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LA RAGAZZA CHE SAPEVA IL TEDESCO
Una vicenda che cattura il lettore dalla prima all’ultima pagina.
Una testimonianza di coraggio, audacia, carità.
Il volto giovane della fede e della misericordia.

Aprire le pagine di questo libro significa venire attratti nel flusso di un racconto che non ti molla fino alla fine. Non solo per la modalità di una scrittura rapida, descrittiva, dialogica, ma per il fascino di una vicenda reale, narrata in prima persona; e per la vivacità e l’intensità della testimonianza di una vita ricca di fede e audace di carità che il lettore vede scorrere sotto i tuoi occhi.
Di che cosa si tratta? E’ annunciato subito dalle prime righe:
“Sono a Parigi, vorrei incontrarla”: la protagonista riceve la telefonata del medico tedesco che quarant’anni prima, durante la seconda guerra mondiale, l’aveva tenuta imprigionata per diversi mesi, tormentandola con trattamenti che l’avevano quasi uccisa e ancora la condizionavano pesantemente.
La vicenda si snoda a partire da quest’ultimo incontro e riandando a tutti i passaggi precedenti. Lei, di nazionalità svizzera e di lingua tedesca, vive una bella infanzia in una famiglia nella quale il padre si converte al cattolicesimo in cui riconosce la possibilità di una relazione personale con Cristo; muore quando la bambina ha solo quattro anni, e la madre, insieme con la figlia, ritorna a vivere con la vasta famiglia dei genitori. Il nonno è professore di musica e compositore e la bimba si immerge nell’atmosfera musicale diventando ben presto una suonatrice di pianoforte acclamata in vari concerti. Nel 1939 la famiglia precipita nel gorgo della guerra: la casa dove abita in campagna nel sud della Francia dove s’è trasferita per le vacanze estive, viene a trovarsi sulla linea di confine tra la zona occupata dai tedeschi e il territorio ancora libero. Qui esplode la missione della diciottenne Maiti che – cittadina svizzera di lingua francese – viene in contatto con le truppe di occupazione. Svolge dapprima vari servizi alle persone della zona occupata, ottenendo il permesso di andare a provvedere alcuni beni necessari oltre la linea di demarcazione. A poco a poco la sua bicicletta si presta a un astuto e pericoloso passaggio di lettere e documenti, e lei fa transitare oltre confine – con audaci stratagemmi – vari gruppetti di persone in fuga o appartenenti alla Resistenza. Il lettore rimane stupito nel constatare la determinazione e la furbizia, e insieme l’audacia di fede della protagonista, in un’altalena di vicende che fanno trattenere il fiato.
Ed ecco la brutta sorpresa. Maiti si trova a Parigi per i soliti ‘motivi di studio’. La sua bicicletta viene bloccata da una pattuglia tedesca. Inizia l’incubo lungo tre mesi, raccontato con precisione eppure con sobrietà. Finalmente la liberazione, in un’incursione di ‘partigiani’.
La sua anima rimane limpida e salda, ma il suo corpo non è più quello di prima, e le cure dolorose non arrivano a ripristinare per lei l’uso del pianoforte. Farà dell’altro, con fede e tenacia, scoprendo nella sua debolezza una nuova vocazione. Fino al giorno in cui riceve la telefonata del suo aguzzino, per il quale aveva pregato ogni giorno, attingendo alla sorgente della misericordia.
Maiti Girtanne con Guillaume Tabard: Maiti. Resistenza e Perdono, Prefazione di Erik Varden, Itaca, Castel Bolognese 2022, pp 144 € 14,00
Angelo Busetto

 

 

Rivista: Credere oggi

Cosa significa ‘teologia dell’infanzia’? Esiste un ‘Dio dei bambini’? Certamente esiste un ‘Dio bambino’ e questo sarebbe un ottimo punto di partenza per la teologia dell’infanzia, già intrapreso da von Balthasar. Questo numero di Credere oggi, il quarto dell’annata in corso, parte dalle domande dei piccoli, che introducono tutto il mistero dell’essere, come un ricco portale di umanità e di fede. Il bambino che entra nella vita è pieno di meraviglia e vuole conoscere il mistero che avvolge cose e persone e l’intero essere. Sono i bambini a prenderci per mano sulla via di Dio e da essi dobbiamo lasciarci condurre per non chiudere l’orizzonte della vita e della fede. Dopo gli articoli di scoperta di questa ricca identità del bambino, alcuni originali e vivi, altri espressi nell’intrigo di teorie psicologiche, si apre anche la problematica dell’accompagnamento dei bambini nel territorio della fede cristiana. Come è possibile che l’età 0-6 anni risulti pressoché vuota di interventi pastorali? Eppure è l’età più fertile e più duratura. Ne nasce una nuova considerazione, ricca di promesse e di possibilità, per i bambini, i genitori, e l’intera comunità, nella quale è Gesù stesso a provocarci: “Se non diventerete come bambini, non entrerete mai”. Non tanto per l’ingenuità infantile, ma per l’apertura della vita e l’affidamento per un buon cammino, atteso e desiderato da ogni bambino.

a.b.

UN POPOLO LIBERATO

Trascorrere la Quaresima lasciandosi accompagnare dalla lettura di questo ‘romanzo di Mosè’ provoca un paragone tra le vicende narrate e quelle che tuttora stiamo vivendo. Casualmente ma non troppo, la lettura comincia il mercoledì delle Ceneri e termina il Sabato Santo, qualche ora prima dell’inizio della Veglia Pasquale. La memoria del passato si innesta nel presente e lo fermenta con una promessa di compimento. La schiavitù e la voglia di liberazione, l’entusiasmo per l’uscita dall’Egitto e il lungo travaglio del popolo ebreo, entrano in sintonia con l’altalena delle prescrizioni, delle limitazioni, delle piccole schiavitù a cui tutta l’umanità si trova sottoposta in questi ultimi mesi. La via che finalmente si apre all’ingresso nella terra promessa, segna la strada a tutti i cammini percorsi dall’umanità. Mosè è il protagonista, addestrato alle grandi prospettive dalla sua partecipazione alle vicende delle dinastie dell’antico Egitto. Ma il protagonista è soprattutto Dio. Si presenta in modo misterioso a Mosè e lo sospinge a interpellare il faraone insieme con il fratello Aronne, buon parlatore, per lasciare libero il suo popolo, destinato alla terra promessa. Laboriosamente e dolorosamente, il faraone insieme con il suo popolo si arrende e lascia partire gli ebrei. Inizia l’avventura del deserto, attraversata da delusioni, tradimenti, rivendicazioni, vendette. Il viaggio verso la terra promessa non finisce mai, incrocia nemici esterni e oppositori in mezzo al popolo. L’autore del romanzo dà vita a uomini e donne, a imprese piccole e grandi di smarrimento e di ripresa. Vengono descritte proteste e delusioni, guerre e guerriglie, fame e sete che conducono alla totale sparizione della generazione uscita dall’ Egitto. Sarà migliore la generazione che segue? Sarà migliore la nostra generazione? O la prossima? La storia di Dio misericordioso che si china sugli uomini e li protegge, continua. Lo sperimentiamo pure noi, già introdotti da Gesù risorto nel territorio della liberazione

Jan Dobraczynski, Deserto, il romanzo di Mosè, Morcelliana 2009.3 pp 398 € 24.00

 

LA SCOPERTA CHE INCANTA

Bellissima Quaresima

Presentazione questa sera, Mercoledì 3 marzo 2021 ore 21.

Ecco i numeri per il collegamento ZOOM:

897 7238 4330                                Passcode: 909300

 

Oppure entra nella riunione in Zoom con questo link

https: //us02web.zoom.us/j/89772384330pwd=NlJEM0F0eTFuTytJMnZwTzRXVkxRUT09

DON GIUSSANI, IL PENSIERO E L’AZIONE

 

Un Convegno di studi sul ‘percorso teologico e l’apertura ecumenica’ di don Luigi Giussani: si è svolto non in Italia, ma in Svizzera, alla Facoltà teologica di Lugano, dall’11 al 13 dicembre 2017. Questo ampio volume ne riporta gli atti. Chi è addestrato a seguire gli scritti di don Giussani, riconosce qui il suo pensiero e la sua azione esposti con ordine e sistematicità, e ne ritrova radici e ampliamenti. Per altri, questo testo può costituire una scoperta ricca e sorprendente. Si parte dalla descrizione dell’ambiente formativo, quel ‘cattolicesimo ambrosiano’ che don Giussani ha respirato e professato in famiglia, e poi nei dieci anni di Seminario a Venegono, seguiti dagli anni di insegnamento della teologia e quindi da un rapporto dinamico con i vescovi e con tutto l’ambiente della vita cristiana milanese. Il punto di partenza del pensiero di don Giussani è la sua concezione dell’uomo, aperto all’infinito. Il suoi primi appunti sul ‘senso religioso’ vengono pubblicati in coincidenza con la lettera pastorale dell’arcivescovo Montini, poi Paolo VI, che ha lo stesso titolo. Il percorso di scoperta del pensiero di don Giussani rileva il rapporto con la tradizione della Chiesa, con J.H. Newman e con alcuni dei grandi protagonisti del novecento, Guardini e De Lubac, von Balthasar e Ratzinger. L’apertura ecumenica di Giussani si rivolge in particolare al pensiero protestante americano e all’ortodossia russa, mentre il percorso letterario incontra poeti come Leopardi, Pascoli, Péguy, Eliot, Rebora, A.Negri, fino a Montale e Pavese. Giussani appare uomo di fede, uomo di Chiesa, profondamente immerso nel suo tempo. E’ la linea dell’incarnazione che porta a riconoscere Cristo presente qui ed ora. Il suo grande impegno educativo, iniziato come insegnante di religione in liceo a Milano e proseguito come guida di un numero sterminato di giovani e adulti soprattutto con la diffusione del Movimento in Italia a nel mondo, viene variamente documentato. Come sottolinea nella ‘lectio magistralis’ conclusiva Julian Carron, successore di Giussani alla guida della Fraternità di Comunione e Liberazione, il fattore essenziale del cammino di don Giussani è l’esperienza, cioè l’impatto con la realtà nella quale la proposta della fede trova la sua verifica. Un buon cammino, con il quale giova confrontarsi. Un nuovo sviluppo sul ‘pensiero sorgivo’ e sull’opera di don Giussani, con l’intervento di vari studiosi, viene proposto dalla stessa Facoltà di Lugano in vista del 2022, anno centenario della nascita di don Giussani.

AA.VV. Luigi Giussani. Il percorso teologico e l’apertura ecumenica, Eupress FTL – Cantagalli – Lugano-Siena 2018 pp 472 € 23,00
Angelo Busetto

A me gli occhi

Se il sorriso svanisce sotto la mascherina, negli occhi continua a brillare. Gli occhi: ne vediamo non solo il colore, ma ne intuiamo la profondità. Ci viene dato l’occasione per ‘guardare negli occhi’ le persone vive e per considerare gli occhi dei dipinti, scoprendone la densità e bellezza. Con Luoghi dell’infinito, il mensile allegato al quotidiano Avvenire, nel mese di febbraio ci imbattiamo nell’occhio di Gesù deciso e compassionevole che incrocia l’occhio torvo di Giuda il traditore. Splendono gli occhi di nel ritratto di Antonello da Messina e nella trasfigurazione di Raffaello, e possiamo immaginare l’occhio di Gesù attraverso il velo della Veronica. Veniamo condotti a scrutare i potenti occhi degli dei, in una scorsa panoramica delle religioni. La storia della pittura è piena di occhi, da Giovanni Pisano a Tiziano, da Velasquez a Martini. Ci sono occhi che si proiettano dalle fotografia, nuova arte visiva; tra i protagonisti, l’obiettivo di Steve McCurry, che percorre America e India, Afghanistan e Torri Gemelle. Ci vediamo scrutati persino dagli occhi degli animali. In altre pagine vediamo il ‘crepuscolo rosa’ del Tiepolo in una mostra in corso a Milano, e indugiamo nella vallata dei Walser a Gressoney. Tutto il mondo brilla nei nostri occhi.

POESIA E SANTITA’

Quando la poesia incontra la santità, la scena si illumina e il cuore si riscalda. La lettura diventa evocativa, entrando nel mistero dell’azione di Dio che incontra la libertà dell’uomo. Questa volta l’interlocutore è il santo medico lombardo Riccardo Pampuri. Nato a Trivolzio, in provincia di Pavia nel 1897, penultimo di 11 figli, rimane orfano di mamma a tre anni e orfano di padre a dieci. Viene affidato agli zii materni. Nell’ambulatorio di zio Carlo, il piccolo Erminio intuisce già la sua futura professione di medico. Frequenta il liceo e la facoltà di medicina a Pavia. Nel 1917, nel pieno della prima grande guerra, è chiamato al fronte come ausiliario medico. Nel 1923 diventa medico condotto a Morimondo, un paese vicino al suo, e nel 1927 entra nell’Ordine ospedaliero dei Fatebenefratelli, prendendo il nome di Riccardo. Con questa vita si paragona un autore addestrato a presentare personaggi biblici e santi attraverso quella ‘fantasia reale’ che si esprime nella forma del dialogo e dell’impianto teatrale. Questa composizione letteraria si svolge in quattro quadri, ampi i primi due, più veloci gli altri, come descrive il vescovo di Pavia Corrado Sanguineti nella nota introduttiva. Dapprima il bambino meravigliato di fronte alla vita, poi il soldato che nella disfatta di Caporetto raccoglie un carretto di medicine e una mucca, con la quale faticosamente sotto la pioggia arriva fino alla postazione medica di Latisana. Si giunge alla fine della vita, anzi alla fine senza fine, a trentatre anni, l’età di Gesù.  Questa ‘azione drammatica’ – da cui è tratto uno spettacolo prodotto dal Teatro degli Scarrozzanti – si completa con un’appendice di grazie e miracoli: “Mentre Riccardo che ora è su nei cieli / ringrazia il Suo Signore e aggiunge solo - / Un buon dottore fa sempre il suo mestiere”.

Giampiero Pizzol, Grazie, dottor Pampuri, Illustrazioni di Franco Vignazia, Mimep-Docete, Milano 2020, pp 126 € 8,00

Angelo Busetto

 

Quanti giornalisti incontrano il Papa, quanti lo intervistano, lo raccontano, lo pubblicizzano? L’autore di questo libro è un giornalista di razza, dalla lunga e variegata carriera, conclusa come direttore per l’informazione a Tv2000 e Inblu Radio. Arrivato alla pensione, si trova a buttar giù ‘un diario dei ricordi personali di papa Francesco, da condividere con figli, parenti, amici’. Così è. Ma la voce corre e la platea inevitabilmente si allarga. Così il diario diventa un libro, ‘che farà bene a chi lo legge’, come decretano gli amici. Si potrebbe quasi dire che ci troviamo di fronte alla storia di un’amicizia. Brunelli conosce il cardinal Bergoglio nel 2001, e il rapporto tra i due si sviluppa in termini confidenziali che permettono al nostro di entrare nella vita e nel cuore del cardinale che poi diventa papa: incontri personali, telefonate, mail. Il racconto, ricco di episodi anche inediti e di sorprese soprattutto nella parte meno nota, quella che precede il periodo del pontificato, conduce a scoprire l’anima del Papa, le sue intenzioni profonde, la sua libertà di spirito, la sua dedizione a Dio e all’uomo. Le pagine del libro scorrono veloci come quelle di un romanzo. Non solo viene delineato uno schizzo originale e parlante della figura di papa Francesco, ma si fa piazza pulita di cattive interpretazioni circa alcuni suoi gesti e parole, che andrebbero conosciuti e interpretati nel loro contesto. Un libro utile a chi ama il papa e anche a chi lo riduce o lo contesta.

Lucio Brunelli, Papa Francesco, Come l’ho conosciuto io, San Paolo, Milano 2020, pp 192 € 16,00