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Introduzione del celebrante

Siamo convocati in questa Eucaristia come gli apostoli e Maria nel Cenacolo, in comunione con Papa Leone che in questo giorno di Pentecoste accoglie associazioni e movimenti che partecipano al Giubileo della speranza.

Preghiamo: VIENI SPIRITO SANTO

  1. O Dio Padre, effondi il tuo Santo Spirito su tutta la Chiesa e su comunità e gruppi e su ciascun fedele, per rinnovarci nella fede, nella comunione e nella missione, per il bene nostro e del mondo intero,

Preghiamo: VIENI SPIRITO SANTO

  1. Signore Gesù rinnova il dono del tuo Spirito su Papa Leone, i vescovi, i sacerdoti e quanti hanno responsabilità nella Chiesa; donaci vocazioni al sacerdozio, alla vita missionaria e alla vita consacrata,

Preghiamo: VIENI SPIRITO SANTO

  1. Spirito Santo, entra nel cuore dei capi delle nazioni e nei paesi percossi dalla guerra e dalla violenza. Sostieni le decisioni e le iniziative di riconciliazione e di pace,

Preghiamo: VIENI SPIRITO SANTO

  1. Padre, Figlio, Spirito Santo, unico Dio in tre persone, rinnovaci con parola del Vangelo, i sacramenti della Chiesa e i doni e carismi che effondi sul tuo popolo,

Preghiamo: VIENI SPIRITO SANTO

Conclusione del celebrante

Padre Santo, rinnova per tutti il dono del tuo Spirito, e accompagnaci a vivere, sperare, amare, nell’unità della Chiesa per la vita del mondo. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen

IL PERCORSO DELLO SPIRITO

La Pentecoste è la grande festa che allarga la risurrezione di Gesù alle dimensioni del mondo. La sua vita, la sua Pasqua, la sua salvezza, sono per tutti. Lo Spirito Santo rinnova il desiderio di entrare nel mistero di Cristo e di vivere secondo il Vangelo, perché ogni uomo e ogni donna siano raggiunti dalla presenza salvatrice del Signore Gesù. Con l’invocazione dello Spirito Santo domandiamo i suoi doni per la vita e la speranza nostra e di tutti.      Vieni Santo Spirito. Vieni per Maria.

Vangelo secondo Giovanni 10,27-30

In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.
Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano.
Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».

IL NUOVO PAPA E TUTTI I PASTORI DELLA CHIESA

In questi giorni di trepidazione e attesa, abbiamo sperimentato il bisogno e la domanda di essere accompagnati dai pastori della Chiesa, in particolare dal Papa. Gesù buon pastore si rende visibile e vicino e ci accompagna attraverso la presenza dei pastori. Nessun cristiano vive da solo e cammina da solo. Avvertiamo l’urgenza anche di continuare ad avere i sacerdoti come compagni di viaggio e guide di comunità. L’unità di Papa, vescovi, sacerdoti è una garanzia per il nostro cammino di fede e per la nostra presenza nel mondo.

Vangelo secondo Marco 9,38-40

In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva».
Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi».

Un CUORE LARGO

Il bene è più grande del nostro recinto e del nostro cuore. Il bene ha origine nel cuore di Dio che ci ha creati per amore e ci dona amore. Gesù è venuto per purificare le nostre azioni e le nostre intenzioni, e per condurre al Padre tutto il bene che fiorisce nella terra degli uomini e delle donne. Gesù non è venuto a spegnere il fuoco, ma a alimentarlo. Possiamo essere suoi collaboratori.

Vangelo secondo Luca 5,1-11

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

UNA CHIAMATA DI SPERANZA

Il Vangelo rinnova la nostra speranza, vincendo delusioni e superando fatiche. Quante volte in famiglia, nel lavoro, nella vita sociale e nella compagnia della fede, viene la tentazione di mollare e lasciare andare tutto. Il principio della ripresa non siamo noi con le nostre povere energie, ma Gesù che nuovamente ci chiama e ci lancia. Egli ci fa guardare ogni giornata e ogni occasione con cuore nuovo e nuova decisione e ci ridona fiducia nell’esperienza di fede in compagnia con fratelli e sorelle.

Vangelo secondo Marco 4,35-41

In quel medesimo giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui.
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?».
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».

NON T’IMPORTA, SIGNORE?

La violenza delle onde che si rovesciano sulla vita ci fa gridare al Signore perché ce ne liberi. E Lui, come interviene? Può accadere il miracolo di un dramma che si risolve e di una situazione che si semplifica. Il vero miracolo tuttavia è un altro, quando ci lasciamo sorprendere dalla domanda finale degli apostoli: “Chi è costui?...”. L’esperienza della grazia di Gesù che è con noi anche nel mare in tempesta, questo è il vero miracolo.

Vangelo secondo Marco 2,23-28

In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe.
I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!».
E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».

UN RIPOSO PER VIVERE

In compagnia di Gesù i discepoli non fanno digiuno, fino a cogliere le spighe del campo in giorno di sabato, perché hanno fame. Gesù ci mette di fronte all’evidenza di ciò che vale: il rapporto con Lui, Figlio dell’uomo, signore della vita e di ogni avvenimento. Il ‘riposo del sabato’ è prescritto per riconoscere la presenza di Dio e ritrovare in Lui l’energia di ricominciare. Nella compagnia di Gesù riposiamo e veniamo rilanciati nella vita.

Vangelo secondo Marco 2, 18-22

In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e gli dissero: "Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?".
Gesù disse loro: "Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno.
Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!".

LA FESTA DELLO SPOSO

Dopo il racconto del miracolo alla festa di nozze a Cana, oggi il Vangelo ci presenta Gesù come sposo; la sua presenza è la festa dei discepoli. La vera opportunità per la nostra vita non viene dalla capacità di risolvere tutti i problemi, nostri o del mondo, ma dalla certezza della sua presenza che ci accompagna nell’amicizia della Chiesa e ci sostiene dal profondo del cuore. Un vestito nuovo e un vino nuovo per ogni giorno.

Vangelo secondo Luca 10,17-24

In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome».
Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

UN DONO SENZA PARAGONE

Ci potremo gloriare delle nostre imprese pastorali, dei nostri ‘successi’, della nostra fama? Tutto questo è fragile, e a volte è falso. Gesù ci ricentra: possiamo godere del fatto che siamo figli di Dio, che ci conosce per nome e ci ama. Possiamo godere della vittoria di Gesù sul male. Intanto, domandiamo un cuore semplice, una mente chiara, una libertà tesa al bene: doni imparagonabili rispetto a tutto il resto che c’è nel mondo.

Vangelo secondo Matteo 18,1-5.10

In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?».
Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.
Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.
Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli».

UN MONDO ABITATO

Un mondo abitato dagli Angeli che camminano accanto ai piccoli e ai grandi, volgendo occhi e cuore al Padre nostro che è nei cieli: lo spazio di tutto ciò che esiste è immensamente più grande di quello che possiamo misurare. Così come l’immensità insondabile delle galassie nell’universo, o l’infinitesima particella nell’atomo. Anche il tempo si allarga all’eternità, e le nostre giornate si aprono all’infinito. L’Angelo custode, creduto, amato, invocato, apre a questo cammino che ci conduce ‘oltre’, piccoli grandi.