le nostre preghiere e portale a compimento con la tua sapienza e la tua provvidenza. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli

UNA PRESENZA CHE FA VIVERE

Gesù, l’uomo di Nazaret, è il Figlio inviato dal Padre nella terra degli uomini. Egli, che ha vissuto pochi anni tra noi, rimane come pane nell’Eucaristia: segno piccolo e grandioso, attorno al quale sono cresciute le cattedrali e le nostre chiese, e si alimenta e rinnova la vita dei cristiani e delle comunità. Gesù ci raggiunge in una realtà concreta: non appena attraverso gli schermi tv ma con un cibo da mangiare e una casa-chiesa da abitare. Nell’Eucaristia ci stringiamo a Lui e ai fratelli, nelle nostre comunità e nei luoghi di vacanza.

 

Vangelo secondo Marco 9,2-10

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli.
Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati.
Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.

UN ALTO MONTE

Gesù conduce su un alto monte i suoi tre amici prediletti, e davanti a loro innalza lo splendore della sua figura, in dialogo con due protagonisti dell’Antico Testamento. E’ questa immagine di Gesù, anticipo e promessa di risurrezione, che dobbiamo tenere davanti agli occhi e nel cuore, noi che camminiamo in pianura, troppe volte con gli occhi bassi. Gesù sospinge la nostra attesa verso una bellezza e pienezza di vita che sono il nostro vero destino.

Vangelo secondo Matteo 14,13-21

In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte.
Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati.
Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui».
E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

IL MIRACOLO CONTINUA

Si rincorrono i Vangeli della moltiplicazione di pani, raccontati da vari evangelisti con piccole varianti l’uno dall’altro. Questa volta sono gli apostoli a sollecitare Gesù per congedare la folla; e sono gli apostoli ad avere a disposizione cinque pani e due pesci. Il gesto della moltiplicazione dei pani assume un tono liturgico che rimanda alla cena eucaristica: risalta l’imponenza dell’azione di Gesù. Possiamo già intravvedere che il miracolo dei pani continua ad accadere nella vita della Chiesa.

Domenica XVIII, anno B

+ San Giovanni Maria Vianney, sacerdote, Francia, 8 maggio 1786 - 4 agosto 1859

+ a Pellestrina, Festa della MADONNA DELL'APPARIZIONE

Vangelo secondo Giovanni 6, 24-35

In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: "Rabbì, quando sei venuto qua?".
Gesù rispose loro: "In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo".
Gli dissero allora: "Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?". Gesù rispose loro: "Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato".
Allora gli dissero: "Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: "Diede loro da mangiare un pane dal cielo"". Rispose loro Gesù: "In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo".
Allora gli dissero: "Signore, dacci sempre questo pane". Gesù rispose loro: "Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!".

L’ESPERIENZA DEL BENE PIU’ GRANDE

Insieme con la gente del Vangelo, cerchiamo Gesù perché risponda ai nostri bisogni immediati, come il cibo di ogni giorno. Ma che cosa risponde al desiderio di felicità, alla domanda di senso, al nostro bene vero? Tutti i beni che possiamo possedere non colmano il nostro bisogno, non danno pace al cuore e non mettono pace tra le persone. ‘Chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete’. Guardiamo la vita dei santi, come Sant’Alfonso e il Santo Curato d’Ars, e come tante persone semplici e vere.

Vangelo secondo Matteo 14,1-12

In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!».
Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta.
Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista».
Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre.
I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù.

IL POTERE E LA LEALTA’

L’uccisione di Giovanni Battista rappresenta un drammatico parallelo e anticipo della morte di Gesù. La persecuzione verso il profeta che testimonia e dichiara la verità, è un risultato del potere corrotto. Non solo il potere dei ‘potenti’, ma anche quello dei nostri piccoli poteri, quando consideriamo la presenza di altre persone, come ostacoli o oppositori. Il Battista non viene meno alla sua missione, così come Gesù e tanti altri dietro a Lui. Domandiamo lealtà e sincerità nel vivere la nostra vocazione.

Vangelo secondo Matteo 13,54-58

In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

LA FAMIGLIA DI GESU’

La reazione dei conterranei fa intravvedere il contesto familiare in cui Gesù è vissuto per trent’anni: padre falegname, madre di nome Maria e tutto il giro di parenti di una famiglia che potremmo definire ‘patriarcale’, nella quale ci si considerava tutti fratelli e sorelle. Questo giro non basta a definire la personalità di Gesù. Egli è di più. La sua origine viene dalla profondità di Dio. E’ una grazia essere chiamati a partecipare alla grande famiglia di Gesù che invade il mondo.

I VOLTI DI UNA CHIESA CHE SI RINNOVA

Si inseguono i libri che – a schizzi o a disegni più compiuti – descrivono il passaggio della Chiesa dal passato al presente, offrendo prospettive, programmi, speranze. Una pubblicistica che si è ravvivata nel rimbalzo periodico dei lavori del Sinodo sulla ‘sinodalità’, la quale rappresenta una nuova veste o forse una nuova anima della Chiesa. Spesso si procede per schemi, con descrizioni sommarie del passato e più spesso con processi frettolosi, che non escludono preconcetti e semplificazioni. In questo libro si respira un’aria un po’ diversa, soprattutto per il fatto che – per quanto possibile – si superano le posizioni ideologiche, e si guardano in faccia le persone nel loro agire concreto. La prima parte – un terzo del libro – è di taglio prevalentemente storico. Comincia con la domanda fatale: il Concilio Vaticano II, riforma o rivoluzione? Papa Benedetto e Papa Francesco hanno risposto con le parole e con i fatti, facendo avanzare la Chiesa sulla linea della riforma. L’autore ci conduce attraverso i pontificati di Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Papa Francesco, per individuare e sottolineare i filamenti della continuità e della novità della Chiesa.

Le duecento pagine che seguono scorrono in una galleria di volti. L’autore non descrive la Chiesa per convegni e programmi, ma delinea in successione la figura del vescovo, del sacerdote, della vita religiosa, dei laici leggendola attraverso i documenti del Concilio, descrivendola nei ritratti di alcuni personaggi del passato e del presente e arricchendola con la propria personale esperienza. Il paragone diventa concreto, vitale, immediato. Spuntano grandi personaggi prevedibili, come San Benedetto e San Francesco, con l’aggiunta di Gregorio Magno e Carlo Borromeo. L’autore delinea i volti di altre persone anche del nostro tempo, con le quali, in modo palese o nascosto, la storia della Chiesa riparte e si rinnova. La santità vissuta e a volte espressamente riconosciuta è un segno della potenza dello Spirito che opera nel mondo. Nuove seminagioni e nuove fioriture appaiono attraverso Chiara Lubich, Madre Cànopi e Madre Piccardo, don Calabria e don Giussani, e persino attraverso il seminarista martire Rolando Rivi. Sono personaggi esemplificativi, attorno ai quali e oltre ai quali si muove una nube di testimoni. Da dove rinasce dunque la Chiesa, dove e come fermenta la sua missione? Il cuore della Chiesa è la santità, non appena come forma ascetica personale. La santità è ascolto di Dio, è passione che tende al suo vero scopo, è una umanità pienamente realizzata proprio lasciando spazio all’opera di un Altro. Si prospetta un cammino realistico quanto mai, come rileva con chiarezza il cardinale Zuppi nell’ampia prefazione.

Massimo Camisasca, La luce che attraversa il tempo. Contributo per un riforma della Chiesa, San Paolo 2023, pp 316 € 22,00

Angelo Busetto