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Vangelo di Matteo 8,5-13

In quel tempo, Gesù, entrato in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava: «Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente». Gesù gli rispose: «Io verrò e lo curerò». Ma il centurione riprese: «Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, di' soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anch'io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e dico a uno: Va', ed egli va; e a un altro: Vieni, ed egli viene; e al mio servo: Fa' questo, ed egli lo fa». All'udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano: «In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande. Ora vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli

DOMANDA E UMILTA’

La prima settimana di Avvento comincia con la pressante domanda e la sconcertante umiltà del centurione di Cafarnao: le sue parole sono diventate le nostre, che pronunciamo immediatamente prima di ricevere il Corpo di Cristo nella comunione eucaristica. Domanda e umiltà costituiscono il binario dell’Avvento. Ci presentiamo a Gesù con il nostro bisogno di essere guariti nell’anima e nel corpo, e con il bisogno che intravvediamo nei nostri fratelli, come il centurione nel suo servo, come Francesco Saverio ‘nelle Indie’. Il Signore viene e salva, già oggi.

 

 

Vangelo di Luca  21,25-28.34-36

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo

LA FINE E L’INIZIO

La storia umana corre verso la fine e riprende poi con un nuovo inizio. Alla ripresa dell’anno liturgico, il Vangelo di Luca lo segnala con decisione. Nel nostro tempo, quando l‘immagine del progresso si concretizza nei tentativi di prolungare la vita umana, di ampliare l’ambito delle capacità fisiche e intellettive, e perfino di modificare le sorgenti della vita, il Vangelo annuncia lo scuotimento e l’annientamento di cose e persone, e nello stesso tempo apre all’attesa di una seconda venuta di Gesù, Figlio dell’Uomo e Figlio di Dio. La vita nuova e il mondo nuovo non saranno il risultato della ricerca e dei successi delle scienze umane, ma sgorgheranno dall’incontro con il Cristo glorioso.

Noi possiamo sperimentare e presentire l’estinzione della vita umana, uno per uno nella morte personale e poi insieme nella catastrofe finale. Possiamo anche prevedere il collasso del nostro sistema solare. Custodiamo tuttavia nel cuore e nella mente la parola di Gesù che annuncia la nostra liberazione da quanto appesantisce e mortifica la vita umana.

 

Domenica 2 dicembre 2018 - I DI AVVENTO, Ciclo C

Introduzione del celebrante
Avvento è attesa e domanda, desiderio e sguardo in avanti. Volgiamo la nostra comune preghiera al Signore che viene.

Preghiamo insieme e diciamo: VIENI SIGNORE GESU’

1. Signore Gesù, all’inizio dell’anno liturgico che ripercorre la storia del mondo e la tua vita terrena, ti affidiamo il popolo di Dio; con la guida del Papa e di tutti i nostri pastori possa giungere all’incontro con te,
Noi ti preghiamo: VIENI SIGNORE GESU’

2. Signore Gesù, rendici vigilanti nel buon uso del tempo e delle energie in ogni circostanza. Le persone impegnate nella trasmissione della fede trovino un linguaggio adatto e un cuore aperto, in dialogo con le culture Noi ti preghiamo: VIENI SIGNORE GESU’
3. Signore Gesù, Ti preghiamo per quanti si trovano in situazioni di sofferenza per la salute, la difficoltà del lavoro, la mancanza di serenità in famiglia e nella società; rendici aperti e solidali,
Noi ti preghiamo: VIENI SIGNORE GESU’

4. Signore Gesù ti preghiamo per le famiglie, i giovani, i ragazzi, gli educatori. Insegnaci a farci compagnia nella fede e nella carità,
Noi ti preghiamo: VIENI SIGNORE GESU’

Conclusione del celebrante
O Signore, a te presentiamo le nostre suppliche, desiderosi di accoglierti e attenti a riconoscerti. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen

Spunto per la domenica
E’ terminato un anno liturgico e nei inizia l’anno C. Il Vangelo richiama ancora la fine del mondo: possiamo constatare la fragilità del nostro mondo personale e di quanto ci circonda: persone e cose franano. C’è un nuovo: l’Avvento ci ricorda che la vita si muove sulla promessa di Gesù: alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. La nostra attesa non si protende nel vuoto, ma si volge a Colui che ci viene incontro. Manteniamo questa speranza certa, accompagnati dalla nostra comunità, dalla Chiesa, dal Papa. Non disperdiamoci nelle vane attese delle dissipazioni, ubriachezze, affanni della vita.

Vangelo secondo Luca 21,34-36

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra.
Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

VIGILANTI PER LA SUA VENUTA

Nell’ultimo giorno dell’anno liturgico, la parola del Signore ci avvisa di non restare impigliati ‘in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita’. Siamo sempre tentati di rispondere da soli alla nostra domanda di felicità, percorrendo strade alterate e illusorie; oppure finiamo con il rimanere schiacciati dai problemi e dagli affanni della vita. Gesù domanda la vigilanza e la preghiera che ci permettono di volgere il desiderio e lo sguardo verso il Signore che si presenta glorioso nella sua venuta finale.

Venerdì 30 novembre 2018, Sant’Andrea ApostolO

Vangelo secondo Matteo   4,18-22

In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.

INIZIA IL CRISTIANESIMO

Così inizia il cristianesimo: con un incontro. Gesù cammina sulla riva del lago, vede due fratelli e poi altri due, li chiama, lo seguono. E’ la prima sorgente del fiume della storia cristiana, la prima scintilla della vita nuova. Andrea è tra i primi quattro. Nel vangelo di Giovanni c’è un momento che precede, quando Giovanni e Andrea incontrano Gesù al fiume Giordano, su indicazione del Battista. Il cristianesimo è rapporto, convivenza, amicizia, sequela di Cristo. Il cristianesimo si comunica per chiamata e per attrattiva.

 

Vangelo secondo Matteo 4,18-22

In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.

INIZIA IL CRISTIANESIMO

Così inizia il cristianesimo: con un incontro. Gesù cammina sulla riva del lago, vede due fratelli e poi altri due, li chiama, lo seguono. E’ la prima sorgente del fiume della storia cristiana, la prima scintilla della vita nuova. Andrea è tra i primi quattro. Nel vangelo di Giovanni c’è un momento che precede, quando Giovanni e Andrea incontrano Gesù al fiume Giordano, su indicazione del Battista. Il cristianesimo è rapporto, convivenza, amicizia, sequela di Cristo. Il cristianesimo si comunica per chiamata e per attrattiva.

Vangelo secondo Luca 21,20-28

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.
Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».

IL SIGNORE VIENE E SALVA

La conquista di Gerusalemme e la distruzione del tempio sono segni premonitori di un avvenimento più drammatico e universale, quando ‘le potenze del cielo saranno sconvolte’. E’ la fine di tutto, la fine del mondo. Quale il destino dell’umanità? Gesù indica la svolta: il Figlio dell’uomo viene su una nube con potenza e gloria: ‘Risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina’. Quello che accade alla fine in modo clamoroso, avviene anche nel traffico delle nostre giornate: il Signore viene a salvarci.

Vangelo secondo Luca 21,12-19

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza.
Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

LA TESTIMONIANZA DELLA PERSECUZIONE

Non è tanto l’annuncio delle persecuzioni che sorprende, quanto il fatto che le persecuzioni daranno ‘occasione di dare testimonianza’. C’è dunque qualcosa – anzi Qualcuno – che vale più della vita, più della buona fama, della protezione e dell’affetto dei familiari. Con l’aggiunta che la vita data per Cristo non è perduta, ma salvata. Rimanere fedeli a Cristo nella difficoltà e nella persecuzione procura il guadagno più grande. Come non pensare ai nostri fratelli che - oggi soprattutto – testimoniano Cristo nella bufera palese o occulta della persecuzione?

Vangelo secondo Luca 21,5-11

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.

LE PIETRE CHE CROLLANO

Il tempio crolla; crollano case e chiese. Lo constatiamo in modo impressionante quando accadono terremoti o inondazioni. Allora percepiamo la provvisorietà della vita e di tutto quanto esiste. Gesù ha davanti agli occhi l’imponenza delle mura del tempio di Gerusalemme e ne intravvede la rovinosa caduta, che avverrà ad opera delle legioni romane: segnale e anticipo della fine del mondo e della precarietà dell’umana esistenza. Sappiamo di avere un punto in cui consistere: alla fine di tutto, viene il Signore Gesù.

Lunedì 26 novembre 2018, san Leonardo da Porto Maurizio 1676-1751, ideatore della Via Crucis

Vangelo di Luca, 21,1-4

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio.
Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».

OFFERTA A DIO

Nell’ultima settimana dell’anno liturgico troviamo Gesù nei pressi del tempio. Egli non contesta l’uso del denaro, necessario per la pratica dei sacrifici e per il mantenimento della classe sacerdotale. Piuttosto, Gesù rileva che l’offerta al tempio può diventare occasione di ostentazione oppure di offerta della vita, come nel caso della donna vedova e povera. Al Dio che dona la vita, possiamo offrire noi stessi, nella certezza che Egli ci sostiene con la sua provvidenza, per donarci poi un’eternità beata.

 

Vangelo di Giovanni, 18,33-37

In quel tempo, Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

I DUE REGNI

Due regni, l’uno di fronte all’altro: l’Impero Romano rappresentato da Pilato, e il Regno impersonato da Gesù. Il giudice e l’imputato, il potere e l’impotenza. Il regno di Pilato ha invaso le regioni dell’Occidente permanendo per alcuni secoli e dominando sugli uomini; il Regno di Cristo ‘non è di questo mondo’, non solo perché si impone oltre la storia, ma anche perché è di un’altra qualità: è al servizio degli uomini, e porta a compimento il destino. Il Regno di Cristo ha le sue ‘armi segrete’ che giungono a conquistare il cuore dell’uomo e la sua ragione: l’amore di Dio e del prossimo, la dedizione fino a ‘perdere se stessi’ per guadagnare la propria vita, come accade per Gesù, condannato, vilipeso, crocifisso e poi risorto in una vita nuova. E’ il percorso di tutti coloro che sono chiamati a partecipare al regno. Non è l’adesione a un programma o a un progetto politico, ma l’amore e la sequela alla persona stessa di Cristo che permane nel mondo e porta a compimento la storia umana.