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UNA VICINANZA CHE FA VIVERE

Romanzo o vita vissuta? Queste pagine hanno un sapore di cose buone e di avvenimenti reali, pur attraversando la pianura paludosa della ‘malattia’ di una persona anziana colpita dal ’signor Alzheimer’. Per zia Camilla è la minaccia del ‘tedesco’ che le fa visita aggredendola ogni giorno di più, lei minuta e precisa, intelligente, legata come tutti alle sue tenaci abitudini, eppure sempre aperta alla sorpresa della novità. Con lei, che vive in campagna circondata da un mondo favoloso,    abita la ‘narratrice’ della vicenda, una nipote che fin quasi dalla nascita le è stata affidata come figlia. Ed è per ambedue una provvidenza. La giovane insegnante, che ha una sua propria famiglia, si trova coinvolta in una vicenda che la mette sempre in questione e ne acuisce la sensibilità e l’iniziativa: con la zia anziana questo si può dire e fare, questo è sbagliato… Di pagina in pagina il lettore si sorprende per essere afferrato non da malinconia e tristezza, ma da un senso di letizia e da una attrattiva di intraprendenza per una vita che, invece di soccombere al decadimento, si apre sempre a nuove possibilità. Con delicatezza, a zia Camilla viene lasciato di esprimersi senza rinnegare alcuna delle possibilità della sua giornata: lavarsi da sola, collaborare in cucina, scendere in giardino, passeggiare in piazza. La successiva necessaria presenza della ‘badante’ diventa una scoperta festosa, tanto più quando in seconda battuta la nuova badante entra nella casa ospite con i due figlioletti. E’ interessante l’alternarsi delle figure di alcuni parenti, tra benevolenze esplicite e contrasti ovattati. Tutta la vicenda viene narrata dalla penna delicata e decisa della narratrice che non trascura nessun aspetto di vita, compreso uno sfondo ‘religioso’ che tuttavia non viene mai espressamente raccontato. Un libro che vien voglia di far leggere a quanti - per rapporto di famiglia o di lavoro – accolgono persone anziane e partecipano alla loro vita.

Mariapia Veladiano, Adesso che sei qui. Romanzo, Ugo Guanda Editore 2023, pp 268 € 13,00

Uno studente di scuola superiore desidera leggere la Bibbia. L’insegnante si guarda intorno. Dargli la Bibbia integrale? L’ampiezza e la complessità del testo potrebbe disarmare il giovane lettore fin dalle prime pagine. Fornirgli qualche sussidio, uno dei tanti libretti introduttivi alla Bibbia? Il ragazzo non andrebbe oltre la copertina. Ed ecco, fresco di stampa, nella prospettiva del Giubileo, spuntare sul bancone della libreria La Bibbia del pellegrino. Quasi una via di mezzo tra la Bibbia integrale e le Bibbie adattate per i ragazzi con figure e riscrittura di alcuni brani. Il nuovo testo è stato curato da un famoso biblista spagnolo, Luis Alonso Schökel che lo deve aver approntato per l’America Latina almeno trent’anni fa, essendo morto nel 1998. Ora viene proposto per l’Italia con la traduzione del testo biblico a cura di Marco Zappella, e la traduzione dei commenti e delle note a cura di Simone Cloè. Il famoso biblista ha compiuto un’operazione originale. Ha selezionato il testo biblico raccogliendo le parti più adatte per un’iniziale lettura della Bibbia. I testi raccolti sono preceduti e anche accompagnati all’interno da notazioni semplici che orientano alla loro comprensione, legandoli nell’insieme di una storia che trova il compimento nella persona di Gesù e si riflette nel cammino della Chiesa primitiva e nella nostra vita. Adesso resta da fare l’esperimento: mettere in mano questa ‘Bibbia breve’ allo studente di cui sopra e ad altre persone, per verificare la bontà di questa originale proposta biblica. La BIBBIA breve del PELLEGRINO, Il Pellegrino Edizioni 2024, pp 470, € 9,90

 

Vangelo secondo Matteo 4,18-22

In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.

I PRIMI

E’ bello ripartire dai primi che hanno incontrato Gesù, come Andrea. La chiamata di Gesù è semplice e audace, la risposta dei quattro pescatori è immediata e totale. Da qui riparte la storia che ha preso dentro la nostra vita. Anche noi vogliamo ‘seguire’ Gesù, entrare nella fila di coloro che lo seguono e lo amano, e diventano suoi testimoni. Da qui inizia un mondo nuovo, segnalato dalle tappe dell’anno liturgico che oggi termina e domani rispunta nuovo.

Vangelo secondo Luca 21,29-33

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».

UN GERMOGLIO

Dove vediamo fiorire un germoglio di vita accanto a noi? Una speranza, una promessa? Un fiore tra i sassi, una zolla d’erba in un terreno arido. Un bimbo in una casa, un gesto di bontà che non ti aspettavi, l’annuncio di una cosa nuova e vera, la sorpresa di un saluto, la gioia di un complimento, la pazienza che qualcuno ha verso di te e la misericordia che ti abbraccia… Uno spunto di vita da riconoscere e dal quale la tua giornata riparte. Come questo Vangelo.

Vangelo secondo Luca (Lc 21,20-28)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.
Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».

L’ATTESA DI UN MONDO NUOVO

Un gran disastro di occupazioni e di guerre, poi lo sconvolgimento del sole, della luna, delle stelle e di tutte le potenze del cielo: l’esplosione della fine. Tutto questo comincia già ad accadere prima della fine. Ne stiamo facendo esperienza – noi di lontano, mentre altri popoli vengono travolti. Conclusione? La vostra liberazione è vicina! Ci aspettavamo il peggio, e invece la venuta del Signore inaugura un tempo nuovo e un mondo nuovo. Lo attendiamo.

Vangelo secondo Luca 21,12-19

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza.
Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

ODIO E APPARTENENZA

Siamo di Gesù e non del ‘mondo’, e questo il ‘mondo’ non lo può sopportare. Quindi elimina i cristiani. In modo violento come Lenin, Stalin, Mao, Hitler e tutta la compagnia dei dittatori moderni che fanno seguito a quelli antichi. Oppure in modo più sottile, emarginando o dileggiando o dimenticando la loro presenza nei posti chiave del potere e nei luoghi pubblici, oltre che nei rapporti personali. Chi appartiene a Gesù con il corpo e l’anima, non va perduto ma si salva.

1 dicembre 2024, Domenica I.a di Avvento, Anno C

Introduzione del celebrante
L’Avvento apre il nostro cuore a una nuova attesa, l’attesa di Colui che viene e ci sala, il Signore Gesù. Dentro questo nostro fragile mondo percorsa da tanti drammi, ci affidiamo al Signore che prepara per noi nuovi cieli e nuova terra.

1. Signore Dio del cielo e la terra, che prepari per noi un mondo nuovo, volgi verso di te la nostra attesa, per aprire le strade della vita alla tua venuta che salva e perdona,
Preghiamo fratelli: ASCOLTACI O SIGNORE

2. Signore Dio del tempo e dell’eternità, sostieni la nostra speranza con la saggezza dei nostri pastori, la testimonianza di tanti fratelli e sorelle, e con la vita e la preghiera delle persone a te consacrate,
Preghiamo fratelli: ASCOLTACI O SIGNORE

3. Signore Dio, fonte di ogni bene, suscita desideri e decisioni di pace nei capi delle nazioni. Donaci di vivere un tempo di verità e serenità nell’attesa del Natale,
Preghiamo fratelli: ASCOLTACI O SIGNORE

4. Signore Dio, principio di amore e di unità, donaci di preparare la tua venuta nei luoghi in cui viviamo: famiglia, scuola, lavoro, società, Chiesa,
Preghiamo fratelli: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante
A te, Signore Dio nostro, Padre e Figlio e Spirito Santo, giunga la nostra preghiera perché si rinnovino il desiderio e l’attesa della venuta del Figlio Gesù, che vive e regna nei secoli dei secoli.

AVVENTO: UN’ATTESA BELLA
L’inizio dell’Avvento ci apre a un’attesa bella. Siamo circondati da notizie di distruzioni e di cattiverie, con il pericolo che la delusione e la disperazione prendano il sopravvento. Siamo assediati dalla pubblicità di un Natale senza Gesù. L’Avvento ci ridesta: alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. Attendiamo Colui che ci viene incontro. Manteniamo questa speranza certa, guardiamoci attorno per accorgerci di essere accompagnati da una comunità, una Chiesa, un Papa. Senza stordirci nelle dissipazioni, ubriachezze, affanni della vita.

Vangelo secondo Luca 21,5-11

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.

UN MONDO FRAGILE

Siamo all’ultima settimana dell’anno liturgico e le letture aprono su un mondo che finisce, a partire dalla distruzione di Gerusalemme e continuando poi con guerre, terremoti, disastri ecologici. Anche la vita umana di ciascuno di noi è fragile e cammina verso uno disfacimento. E allora, che cosa ci resta? Per che cosa vivere? Possiamo fidarci di Lui, di Gesù, che ci accompagna nel tempo presente e ci accoglie nel tempo finale.

Vangelo secondo Luca 21,1-4

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio.
Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».

QUALE MISURA??

Eccoci nuovamente a guardare la vedova e i suoi spiccioli. Cosa impariamo? Impariamo che in certe cose della vita non si può calcolare con una misura. Uno che ama non dice: “Fin qua e dopo basta”. Infatti siamo chiamati ad amare Dio ‘con tutto il cuore’ e il prossimo come amiamo noi stessi. Certo, non siamo arrivati. Ma Gesù domanda di camminare in questa direzione, perché Lui diventi la nostra effettiva misura.