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CATTEDRALI E CAVALIERI

Quanto tempo ci vuole per la costruzione di una cattedrale? A Chioggia sono bastati poco più di tre anni per l'innalzamento delle mura, mentre i riempimenti e abbellimenti interni sono proseguiti per oltre un secolo. Il completamento del duomo di Milano sembrò non arrivare mai, occupando un numero sterminato di partecipanti e di maestranze. La costruzione di una cattedrale diventa l'immagine della vita e di una intera storia; la sua struttura raccoglie e riassume tutto l'umano, il nascere e il morire, il peccato e la grazia, il singolo e la comunità.
L'immagine della cattedrale viene evocata con i ragazzi che si richiamano alle imprese e alla promessa degli antichi cavalieri del Graal. La tematica della vacanza estiva gira intorno all'impresa di una Cattedrale in costruzione. Fin dalla prima serata, lanciata con alcuni richiami 'dal vivo' di Papa Francesco, uno spezzone teatrale di ragazzi in costume d'epoca sceneggiano San Francesco convertito e ricostruttore della chiesa di San Damiano. Ogni giornata apre sulla vita di s.Francesco e lancia l'avventura. I ragazzi scoprono un compito nella vita, gli adulti sperimentano la vita come missione. Nei brevi giorni che si rincorrono cresce la familiarità e la gioia. Alla fine della giornata cresce il numero di ragazzi e adulti che partecipano alla Messa 'facoltativa', e anche il sacerdote riscopre l'essenzialità della funzione sacramentale. Il 'giocone' che occupa un'intera mattinata vede i ragazzi dividersi in quattro gruppi, che richiamano il modello degli antichi costruttori di cattedrali: cavatori, muratori, scalpellini, falegnami. Tutti presi dall'opera di costruzione di una cattedrale di cartoni e di persone. Tra un gioco di movimento e un altro di sveltezza, sul grande prato pieno di sole le squadre si inseguono nelle corse, nei lanci della palla, nello scambio di scarpe e calzini, e finalmente si ricompattano nell'assemblare cubi di cartoni e abbozzi di disegni. Spuntano ai quattro lati della verde radura l'abbozzo di un portale e la silhouette delle colonne, il disegno di una Madonna a colori e il crocifisso di san Damiano con grossi chiodi sporgenti. Ed ecco sullo sfondo dell'altare ergersi una croce alla quale è appeso un Cristo vivo, impersonato da un ragazzino a braccia distese. S'innalzano le guglie, rappresentate dai ragazzi più robusti che portano sulle spalle esili ragazzini che a loro volta protendono in alto le braccia, chiudendole a punta. C'è anche la Madonnina del Duomo di Milano, impersonata da una ragazzina vestita d'azzurro e incoronata. All'Angelus che conclude la mattinata ci accorgiamo di essere noi stessi una cattedrale che cresce con mura e colonne, seguendo l'architetto che innalza la sua costruzione nel cerchio fantastico delle Dolomiti.

Vangelo secondo Matteo 19,27-29

In quel tempo, Pietro, disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».

NULLA ANTEPORRE A DIO

Il giovane Benedetto si allontana dalla confusione di Roma e si stabilisce in un luogo solitario presso Subiaco. Attraverso varie vicende, viene raggiunto da persone attratte dalla sua vita. Benedetto riformula la regola della vita comune e stabilisce il monastero come famiglia, con il padre-abate, i fratelli, e tutto ‘il villaggio’ circostante. Cresce un’opera di bonifica umana e sociale, a partire dal principio ‘Nulla anteporre a Dio’. Realizza il centuplo con le persone che ritrovano dignità, e l’Europa che rinasce dopo la caduta dell’Impero Romano.

Vangelo secondo Matteo 9,32-38

In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni».
Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!».

DA UNO A TUTTI

L’esperienza di liberazione dal demonio e da ogni malattia e infermità, sospinge Gesù ad estendere alle folle la salvezza. Come percorrere tutte le strade del mondo? La messe abbondante richiede molti operai. Gesù invita pregare il Signore della messe, il Padre. Viene da pensare subito al problema delle vocazioni sacerdotali e religiose. E sia. Ma ciascun cristiano può essere pastore e testimone verso altri: figli, parenti, colleghi, persone incontrate occasionalmente. In questo modo il cristianesimo si è diffuso fin dall’inizio.

Vangelo secondo Matteo 9,18-26

In quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli.
Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata.
Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione.

GESU’ IN AZIONE

In modo spiccio ed essenziale, Matteo racconta lo stesso episodio che abbiamo sentito raccontare da Marco due domeniche fa. L’evangelista Matteo non dà risalto ai particolari e ai personaggi di contorno di questo e di altri episodi, perché è tutto concentrato su Gesù e sulla sua opera e vuole condurre i lettori a guardare a Lui. Così forse è più facile immaginare la presenza di Gesù in altre situazioni analoghe, come le vicende della nostra stessa vita, dove Cristo vive e agisce oggi .

Con la novità della sua vita, con una presenza che guarda e salva: Oggi Gesù ci incontra nella nostra ‘patria’, la Chiesa. Ciao!!

Vangelo secondo Marco 6,1-6

In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.

QUELLI CHE CREDONO DI SAPERE

Da duemila anni - e chissà da quanti anni addietro - uomini e donne reagiscono allo stesso modo: quando credono di sapere una cosa o di conoscere qualcuno, non lanciano più in campo la palla della curiosità e chiudono la partita. Se una novità li percuote, si scansano e non se ne lasciano invadere; sfumano le occasioni e la vita si appiattisce. Così reagisce la gente di Nazaret di fronte a Gesù. L'avevano in paese quel bravo giovane, lo apprezzavano per i lavori ben fatti e onestamente retribuiti. Avevano conosciuto prima il padre Giuseppe, che ora non c’era più, la madre Maria, e tutto il clan familiare di parenti e cugini. Ora non è più di così.
Ora ‘quel’ Gesù si presenta con la novità di una sapienza straordinaria e di una operatività sconosciuta. Come fare ad accoglierlo?
Per accoglierlo bisogna riconoscere il bisogno profondo del nostro cuore. E bisogna anche aprirlo il cuore: alla curiosità, all’attesa, alla domanda. Occorre almeno fare attenzione, guardare, tentare di capire. Infine, occorre sperimentare sulla propria pelle la novità che ci si presenta davanti. Solo in questo modo Cristo convince.

Ciao! Dal Vangelo di oggi viene un invito: stare con Gesù che ci chiama a fare festa con lui, lo sposo, donandoci il suo perdono, la sua parola, il suo corpo domani, domenica!!! Ciao!! Don Angelo

Vangelo secondo Matteo 9,14-17

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».

SPOSO E INVITATI

Gesù è lo sposo e noi siamo gli invitati. Con questa immagine Gesù dice il suo cuore: Egli ci ama totalmente e teneramente; nello stesso tempo dice la nostra condizione di amici e invitati, chiamati a far festa con lui. Certo, siamo chiamati a condividere tutto il suo destino, piangendo quando Lui sale sulla croce e ci viene tolto. Gesù va ancora oltre: ci consegna un vestito, ci dona un vino nuovo in otri nuovi: la vita nuova di figli della risurrezione.

Vangelo secondo Matteo 9,9-13

In quel tempo Gesù, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».

UN GRANDE TESORO

Ecco un esempio di risposta immediata e intera. Matteo viene trascinato dallo sguardo e dalla parola di Gesù, il quale entra di botto nella vita sua e dei suoi amici. Come una grossa pietra gettata nello stagno, Gesù provoca sommovimento tutto intorno. Egli imposta in un nuovo modo il rapporto con le persone, senza porre condizioni previe e senza riserve. Guardandolo e seguendolo, la vita cambia, come quella di chi si imbatte in un grande tesoro. Vale anche per i piccoli, come Maria Goretti.

Vangelo secondo Matteo, 9,1-18

In quel tempo, giunto salito su una barca, Gesù passò all'altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati». Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire «Ti sono perdonati i peccati», oppure dire «Àlzati e cammina»? Ma, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati - disse allora al paralitico -, prendi il tuo letto e va' a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua. Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.

UN MIRACOLO INTERO

Non ci basta mai il bene che Dio compie per noi. Avremmo sempre qualche riserva da muovergli e qualche suggerimento da dargli. Questa volta, l'obiezione dei farisei offre a Gesù l'occasione di portare a compimento la sua opera, salvando interamente il paralitico, che si carica sulle spalle il lettuccio e torna a casa sua. Di quale miracolo abbiamo bisogno per tornare a camminare, e riprendere con energia e pace il lavoro della vita ?