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Vangelo secondo Giovanni 14,1-6

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via».
Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».

VERSO LA CASA DEL PADRE

Di fronte a un addio, come non avere il cuore turbato? E’ a questo punto che Gesù lancia più avanti la sua promessa, lì dove Egli stesso è proiettato con tutta la sua persona e dove anche il cuore dell’uomo è proteso: la casa del Padre, il luogo dove è già preparato un posto per accoglierci e dove trova compimento la nostra destinazione alla verità e alla vita. Ci arriviamo attraverso la via che è Gesù, percorrendo la sua strada di croce e risurrezione.

Domenica 10 Maggio 2020, V di Pasqua, Anno A (bianco)

Introduzione del celebrante

Gesù ci chiama oggi attorno a sé, dalle chiese e dalle case, per mostrarsi come via al Padre e condurci al Padre. Ci rivolgiamo a Lui con fiducia.

  1. A te, Signore Gesù, via, verità e vita, domandiamo come l’apostolo Filippo: mostraci il Padre. Rinnova in noi il dono della fede, speranza, carità,

Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. In comunione con Papa Francesco e i nostri vescovi affidiamo la Chiesa e il mondo a Maria, la Madre del Signore Gesù. Attraverso Maria affidiamo tutte le mamme del mondo, pieni di gratitudine per il loro amore e la loro dedizione,

Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Stringendoci a Cristo, pietra viva, domandiamo di essere impiegati come pietre vive per la costruzione della Chiesa in famiglia, nella comunità e in tutti i luoghi della vita,

Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Nel nostro mondo bisognoso di pace e di fraternità, l’opera dei primi diaconi prosegue in tanti modi attraverso chi presta servizio ai poveri, ai deboli, ai malati. Domandiamo di collaborare alla missione della Chiesa nel mondo,

Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante

Affidiamo a Dio Padre, per le mani di Maria, la nostra comune preghiera e le nostre personali intenzioni. Per Cristo nostro Signore.

Spunto della domenica

Cerchiamo la strada della vita. La strada per realizzare noi stessi. Nei nostri turbamenti e nelle nostre inquietudini, ove cercare, a chi domandare? Incontriamo Cristo nella comunità dei discepoli chiamati da Lui, la Chiesa. Stringiamoci a Cristo, pietra viva. Uniti a Lui, anche noi veniamo impiegati per una costruzione buona, e non andiamo perduti o sprecati. Ciascuno con il suo compito e anche con compiti nuovi, come accade negli Atti con l’impiego dei diaconi.

 

Giovedì 7 maggio 2020

Santa Rosa Venerini, educatrice, Viterbo 1656-1728

Vangelo secondo Giovanni 13,16-20

[Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro:
«In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica.
Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: “Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno”. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono.
In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».

SERVI GLI UNI DEGLI ALTRI

A partire da oggi fino al giorno dell’Ascensione e poi della Pentecoste, entriamo nel cenacolo per ascoltare quanto Gesù ha detto ai discepoli nel corso dell’ultima cena. Sono le sue consegne più profonde e struggenti. Le prime parole sono quasi un commento al gesto che Gesù ha appena compiuto, lavando loro i piedi. Un gesto reale, perché c’era sempre bisogno di lavarsi i piedi entrando in casa, e una consegna simbolica, come a dire: ‘Fatevi servi gli uni degli altri.”

Mercoledì 6 maggio 2020 – San Pietro Nolasco, Fondatore dei Mercedari 1182-1249

Vangelo secondo Giovanni 12,44-50

In quel tempo, Gesù esclamò:
«Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.
Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.
Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».

DALL’ETERNO AL TEMPO

Si può andare oltre Gesù? Si deve andare oltre Gesù! E’ Gesù stesso che rimanda alla sua origine, a Colui che l’ha inviato nel mondo. Gesù toglie il velo che separa il tempo dall’eterno, l’umano dal divino. Egli non è un uomo che Dio ha scelto fra tanti uomini, non è uno che si è autoesaltato, ma colui che il Padre ha mandato dal grembo dell’eterno perché comunicasse agli uomini la sua parola e compisse la sua volontà. Luce e vita per chi la accoglie.

Vangelo secondo Giovanni 10,22-30

Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente».
Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».

IL CUORE DELLA FEDE

Di che cosa c’è bisogno per credere? Gesù è davanti a tutti: lo ascoltano, vedono le opere che compie. Eppure rimangono incerti e non si lasciano convincere. Che cosa manca loro per credere? Manca un atteggiamento di fiducia, un cuore aperto, la disponibilità a farsi coinvolgere. Come uno che voglia conoscere un paese misterioso senza accettare di mettersi in viaggio. “Le mie pecore ascoltano la mia voce”: le pecore sanno che possono fidarsi e quindi si muovono per andargli dietro.

Vangelo secondo Giovanni 10,11-18

In quel tempo, Gesù disse:
«Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.
Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».

OLTRE IL RECINTO

Gesù prosegue il discorso sui pastori. Egli è un pastore che dà la vita per le pecore: muore per salvarle, per ingoiare la morte e vincerla; dopo la morte egli riprende la vita in modo pieno. Accadrà così anche a chi lo segue. Inoltre Gesù dichiara di avere ‘altre pecore’ e vuole che si formi ‘un solo gregge e un solo pastore’. Non è un miraggio, ma un frutto della potenza di Dio. Nello stesso tempo, diventa un compito per chi segue Gesù.

Vangelo secondo Giovanni 10,1-10

In quel tempo, Gesù disse:
«In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore.
Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo.
Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».

CHIAMATI PER NOME

 

Il pastore chiama per nome le pecore, le conduce all’aperto, su pascoli erbosi, cammina davanti a loro e le riconduce all’ovile di notte. Gesù, paragonandosi a un pastore intelligente e amorevole, ci rassicura: egli conosce e ci vuol bene ad uno ad uno e ci dona la vita in abbondanza. Vince le nostre paure e incertezze e supera le nostre miserie. Possiamo finalmente alzare lo sguardo e scuotere il cuore, sollecitati da maestri e amici che camminano con noi e ci sostengono.

 

Domenica 3 Maggio 2020, IV di Pasqua, Anno A (bianco)

Giornata di preghiera per le vocazioni

Ripetiamo insieme: GESU’, BUON PASTORE, ASCOLTACI

Introduzione del celebrante

A Cristo Buon Pastore di tutto il popolo cristiano, affidiamo le nostre persone, la Chiesa e il mondo intero.

  1. A Gesù buon Pastore affidiamo i pastori della Chiesa: Papa Francesco, il nostro vescovo, i sacerdoti e tutti coloro che hanno una responsabilità verso il popolo cristiano; siano attenti e saggi, premurosi e coraggiosi,

Preghiamo insieme: GESU’, BUON PASTORE, ASCOLTACI

  1. Domandiamo al Buon Pastore che tutte le comunità cristiane nel mondo siano accompagnate dalla presenza di un sacerdote; affidiamo quanti sono dispersi come pecore senza pastore,

Preghiamo insieme: GESU’, BUON PASTORE, ASCOLTACI

  1. Il Signore Gesù ci doni la fiducia evangelica per aprirci all’azione dello Santo Spirito. Preghiamo per le nuove vocazioni sacerdotali, religiose, missionarie. Affidiamo il nostro Seminario,

Preghiamo insieme: GESU’, BUON PASTORE, ASCOLTACI

  1. Il Signore, con l’aiuto di Maria ci sostenga in questo tempo di sofferenza e fatica. Ci doni la grazia della fedeltà alla preghiera e alla carità, e la gioiosa ripresa della vita delle persone delle comunità,

Preghiamo insieme: GESU’, BUON PASTORE, ASCOLTACI

Conclusione del celebrante

Affidiamo al Padre i nostri desideri e le nostre attese per il bene di tutti. Per Cristo nostro Signore.

Spunto della festa

Abbiamo bisogno di una guida vera, sana, coinvolta con noi fino a dare la vita per noi: come Gesù Buon Pastore, presente e vivo nel tempo attraverso la Chiesa e i suoi pastori. Letture di oggi. Atti: Gesù risorto, ora si fa riconoscere e seguire attraverso Pietro; Lettera di Pietro: siamo pecore erranti, ricondotte al Pastore; Vangelo: seguiamo la voce del vero pastore che ci conosce personalmente e ci chiama per nome. Se non ci affidiamo al Buon Pastore, finiamo in balia del disorientamento e del nulla.

Vangelo secondo Matteo Mt 13,54-58

In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

PADRE LAVORATORE

Colui che fa da padre a Gesù è un falegname, che insegna il mestiere anche al figlio. Giuseppe diventa l’immagine del padre di famiglia che lavora, ed educa i figli con la sua attività e la sua autorità paterna. Agli occhi di Gesù, Giuseppe realizza l’immagine terrena del Padre celeste, e quella dell’uomo giusto che realizza tenacemente la sua vocazione. In questo tempo di crisi del lavoro e di particolari difficoltà per la famiglia, guardiamo a San Giuseppe, come esempio e come protettore.