Vai al contenuto

Foto Dom Palme 2016Vangelo secondo Luca 19,28-40

In quel tempo, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: «Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui. E se qualcuno vi domanda: “Perché lo slegate?”, risponderete così: “Il Signore ne ha bisogno”».
Gli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto. Mentre slegavano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché slegate il puledro?». Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno».
Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo:
«Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore.
Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!».
Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma egli rispose: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre».

INGRESSO nella GRANDE SETTIMANA

Questa gente che accoglie in festa il Signore, siamo noi. Noi, contenti di essere cristiani e di riconoscere Gesù che entra in città, in casa, nella vita. Un momento dopo possiamo girargli le spalle. Di solito non con cattiveria, ma per superficialità: subito qualcosa ci distrae, subito c’è un’altra cosa da fare. Nella settimana santa che si apre oggi, Gesù ci invita a guardarlo, pensarlo, seguirlo. Come si guarda, si pensa e si ama un familiare, un amico: il Dio Figlio, nostro fratello che ci ama fino a dare interamente - e dolorosamente - se stesso.

 
Introduzione del celebrante
Iniziando la Settimana della Passione e Morte e Risurrezione del Signore Gesù, gli domandiamo la grazia di seguirlo con cuore di discepoli e amici

1. Signore Gesù, entrando in Gerusalemme tu dài inizio ai giorni della tua Passione, Morte, Risurrezione. Donaci di accompagnarti nella memoria della grande liturgia della Settimana Santa come discepoli, amici e familiari,
Noi Ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

2. O Signore Gesù ti affidiamo tutti i pastori che ci accompagnano a seguirti in questa Settimana; dona nuove vocazioni alla tua Chiesa,
Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

3. Per quanti condividono nell’anima e nel corpo la passione del Signore: malati, poveri, abbandonati, esiliati e senza patria. O Signore, apri all’accoglienza le frontiere del cuore e quelle degli stati
Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

4. Per tutti i fratelli della nostra comunità parrocchiale; perché possano incontrare il Signore nel sacramento della confessione pasquale e nel sacramento dell’Eucaristia
Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante
O Signore Gesù, concedici di guardarti e di seguirti come Maria, Giovanni, le donne e i discepoli che ti sono stati fedeli. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli

Spunto per la domenica
Ascoltiamo e guardiamo il racconto della Passione del Signore. Si apre una settimana in cui siamo chiamati a porre i nostri piedi sui passi del Signore, nelle grandi celebrazioni della Settimana Santa, in particolare Giovedì sera, Venerdì ore 15, Veglia pasquale del Sabato Santo. Il Signore ha camminato dentro la nostra vita salvandola: noi camminiamo dentro la sua.

L’ottava – e prima - opera di Misericordia

 

Le opere di misericordia nell’anno dei Giubileo sono ruscelli che diventano torrenti e si apprestano a diventare fiumi. Tanti i richiami i, abbondanti come la pioggia finalmente venuta a sbattere sulle nostre giornate quaresimali. Le comunità,  entrando per la Porta Santa della Cattedrale, vengono richiamate a dare un contributo per un Emporio destinato ad ospitare il via vai dei viveri dai supermercati alle tavole dei poveri; le parrocchie invitano famiglie e ragazzi a riempire la cesta dell’offertorio della messa una volta al mese; vengono presentate testimonianze della Caritas, del Banco Alimentare, di gruppi di volontariato.

“Se offrirai il tuo pane all’affamato…”, dice il profeta Isaia (58,7). Non è solo questione di pane e di cibo, di viveri e di bevande. Le storie che si incontrano e quelle che vengono raccontate, narrano di un bisogno che non prende solo lo stomaco, ma attraversa l’anima. Le persone che i volontari incontrano sulla soglia della loro casa, o quanti vengono a bussare alla tua porta o si prenotano puntuali al punto di distribuzione dei viveri, non hanno bisogno soltanto del ‘pacco’. La richiesta del cibo spesso è solo un pretesto, o piuttosto l’occasione per ricevere uno sguardo, scambiare una parola, mendicare un saluto. Che cosa domanda un uomo a un altro uomo? Che cosa gli può dare?

Nei miracoli che il Vangelo racconta, Gesù non sbriga la faccenda attraverso la guarigione o la distribuzione del pane. Lui sa che cosa c’è nel cuore di ogni uomo e che cosa domanda. La sete della samaritana va oltre il pozzo, la fame della folla rivela lo squarcio di una domanda di vita, gli occhi spenti del cieco si aprono a seguire il Maestro, e il paralitico ha bisogno ben più che di raddrizzare le gambe. Gesù compie miracoli che raggiungono l’anima. Zaccheo è guarito con un pranzo che scandalizza i benpensanti;  la donna adultera viene salvata dal linciaggio attraverso uno sguardo. La parola di Gesù incide il cuore dei facili accusatori: “Chi di voi è senza peccato scagli la prima pietra”; quindi Gesù rialza la donna dalla polvere della terra: “Donna, nessuno ti condanna? Neanch’io ti condanno”.

L’opera di misericordia più grande è la liberazione dal giudizio di condanna. La fretta dei giornali che sbattono in pagina uomini e donne feriti dal male prima che venga confermata la loro colpevolezza, è una forca che uccide. Nella nostra epoca individualista e giustizialista, il male sembra esistere solo quando possiamo imputarlo agli altri; si tenta di salvarsi in anticipo, condannando in fretta corrotti e peccatori. Il Vangelo ci fa scoprire che Gesù pratica un’ottava opera di misericordia, quella di abbracciare e rialzare i peccatori.