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Vangelo secondo Luca 24,46-53

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

ASCENSIONE. COMPIMENTO E MISSIONE

Gesù che sale al Padre segna il compimento del suo cammino umano, con l’offerta del suo sacrificio e la bellezza della sua risurrezione. Mentre si nasconde agli occhi degli apostoli e agli occhi nostri, Egli inaugura una nuova presenza nella vita dei discepoli e nell’opera di santificazione della Chiesa. Si conclude il racconto del Vangelo e si apre quello degli Atti degli apostoli, ancora in cammino. Partecipiamo in terra a questa opera di salvezza, in attesa del compimento celeste.

Vangelo di Luca 1,39-56

In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

MARIA IN CASA

Il mese di maggio si chiude con la festa che ricorda la visita di Maria a Elisabetta, madre di Giovanni Battista. Un incontro umano che spalanca ciascuna delle due donne a riconoscere il dono del Bambino fatto all’altra, e a lodare il Signore. Anche le nostre famiglie e le nostre chiese, le nostre vie e i nostri campielli in questo mesi di maggio hanno accolto e pregato Maria, meditando insieme con lei tutti i misteri della vita del Signore Gesù. Una compagnia da proseguire.

 

In programma avevamo 'solo' la giornata di studio, martedì 20 maggio, nel 1700.o anniversario dell’inizio del Concilio di Nicea. E’ già una sorpresa, nell’Aula Magna dell'Università Urbaniana, vicino al Vaticano, scoprire che il convegno è guidato dall’amico teologo spagnolo Javier Pradez.  Intervengono studiosi qualificatissimi della Commissione Teologica internazionale che ha redatto il documento ‘Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore’ sul valore e l’attualità del Concilio di Nicea nel percorso millenario della fede della Chiesa e della sua teologia. Troviamo finalmente il documento nell'edizione cartacea e ne acquistiamo alcune copie anche per gli amici. Il saluto del Rettore dell’Università, Vincenzo Buonomo, sottolinea che la fede espressa nel dogma costituisce una dilatazione della ragione e rappresenta un elemento di unità fra tutti i cristiani. L’introduzione del Cardinal Victor Manuel Fernandez, Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, e l’intervento di Mons. Piero Coda, presentano il valore e l’attualità di Nicea, anche richiamando alcune sottolineature di papa Francesco. Gli interventi che seguono - proposti in varie lingue - documentano aspetti particolari di Nicea, con la sintesi finale di Piero Coda che riprende la necessità dell’annuncio di Cristo per il nostro tempo.

Se la teologia rimane il ‘pezzo forte’ del soggiorno a Roma in compagnia con due amici sacerdoti, ci viene offerta anche l’occasione di altri incontri, come il dialogo con Andrea Tornielli sugli ultimi avvenimenti della Chiesa, nella sede della direzione dei ‘media’ vaticani, in faccia a Castel Sant’Angelo. Le sorprese più belle sono patrocinate dal fatto di essere ospiti nella Casa Santa Marta in Vaticano, ossequiati, in entrata e in uscita, dalle impeccabili guardie svizzere. A cena ci troviamo con il direttore della rivista internazionale di teologia Communio, il quale ci annuncia la ripresa della edizione italiana che verrà ad aggiungersi alle tante edizioni estere. Con altri sacerdoti avviene uno scambio amichevole e vivace in forza di qualche consonanza territoriale o per amici comuni, o solo perché casualmente incontrati e salutati. La grande ‘macchina’ del Vaticano muove da qui alcune delle sue ‘rotelline’ più nascoste e più necessarie, e la Chiesa universale si rivela nei volti delle persone.

L’ultima sorpresa, provvidenzialmente collocata a ridosso dell’orario del treno per il ritorno, è la prima udienza pubblica del mercoledì di papa Leone XIV. Nell’attesa in piazza San Pietro ci si sente salire agli occhi un impeto di commozione, immersi nel grembo di una folla nella quale ci si rigenera nella fede, con la varietà di volti, lingue, età, colori, e nell’unità di tanti cuori pieni di affetto. Ecco arrivare papa Leone. La papamobile percorre in lungo e in largo piazza San Pietro nello sventolio di voci e colori; il papa alza le braccia a salutare e benedire a destra e a sinistra, e accoglie con atteggiamento sobrio e discreto il bambino che gli viene consegnato. La sua parola chiara e lineare racconta la parabola del seminatore che spreca la semente in terreni aridi come le nostre vite, attendendo che fioriscano come nel dipinto di van Gogh, sotto il sole splendente del Dio Creatore.
Lasciando piazza San Pietro e tutte le persone incontrate nel breve soggiorno romano, rapide come i colombi in piazza e liete come gli amici in dialogo, Roma ci rimane in cuore come una casa materna, dove anche la nostra piccola vita continua a vibrare di un grande respiro.

 

Vangelo secondo Giovanni 16,20-23
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.
La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla».
UNA NUOVA GENERAZIONE
Così è la vita cristiana: fatica e dolore per una nuova generazione. Così è la conversione personale, e la vocazione di ciascuno: lasciare una forma di vita per aprirsi a una novità. Così è anche ogni impresa di bene, che impone un distacco per un nuovo impegno.
La fede e l’incontro con il Signore Gesù costituiscono la nuova nascita nel dolore, in uno slancio di gioia che permane in tutte le traversie della vita.

Vangelo di Giovanni 16,16-20

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete". Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: "Che cos'è questo che ci dice: "Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete", e: "Io me ne vado al Padre"?". Dicevano perciò: "Che cos'è questo "un poco", di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire".
Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: "State indagando tra voi perché ho detto: "Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete"? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.”

ATTENDERE SENZA STANCARSI

Tutti vorremmo concludere in fretta il tempo dell’attesa: per la soluzione di un problema, per l’arrivo di una persona cara, per il compimento di un progetto. A volte l’attesa ci sfianca e ci intristisce. Ci sconcerta anche quella che pare la ‘gioia’ di un mondo superficiale e distratto. Forse vorremmo appartenergli? Meglio attendere, anche nella fatica e nella sofferenza, passando attraverso la croce di Gesù. Presto risplenderà la gioia del Risorto.

Domenica 1 giugno 2025 - ASCENSIONE DEL SIGNORE, Anno C

Giornata per le comunicazioni sociali

Introduzione del sacerdote
Il Signore Gesù, mentre sale al Padre per consegnargli l’opera di salvezza compiuta sulla terra, è presente in mezzo a noi attraverso i sacramenti della Chiesa. A lui affidiamo la nostra vita e il nostro mondo.

  1. Signore Gesù, tu porti in cielo la nostra umanità e ci apri la via verso il Paradiso. Benedici e sostieni tutto il popolo cristiano, aprendolo alla speranza del cielo,

Preghiamo: BENEDICI IL TUO POPOLO, SIGNORE

  1. Signore Gesù asceso al cielo, donaci di riconoscerti e seguirti nella vita della Chiesa, nei pastori che continuano la tua opera di salvezza e in tutti i nostri fratelli e sorelle che vivono la carità e invocano la pace,

Preghiamo: BENEDICI IL TUO POPOLO, SIGNORE

  1. Signore Gesù, dona intelligenza, prudenza e carità a chi lavora nel vasto mondo delle comunicazioni sociali, per un’informazione di unità e pace,

Preghiamo: BENEDICI IL TUO POPOLO, SIGNORE

  1. Signore Gesù, allarga il nostro cuore alla missione, nel desiderio di annunciarti e testimoniarti a tutti i nostri fratelli e sorelle nel mondo,

Preghiamo: BENEDICI IL TUO POPOLO, SIGNORE

Conclusione del sacerdote
O Dio nostro Padre, mentre il tuo Figlio Gesù ascende a te nella gloria del cielo, accogli l’aspirazione di bene del tuo popolo e sostieni la nostra speranza, in attesa del dono del tuo Santo Spirito. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

ASCENSIONE. COMPIMENTO E MISSIONE

Gesù che sale al Padre segna il compimento del suo cammino umano, con l’offerta del suo sacrificio e la bellezza della sua risurrezione. Mentre si nasconde agli occhi degli apostoli e agli occhi nostri, Egli inaugura una nuova presenza nella vita dei discepoli e nell’opera di santificazione della Chiesa. Si conclude il racconto del Vangelo e si apre quello degli Atti degli apostoli, ancora in cammino. Partecipiamo sulla terra a questa opera di salvezza, in attesa del compimento celeste.

Vangelo di Giovanni 16,12-15

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.”

IL MISTERO SVELATO

Come gli apostoli e tanti altri discepoli, anche noi siamo stati e siamo seguaci di Gesù. Il mistero della sua Persona e della sua salvezza viene conosciuto e si realizza nella nostra vita. C’è un cammino, una crescita, uno sviluppo fino alla ‘verità tutta intera’: il mistero della sua persona, che   sulla terra intravvediamo progressivamente attraverso la conoscenza e l’esperienza, verrà svelato completamente in Paradiso. Conoscere e amare Gesù è la gioia che riempie la vita.

Vangelo di Giovanni 16,5-12

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Ora però vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: "Dove vai?". Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato.”

L’OPERA DELLO SPIRITO

L’annuncio della partenza di Gesù dal mondo rattrista profondamente i discepoli: troppo grande e bella è stata la sua amicizia e la sua sapienza. Gesù definisce un bene la sua partenza, perché l’opera dello Spirito porterà a compimento la sua opera: manifesterà il peccato del mondo che lo ha rifiutato, condannerà satana, e lo svelerà come Figlio di Dio e Salvatore. Tutta l’azione dello Spirito Santo nei secoli è tesa a svelare il volto di Cristo e ad attuare la sua salvezza.

Vangelo di Giovanni 15,26-16,4

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l'ho detto.

ATTENDENDO LO SPIRITO DI GESU’

In questi giorni la liturgia ci accompagna nell’attesa e nella domanda dello Spirito Santo. Quale opera compie lo Spirito Santo? Lo stesso Spirito che è all’origine della concezione umana di Gesù e che lo ha sostenuto nel corso della sua vita sulla terra, gli darà testimonianza quando Gesù esce fisicamente dall’orizzonte terreno. Questa testimonianza passerà attraverso coloro che sono stati con Lui ‘fin dal principio’, e per questo verranno scacciati e uccisi, sulla via della croce del Maestro. Gesù ci dice: “Ricordatevelo!!