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Vangelo secondo Marco 9,2-13

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elìa con Mosè e conversavano con Gesù.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati.
Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!».
E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.
E lo interrogavano: «Perché gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?». Egli rispose loro: «Sì, prima viene Elìa e ristabilisce ogni cosa; ma, come sta scritto del Figlio dell’uomo? Che deve soffrire molto ed essere disprezzato. Io però vi dico che Elìa è già venuto e gli hanno fatto quello che hanno voluto, come sta scritto di lui».

CON GESU’ SUL MONTE

Il Paradiso è Gesù: guardare Lui e stare con Lui. Gesù dona un anticipo ai tre amici prediletti, come albore di risurrezione, facendoli partecipare alla sua compiuta bellezza. Egli chiamerà tuttavia gli stessi tre amici a partecipare all’angoscia della passione nell’Orto degli Ulivi, ed essi non reggeranno. Il cammino del Signore, fatto del dolore della croce e della gloria delle risurrezione, continua nella vita dei discepoli, in particolare nei martiri e nei perseguitati di tutte le forme di ingiustizia.

24 febbraio 2019
Domenica VII del Tempo Ordinario, Ciclo C

Introduzione del celebrante
Con fiducia domandiamo a te quello che è impossibile all’uomo, ma è possibile a Dio Padre, buono e grande nell’amore,

Diciamo insieme: DONACI UN CUORE NUOVO O SIGNORE

1. Signore Gesù, la tua grazia cambi il nostro cuore perché accogliamo il tuo insegnamento e la tua testimonianza sull’amore e sul perdono,
Preghiamo insieme: DONACI UN CUORE NUOVO O SIGNORE

2. Signore Gesù, dona sapienza, chiarezza e decisione a Papa Francesco e ai vescovi, per discernere il bene della vita dei sacerdoti e dei consacrati, degli sposati, dei responsabili delle nazioni e degli apparati economici
Preghiamo insieme: DONACI UN CUORE NUOVO O SIGNORE

3. Signore Gesù, donaci di manifestare nella nostra vita il volto del Vangelo, superando le barriere della sfiducia, dell’indifferenza e dell’odio, in famiglia, nel lavoro e nella vita pubblica,
Preghiamo insieme: DONACI UN CUORE NUOVO O SIGNORE

4. Signore Gesù, Ti affidiamo la nostra comunità: diventi per tutti un luogo di accoglienza e di verità, edificandoci gli uni gli altri nella preghiera e nella carità, senza timore di professarci cristiani di fronte al mondo,
Preghiamo insieme: DONACI UN CUORE NUOVO O SIGNORE

Conclusione del celebrante
Signore, accogli la preghiera del tuo popolo; rendici docili e fedeli alla tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

Traccia per la festa
Gesù propone una logica diversa, una misura diversa nei rapporti tra persone. Egli contraddice il nostro istinto ma alla fine si rivela più umano e più costruttivo. Nel nostro mondo, c’è bisogno del supplemento di umanità che nasce dal Vangelo. Impariamo dagli esempi di carità e perdono che ci vengono testimoniati.

Vangelo secondo Matteo 16,13-19

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

IL PRIMO

Simon Pietro è il primo a riconoscere Gesù. Noi gli andiamo dietro, come grande testimone della vita di Gesù, al quale il Padre ha aperto occhi e cuore. Gesù si fida della fede di Pietro, anche quando la sua coerenza traballa. La fede e l’amore riporteranno sempre Pietro a riprendere il cammino, e lo confermeranno nell’adesione al suo Signore. Per coloro che desiderano seguire Gesù, Pietro, impersonato nel Papa che siede nella sua stessa ‘cattedra’, permane come perpetua garanzia.

Vangelo secondo Marco 8,27-33

In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti».
Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.
Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».

RICONOSCERE CRISTO

Quella di Gesù non è un’indagine di opinione sul suo conto. E’ invece una domanda drammatica. Gesù viene, incontra, parla, perdona, salva, con immensa passione e dedizione. Attraverso di lui, Dio si comunica agli uomini, svelandosi con viscere di Padre, volto di Figlio, cuore di Spirito Santo. Egli è il Salvatore promesso, il Messia annunciato. Nello stesso tempo, Egli è infinitamente di più. L’ultimo atto dello svelamento percorrerà la via impensabile della morte e risurrezione. Solo un cuore semplice e una mente docile potranno riconoscerlo.

Vangelo di Marco 8,22-26

Giunsero a Betsàida, e gli condussero un cieco, pregandolo di toccarlo. Allora prese il cieco per mano, lo condusse fuori dal villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?». Quello, alzando gli occhi, diceva: «Vedo la gente, perché vedo come degli alberi che camminano». Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente, fu guarito e da lontano vedeva distintamente ogni cosa. E lo rimandò a casa sua dicendo: «Non entrare nemmeno nel villaggio».

MIRACOLO IN PROGRESSIONE

Bello questo ‘miracolo in progressione’: il cieco guarito, prima vede la sagoma delle persone, poi vede distintamente ogni cosa. Nel contatto con Gesù, i nostri occhi si aprono progressivamente a vedere la realtà, a riconoscere e amare le persone, a valutare il bene e il male. Non solo la grazia della vista, ma anche la chiarezza del cuore e la limpidezza della volontà. L’incontro con Cristo ci avvicina alla realtà e ci permette di scoprire il mondo e il senso di tutto ciò che esiste.

Vangelo di Marco 8,14-21

In quel tempo, i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un solo pane. Allora egli li ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!». Ma quelli discutevano fra loro perché non avevano pane. Si accorse di questo e disse loro: «Perché discutete che non avete pane? Non capite ancora e non comprendete? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate, quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Dodici». «E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Sette». E disse loro: «Non comprendete ancora?».

IN CERCA DEL PANE

Preoccupàti per la mancanza di pane, smemorati rispetto ai miracoli già visti, i discepoli sono incapaci di capire i discorsi di Gesù. Si vede e si capisce non solo con gli occhi, ma con il cuore. Gesù insiste a metterli di fronte all’evidenza dei fatti: ma anche i fatti non si vedono se il cuore non si apre. Ricchi dei doni del Signore, domandiamo di riconoscerli, per arrivare ad accorgerci che il vero Pane che sazia la vita è Cristo stesso presente oggi.

Vangelo di Marco 8,11-13

In quel tempo, vennero i farisei e si misero a discutere con Gesù, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova. Ma egli sospirò profondamente e disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In verità io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno». Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l’altra riva.

ALL’ALTRA RIVA

Sbrigativo, fino ad apparire scontroso. Gesù si sottrae alla pretesa dei farisei, e sguscia via scivolando con la barca sull’acqua. All’altra riva c’è silenzio e il Padre che lo attende. Forse c’è anche la folla che lo desidera e lo attende, con fiducia ma senza pretesa. Gesù non accetta di essere sfidato. Egli è venuto a compiere la volontà del Padre, e il Padre gli chiede di dare la vita per coloro che gli vengono affidati.

Vangelo secondo Luca 6,17.20-26

In quel tempo, Gesù, disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne.
Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete,
perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».

IL VERO BENE

Soldi, soldi, soldi. I soldi non bastano mai. La salute, abbiamo paura di perderla. La festa finisce troppo presto. La gloria è come il sole: sorge la mattina, tramonta la sera. Quale bene ci basta? E il bene vero, qual è? Spendiamo la vita all’inseguimento di una soddisfazione, una corrispondenza, un amore che non arrivano mai. Gesù ci insegna a non ricercare la felicità nelle cose che abbiamo, e nemmeno in noi stessi, nei programmi e nelle pretese della vita. E dove, dunque? Sembra che la felicità non possa essere un obiettivo diretto, ma un avvenimento che accade quando fai dell’altro. La felicità sgorga da una fonte nascosta. Ti alzi al mattino affidandoti a Dio. Ti addormenti la sera domandando la sua misericordia. Perdoni nella giornata senza calcolare il male che pensi di aver ricevuto. Doni tempo ed energie senza pretendere e attendere alcun contraccambio. Guardi tutto il bene che ti circonda e ringrazi il Dio della vita. La beatitudine che il Signore ti promette viene a incontrarti sulla soglia di casa.

Vangelo di Marco 8,1-10

In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano». Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette». Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli. Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò. Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà.

IL DI PIU’

La gente segue Gesù fino a trascurare il bisogno di mangiare. C’è qualcosa, Qualcuno che vale di più. Chissà come quelle persone avranno apprezzato il pane nuovo e i pesciolini ben cotti che Gesù ha fatto distribuire a tutti! Il miracolo dei pani e dei pesci dimostra che, seguendo Gesù, non si perde ma si guadagna. Gesù è il ‘di più’ di cui abbiamo bisogno. Per convincersene, occorre avere la libertà di mettersi a provarlo. Nel frattempo, guardiamo la faccia di chi realmente segue il Signore.

Vangelo di Marco 7,31-37

In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!»

UDIRE E PARLARE

Questo è un miracolo che svela il valore e l’importanza dell’ascolto e della parola. San Paolo ricorda che non si può credere senza l’annuncio e senza l’ascolto. Il sordomuto guarito, non solo ci sente, ma proclama il miracolo, insieme con gli altri che sono con lui. La gratitudine, la testimonianza, l’annuncio esprimono la bellezza e la novità dell’incontro con Cristo e ne rendono partecipe il mondo. Quale altro scopo, quale altro compito più significativo di questo?