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Domenica 13 settembre 2020 - XXIV del Tempo Ordinario, Ciclo A

Introduzione del celebrante
Salvàti dalla misericordia del Signore che ci accoglie e ci mette insieme con i nostri fratelli, ci rivolgiamo a Lui con fiducia.

1. Signore Dio, in questa eucaristia e in tutta la nostra vita tu ci guardi con misericordia. Rendici misericordiosi verso il prossimo, accogliendo e perdonando nel tuo nome,
Preghiamo: PADRE MISERICORDIOSO, ASCOLTACI

2. Dio nostro Padre, il dono del Corpo e del Sangue del tuo Figlio Gesù apra all’accoglienza e alla carità tutti i cristiani; sostieni le persone sole e in particolare i carcerati,
Preghiamo: PADRE MISERICORDIOSO, ASCOLTACI

3. Dio nostro Padre, l’esperienza della misericordia diventi regola di vita nei rapporti fra gli Stati e le persone, soprattutto in questo tempo difficile.
Preghiamo: PADRE MISERICORDIOSO, ASCOLTACI

4. Dio nostro Padre, ti affidiamo i ragazzi e i giovani nella ripresa dell’impegno scolastico; dona lo Spirito di sapienza a genitori, insegnanti, educatori, e a tutti i responsabili della scuola,
Preghiamo: PADRE MISERICORDIOSO, ASCOLTACI

Conclusione del celebrante
Signore Dio, la tua grazia renda efficace la nostra comune preghiera. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen

Spunto della domenica
La fraternità-chiesa diventa casa di misericordia. Chiamati, convocati, perdonati, possiamo costruire un nuovo modo di rapporto familiari, amicali, sociali. Occorre fare esperienza dell’accoglienza e della misericordia del Signore, per aprirsi alla misericordia verso il prossimo. Perché non partire dal sacramento della confessione? Misericordia, strada all’Eucaristia e alla fraternità vissuta.

 

 

Vangelo secondo Matteo 1,1-16.18-23

Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.
Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giosafat, Giosafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Acaz, Acaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa Dio con noi.

 

LA DONNA NUOVA

 

Nato da donna: Gesù è nato da Maria di Nazaret. Maria si inserisce in una generazione di uomini e donne e – secondo la tradizione – nasce da Gioacchino e Anna. Il Vangelo non riporta la sua genealogia, ma quella dello sposo Giuseppe, che garantisce la discendenza legale di Gesù dal re Davide e l’appartenenza al popolo di Dio. La festa della Natività di Maria corrisponde all’Immacolata Concezione: Dio è all’opera per generare una creatura liberata dal peccato di Adamo. Da qui comincia la nostra liberazione dal male.

Vangelo secondo Luca 6,6-11

Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo.
Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo.
Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita.
Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.

RELIGIONE DI VITA

La questione del sabato riguarda i diritti di Dio, che scribi e farisei pretendono di difendere. Ma Dio rivendica un solo diritto: quello di essere quel che è, cioè il Dio amore che crea l’uomo e vuole salvarlo dal male. Per questo il Figlio Gesù si è fatto uomo e non perde occasione di piegarsi sull’uomo per salvarlo. Egli ci offre così un nuovo criterio di vita: la religione si esprime come amore di Dio e amore del prossimo.

4 agosto 2020

LA SEMENTE DEI PRETI

Un’isola, un piccolo capitello, un’immagine. Una donna, un ragazzo, un invito: “Vien qua fio”. Un paese viene scosso, un popolo si muove, una storia ancora vive. La storia della Madonna dell’Apparizione a Pellestrina comincia con un fatto accaduto 304 anni fa e prosegue con la fede di un popolo. Un ragazzo di nome Natalino sosta per un’Ave accanto al capitello, avviandosi verso la chiesa parrocchiale di Ognissanti per accompagnare il sacerdote nella comunione ai malati. Viene interpellato da una donna: “Va dal piovan, e dighe che a fassa celebrare delle messe per le anime del purgatorio, se volemo aver vittoria”. Si tratta di una reale vittoria sul male che sta per assaltare quest’isola e le altre della laguna veneta, uccidendo le persone e demolendo la fede. Il maligno viene bloccato dalla velocissima imponenza della preghiera che mobilita il paese.

Come procede la storia? Quello che è accaduto a Natalino viene riconosciuto dal vescovo di Chioggia come un’apparizione di Maria, e la Repubblica Veneta erige un tempio ottagonale dirimpetto alla laguna. Natalino diventa sacerdote; i suoi resti mortali sono custoditi in una tomba nel presbiterio della chiesa di Ognissanti.

E’ una semente. La presenza del Santuario e l’immagine della Madonna dell’Apparizione ‘dipinta da ignota mano’ rigenerano incessantemente la fede del popolo, come l’acqua della laguna che si rinnova con lo scorrere della marea dai porti, bagnando la striscia di terra che separa e difende dal mare. La gente del paese trova qui un punto di preghiera e di consegna della vita, un luogo di festa e di unità che culmina nella ricorrenza del 4 agosto, concentrata quest’anno nelle liturgie celebrate in santuario e nella piazzetta antistante: un ritorno all’essenzialità dell’origine.  Nel tempo, continuano a fiorire nell’isola vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa. Ne abbiamo ampia documentazione nel secolo trascorso, ed è ancora numerosa la presenza di sacerdoti diocesani nati nell’isola. Quest’anno spunta una grazia particolare. Il primo beato della diocesi di Chioggia  è nato nell’isola di Pellestrina e si è nutrito della devozione mariana attorno al Santuario della Madonna dell’Apparizione. Padre Olinto Marella verrà proclamato beato domenica 4 ottobre a Bologna. In questa città accolse ed educò centinaia di ragazzi e di giovani, li accompagnò nella professione lavorativa e nell’impianto della vita familiare. La sua ‘Città dei ragazzi’ sorse attorno a un tempietto che nella pianta ottagonale rievoca quello dedicato alla Madonna dell’Apparizione nell’isola di Pellestrina.

Sarà utile, nelle prossime settimane, rievocare la vita di quest’uomo e prete semplice e straordinario.

Vangelo secondo Matteo 18,15-20

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

GESU’ E (E’!) LA COMUNITA’

Ecco la comunità, anzi, la Chiesa. Dove trovare Gesù oggi? Dove incontrare la sua compagnia, il suo giudizio, il suo conforto, il suo perdono? Gesù l’ha detto in modo assolutamente preciso: dove anche solo due o tre sono riuniti nel suo nome. La sua incarnazione si prolunga fino alla faccia e al cuore dei fratelli di fede. Dal fondamento della comunità cristiana vissuta come unione nel sacramento, nella parola, nell’autorità, si parte per amare tutti fino ai confini della terra. Grazie, Gesù, per questa tua presenza reale.

Vangelo di Luca, 6,1-5

Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani. Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?». Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?». E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato».

PER LA VITA DELLA PERSONA

E’ proprio vero che i discepoli di Gesù, quando sono con lui, non si rassegnano al digiuno. Passando per i campi, colgono le spighe e le mangiano. Così si sottopongono al giudizio dei farisei, secondo i quali questo ‘lavoro’ non è lecito di sabato. Ma qui c’è il padrone del sabato e il Signore dell’uomo, che ha posto la legge del sabato per onorare Dio e salvaguardare la dignità della persona, che non si riduce al suo lavoro. Dio fa vivere la persona, anima e corpo ogni giorno della settimana.

Papa Francesco:  “Desidero invitare tutti a vivere una giornata universale di preghiera  e  digiuno per il  Libano, venerdì  4  settembre”

Vangelo secondo Luca 5,33-39

In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere; così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!».
Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».
Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».

PRESENZA E ASSENZA DELLO SPOSO

Gli apostoli e tante persone con loro, avendo Gesù presente, potevano godere come per la presenza dello sposo alla festa di nozze. Arriva il giorno in cui lo sposo viene catturato e ucciso, e i discepoli soffrono la solitudine. Diceva Pascal “L'agonia di Cristo dura fino alla fine del mondo”. Oggi lo vediamo soffrire nelle persone che condividono la sua passione in Libano. Seguendo l’invito del Papa, possiamo partecipare con il digiuno e la preghiera alla passione di Cristo che continua nelle sue membra.

 

Domenica 6 settembre 2020 - XXIII del Tempo Ordinario, Ciclo A

Introduzione del celebrante

Signore Gesù, tu ci riunisci nella tua Chiesa e ci dona l’esperienza della comunità fraterna in questa Eucaristia e nella vita. Ci rivolgiamo a te con fiducia.

  1. Signore Gesù, tu sei in mezzo a noi; fa di tutti noi un cuor solo e un’anima sola per diventare segno della tua presenza nel mondo,

Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù ti affidiamo coloro che poni come sentinelle nella tua Chiesa perché illuminino la nostra fede e sostengano la nostra carità. Donaci nuove vocazioni alla vita sacerdotale, consacrata, missionaria,

Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, l’Eucaristia diventi sorgente di amore nelle nostre famiglie, di carità e di impegno nel lavoro e nella vita sociale, nel rispetto di tutta la realtà creata,

Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, ti domandiamo che venga favorita una buona ripresa del lavoro e della scuola, nel rispetto della libertà e della sicurezza delle famiglie e dei ragazzi

Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante

Signore la nostra concorde preghiera salga a te come preghiera di fratelli e figli. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. AMEN

Spunto della domenica

Nessuno di noi è un solitario. Nessuno di noi si concepisca da solo. Apparteniamo alla comunità della Chiesa, chiamati e riuniti nel suo nome. L’assemblea eucaristica rende evidente quello che siamo: il corpo di Cristo nel mondo. Siamo parte della comunità, persone, famiglie, gruppi, dalla nostra parrocchia fino all’intera Chiesa cattolica, in cui veniamo sostenuti, corretti, lanciati. L’unità nel Suo nome è garanzia e forza per ogni cristiano: da questa esperienza prende avvio la nostra missione nel mondo.

 

 

Vangelo secondo Luca 5,1-11

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

INIZIA IL CAMMINO

Ripercorriamo con l’evangelista Luca la prima chiamata dei discepoli, e la prima risposta. Così il cristianesimo apre il cammino, seguendo Gesù. Con lo sguardo dei discepoli su Gesù, con la loro stupita e spesso impacciata sequela. Soprattutto lo sguardo di Gesù su loro, la sua pazienza, fortezza e dolcezza. La sua azione totalmente coincidente con la sua parola, e la sua vita donata. Gesù inizia e prosegue il cammino nel mondo con uomini e povere donne, come sempre, come noi.

 

Vangelo di Luca 4,38-44

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagòga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
E andava predicando nelle sinagòghe della Giudea.

I PERCORSI DI GESU’

La sinagoga, luogo della parola e della preghiera; la casa, luogo degli affetti e dell’intimità; la strada, con le persone che la frequentano. Questa pagina di Vangelo descrive gli ambiti della presenza e della missione di Gesù. Egli entra nella vita degli uomini e delle donne del suo tempo, illumina, insegna, salva. Non solo a Cafarnao, la cittadina del lago, ma anche andando verso ‘altre città’. Fino a raggiungere la nostra città, la nostra casa, le nostre persone