Vai al contenuto

13 aprile 2025 - DOMENICA DELLE PALME

Introduzione del celebrante
Entriamo con Gesù in Gerusalemme, portando tutta la nostra vita e tutto il dramma del mondo. Domandiamo che la grazia della sua Passione, Morte e Risurrezione apra la via della pace e della salvezza per noi e per tutti.

1. Signore Gesù, tu condividi la passione e la morte dei nostri fratelli travolti da guerre e ingiustizie. Donaci di riconoscerti e incontrarti come Salvatore che rinnova la nostra speranza e la nostra energia per il bene di tutti,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

2. Signore Gesù, ti ringraziamo per la testimonianza di fede e carità di Papa Francesco anche nella malattia. Ti affidiamo i nostri pastori che ci accompagnano nella liturgia dei giorni della Settimana Santa e ci donano la tua misericordia nella sacramento della Confessione,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

3. Signore Gesù, nel tempo del Giubileo ti affidiamo i giovani, i genitori, gli educatori: attraverso la testimonianza dei santi del passato e del presente, donaci di percorrere insieme le vie della vita nell’esercizio della preghiera e nell’amore del prossimo,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

4. Signore Gesù, rinnova il cuore e la mente delle persone nella giustizia e nella verità, per ricercare e vivere la fraternità e l’amicizia in famiglia, in comunità, nei luoghi del lavoro e della vita sociale.
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante
Dio nostro Padre, in questa settimana santa, poni davanti ai nostri occhi e al nostro cuore la figura del tuo Figlio Gesù nella sua passione, morte e risurrezione, per percorre il suo stesso cammino di vita e speranza. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli

DENTRO LA PASSIONE E RISURREZIONE DEL SIGNORE
Dove saremo questa settimana, con il cuore, i pensieri, l’uso del tempo, i rapporti sociali? Siamo chiamati a pensare Gesù, a guardarlo, seguirlo, imitarlo nell’offerta del nostro tempo e delle nostre azioni, in famiglia e nel lavoro. I giorni del Triduo pasquale sono i più preziosi dell’anno: rinnovano lo sguardo e il cuore, i pensieri e le azioni. Domandiamo di essere discepoli fedeli di Gesù, per testimoniare al mondo il passaggio dalla morte alla vita.

Vangelo secondo Giovanni 8,21-30

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?».
E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati».
Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre.
Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.

“IO SONO”

Il contrasto di Gesù con i farisei è deciso e preciso: “Voi morirete nei vostri peccati… Dove vado io voi non potete venire… Voi siete di quaggiù…” E Gesù, chi è? Gesù, non solo ribadisce la sua origine dal Padre e il prossimo ritorno a Lui, ma attribuisce a sé il nome con il quale Dio si era rivelato a Mosè sul monte Oreb: Io Sono. Rende così esplicita la sua divinità. L’annuncio scandalizza gli oppositori. E intanto, ‘molti credettero in lui’.

VANGELO di Giovanni  Gv 8,12-20

In quel tempo, Gesù parlò [ai farisei] e disse: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita».
Gli dissero allora i farisei: «Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera». Gesù rispose loro: «Anche se io do testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove sono venuto e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado. Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno. E anche se io giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato. E nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera. Sono io che do testimonianza di me stesso, e anche il Padre, che mi ha mandato, dà testimonianza di me».
Gli dissero allora: «Dov’è tuo padre?». Rispose Gesù: «Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio».
Gesù pronunziò queste parole nel luogo del tesoro, mentre insegnava nel tempio. E nessuno lo arrestò, perché non era ancora venuta la sua ora.

DA DOVE E’ VENUTO…

Gesù è pieno di gratitudine verso il Padre dal quale è generato dall’eternità nella sua origine divina, e dal quale è stato inviato a noi per rivelarci e donarci il Suo grande amore. Siamo chiamati a testimoniare davanti al mondo il dono di questa paternità, che attraverso Gesù arriva ad abbracciare anche la nostra persona. Domandiamo che tutti gli uomini e le donne di questo mondo la riconoscano e vi corrispondano.

Vangelo secondo Giovanni 8,1-11

In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

MISERICORDIA CHE FA VIVERE
Di fronte al male del mondo e al male che sperimentiamo in noi stessi, che cosa fa riprendere speranza e vita? La grazia del perdono rianima la persona, riunisce la comunità, ricostruisce un popolo. Non siamo frettolosi a condannare gli altri, magari per mettere al riparo noi stessi, ma apriamoci alla misericordia e al dialogo con tutti: familiari, figli, amici, colleghi, stranieri. Gesù giudica con chiarezza il peccato, ma guarda con misericordia il peccatore. Domandiamo di essere guardati e di guardare con misericordia.

Vangelo secondo Giovanni 7,40-53

In quel tempo, all’udire le parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!». Altri dicevano: «Costui è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice la Scrittura: “Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo”?». E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui.
Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui. Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!».
Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». E ciascuno tornò a casa sua.

BASTERA’ STUDIARE???

Attorno a Gesù il clima si riscalda e diventa contesa, come quando si comincia a rinfacciarsi: “Tu non capisci niente!”. Nicodemo viene rimbrottato, nonostante il suo consiglio pieno di buon senso. Persino i soldati restano sconvolti, non arrestano Gesù e esprimono la loro grande sorpresa: “Mai un uomo ha parlato così”. Come se ne potrà uscire? I capi dei sacerdoti consigliano con asprezza: “Studia, e vedrai…”. Basterà? Piuttosto occorre spalancare gli occhi e aprire il cuore alla realtà!...

 Vangelo secondo Giovanni 7,1-2.10.25-30

In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.
Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. Quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto.
Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia».
Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».
Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora.

DOMANDA E OSTILITA’

Riusciamo a immaginare il clima che circondava Gesù, man mano che la sua identità si svelava? Da parte di chi lo incontrava, incertezza e domanda sulla sua persona; da parte dei nemici, opposizione sempre più incalzante. Gesù continua a lanciare oltre se stesso le domande sulla sua origine: egli viene dal Padre che lo ha mandato. Nello svolgimento della sua missione, Gesù non cadrà vittima dei suoi oppositori, ma si consegnerà al Padre nell’ora stabilita.

Vangelo secondo Giovanni 5,31-47

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei:
«Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera.
Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce.
Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato.
E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato.
Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita.
Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio?
Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».

LA TESTIMONIANZA DEL PADRE

Con linguaggio chiaro e deciso Gesù dichiara la sua identità e l’origine della sua missione: è il Figlio del Padre che lo ha mandato e gli rende testimonianza con le opere che gli dà il potere di compiere. Ogni profeta e inviato da Dio viene garantito da testimoni. Gesù viene confermato dal Padre: i Vangeli – dal Battesimo alla Trasfigurazione - documentano la voce del Padre che riconosce il Figlio. Le opere che Gesù compie manifestano la gloria del Padre e svelano al mondo la sua immagine.

Vangelo secondo Giovanni 5,17-30

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco». Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.
Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati.
Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato.
In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno.
Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna.
Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.

IL PADRE E IL FIGLIO

Gesù ci introduce nel mistero della sua persona divina. La sua vita terrena ripropone a livello   umano il rapporto del Figlio con Dio Padre, dal quale viene generato come Verbo. Il Figlio divino comunica la vita oltre la morte a chi lo ascolta. La risurrezione sarà per tutti: risurrezione di vita per quanti fecero il bene, di condanna per quanti fecero il male. In quanto Figlio, della stessa natura del Padre, Gesù comunica a noi uomini la vita divina. Il Concilio di Nicea aiuta a comprenderlo.

Introduzione del celebrante
Nel cammino verso la Pasqua di risurrezione, ci affidiamo al Signore Gesù, che è venuto nel mondo non per condannare ma per salvare.

  1. Signore Gesù ti ringraziamo per la misericordia con la quale ci accogli in questa eucaristia e ci accompagni a vivere. La tua grazia ci sostenga nelle circostanze liete e laboriose della nostra vita,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù ti ringraziamo per i sacerdoti, ministri della tua misericordia nel sacramento della confessione. In questo tempo del Giubileo sostieni il cammino sinodale della tua Chiesa,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, apri le vie dell’intesa e della pace nel dialogo tra i capi delle nazioni, per il bene di tutti i popoli della terra. Sostieni la solidarietà in favore delle persone colpite da terremoti e carestie,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù ti affidiamo il cammino quaresimale della nostra comunità e delle nostre famiglie; insegnaci a pregare personalmente e insieme, per ritrovare il tuo volto e la tua compagnia,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante
Signore, ci affidiamo al tuo perdono e al tuo abbraccio che ci consola a ci apre il cuore e le mani verso il mondo.

MISERICORDIA CHE FA VIVERE

Di fronte al male del mondo e al male che sperimentiamo nella nostra vita, che cosa fa riprendere la speranza e la vita? La grazia del perdono rianima la persona, riunisce la comunità, ricostruisce un popolo. Non siamo frettolosi a condannare gli altri, magari per mettere al riparo noi stessi, ma apriamoci alla misericordia e al dialogo con tutti: familiari, figli, amici, colleghi. Gesù giudica con chiarezza il peccato, ma guarda con misericordia il peccatore. Domandiamo di essere guardati e di guardare con misericordia.