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«Spegnete la tv e fate figli» disse il parroco. Boom di nascite
CASTELLO DI GODEGO ( TREVISO)  Avvenire, sabato 30 settembre 

È proprio vero che la denatalità accompagna la ripresa economica la quale sottrae tempo ed energie alla famiglia? «Nulla di più falso, almeno qui a Godego » smentisce il parroco don Gerardo Giacometti. Siamo nel profondo Nordest, in provincia di Treviso, dove, tra l’altro, il 10 per cento di immigrati si è puntualmente integrato. Ed ecco i numeri. Da gennaio a settembre di quest’anno ci sono stati ben 54 battesimi ed altri 5 sono in arrivo (40 i funerali) contro i 46 di tutto il 2016 (con 52 morti) ed i 45 del 2015 (con 56 decessi). Le nascite sono ancora più numerose, perché, ad esempio, mancano dall’elenco dei battesimi i neonati di coppie musulmane o di altre religioni.
Perché, dunque, quest’inversione di tendenza? «Cari genitori, spegnete la televisione e i cellulari e datevi da fare» ha esortato l’anno scorso il parroco dal pulpito. «Un anno dopo sto constatando che mi hanno preso alla lettera – sorride don Gerardo –. ...continua a leggere "A Godego, dove la famiglia conta"

Domani, domenica, ascolteremo nel Vangelo della Messa un bell’invito di Gesù.
Poi alle ore 16 in cattedrale il Vescovo inizierà l’anno pastorale per la diocesi.

Vangelo secondo Luca 9,43-45

In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».
Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.

CONSEGNATO NELLE NOSTRE MANI

Che ne facciamo di Cristo, quando si consegna nelle nostre mani? La prima consegna di Gesù ha provocato la sua croce e la sua morte. Cristo continua a consegnarsi a noi, uomini e donne, come un amante disarmato. Tanti lo hanno accolto con amore, cura, passione. Cristo continua ad amarci ‘fino alla fine’, donando tutto di sé. Egli disarma tutte le nostre pretesi, ci riempie di silenzio e ammirazione, e ci induce a porre i nostri passi dietro a Lui.

 

Invito amici e quanti lo desiderano, in un luogo di Chioggia molto bello, la Pinacoteca della Santissima Trinità, in piazzetta XX settembre presso il Municipio, Lunedì 2 ottobre, festa degli Angeli Custodi, alle ore 21. Piergiorgio Bighin e alcuni altri amici ci faranno gustare alcuni RIFLESSI DI VITA dalla lettura di

CAMMINARE SULL'ACQUA

l'ultimo mio libro che le Edizioni Paoline hanno pubblicato con la presentazione di Andrea Tornielli.

Mi farà molto piacere vedervi.

Un caro saluto!!

don Angelo

Camminare sull'acqua

Consiglio agli amici preti e anche agli amici laici, di leggere questo testo del vescovo Camisasca.  Aiuta a riposare e a lavorare.... 

 

Nell’immagine: V. Van Gogh, Mezzogiorno: riposo dal lavoro, 1890

Meditazione del vescovo Massimo Camisasca

sul senso autentico del riposo

settembre 2017

L’esperienza del riposo è, paradossalmente, un’esperienza difficile da vivere in modo equilibrato e sano per la maggior parte dei preti e forse oggi per moltissimi uomini e donne.
La vita del prete, infatti, è, nei nostri tempi, assediata da molte richieste e perciò da molte attività. Sembra che non ci debba essere posto per il riposo. Anche perché i giorni tradizionalmente assegnati al riposo, quelli che oggi sono chiamati coMn termine laico week-end, e che nella tradizione cristiana sono piuttosto l’inizio della settimana, costituiscono in realtà un tempo di grande occupazione per la maggior parte dei sacerdoti.
Come uscire da questa difficoltà? Innanzitutto occorre riprendere coscienza del significato e del posto del riposo nella nostra vita. In secondo luogo occorre mettere in atto tutto ciò che serve per custodirlo e per viverlo nella sua giusta dimensione. ...continua a leggere "Il riposo che desideriamo"

Ciao! Stasera in Duomo ore 21-22, Parola, Preghiera, Adorazione

Dal Vangelo secondo Giovanni 1,47-51

In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

IN UNA GRANDE COMPAGNIA

Anche gli Angeli sono protagonisti della storia della salvezza. Per l'importanza della loro azione documentata nella Bibbia, alcuni vengono qualificati come Arcangeli: Michele combatte le forze del male impersonate da Satana, Raffaele accompagna Tobia nel viaggio per la guarigione del padre, Gabriele porta a Maria l'annuncio della nascita del Redentore. Il cielo si popola di una nuova compagnia e gli uomini trovano degli aiuti speciali; la comunione degli esseri creati da Dio si allarga e il nostro cammino verso il compimento diventa più sicuro.

 

Vangelo secondo Luca 9,7-9

In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti».
Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.

LA SORPRESA GESU’

Gesù è una sorpresa: “Chi è costui?”. Si tenta di definirlo e incasellarlo, ma Egli supera ogni immagine e ogni previsione. Anche noi oggi, siamo in cammino per conoscerlo e per seguirlo, e mai lo afferriamo completamente. Egli, uomo perfetto, supera ogni nostra misura perché è il Figlio eterno di Dio venuto a vivere nella condizione umana. Possiamo dunque domandarlo, conoscerlo, seguirlo come nostra felicità e salvezza, senza cadere nella ingannatrice curiosità di Erode.

 

Vangelo secondo Luca 9,1-6

In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi.
Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro».
Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni.

A PRIMA VISTA

Gesù non tiene nulla per sé, nemmeno il potere di guarire gli infermi, ma tutto consegna agli apostoli. La missione di salvezza che trae origine da lui, si allarga fino alla fine del mondo. A una condizione: non portare nulla con sé, nulla che appesantisca il viaggio o renda equivoco lo scopo della missione. Siamo chiamati ad annunciare, testimoniare e donare Cristo. Chi ci incontra dovrà avere la possibilità di riconoscerlo a prima vista, come è accaduto per San Vincenzo e la sua carità.

 

 

Vangelo secondo Luca 8,19-21

In quel tempo, andarono da Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla.
Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti».
Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».

NUOVA FRATERNITA’

Belle e sconcertanti le parole di Gesù. Egli allarga la maternità e la fraternità a tutti i discepoli che lo seguono. Anche Maria, la madre che l’ha concepito e generato, ha ascoltato la parola di Dio attraverso l’angelo e l’ha accolta nella sua carne. Gesù allarga la sua famiglia e crea una nuova fraternità che non si limita alla carne e al sangue, ma trova origine dal rapporto con Lui: nuovo sangue e nuova linfa, nuova famiglia e nuova umanità.

 

Vangelo secondo Luca 8,16-18

In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce. Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce.
Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere».

LUCE e VITA

Quello che Gesù annuncia non appartiene a una società segreta o a una religione per iniziati. E’ luce e vita per tutti. Può rivelarsi a poco a poco, come il sole che sorge; viene conosciuto da una mente che si apre e un cuore che si scioglie. Non sprofonda in un pozzo segreto. Splende negli occhi, si manifesta nelle parole, si riconosce nella vita. Gesù che dice: “Io sono la luce del mondo”, dice anche, ai discepoli, a noi: “Voi siete la luce del mondo”.