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Vangelo di Matteo 9,35-38; 10,1,6-8

In quel tempo Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!». Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
E Li inviò, ordinando loro: “Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”.

I CERCHI DELLA MISSIONE

La missione di Gesù sembra svolgersi a cerchi concentrici, partendo dalle ‘pecore perdute della casa d’Israele’ per arrivare ai confini del mondo. Una messe abbondante che richiede, oggi più di allora, tanti operai. Siamo soliti pensare ai sacerdoti e ai missionari di professione, consacrati e laici, uomini e donne. Anche ogni cristiano è in missione, nei luoghi e nei modi normali della vita. Il dono ricevuto va condiviso, con l’annuncio del Vangelo e con l’azione della carità.

Vangelo di Matteo 9,27-31

In quel tempo, mentre Gesù si allontanava di là, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!». Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi. Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione.

IL MIRACOLO E LA FEDE

Nel Vangelo, i ciechi gridano a Gesù e insistono a seguirlo anche in casa. Gesù si appella alla loro fede: “Credete che io possa fare questo?”. Il miracolo non è una magia, ma un incontro di fede che apre a Gesù, permettendo che la sua salvezza entri nella nostra vita. C’è una sorprendente proporzione tra fede e miracolo: “Avvenga per voi secondo la vostra fede”. Nel dialogo tra Gesù e i ciechi, Gesù si piega al loro livello, e li innalza al suo. E’ il miracolo della fede.

Vangelo di Matteo 7,21.24-27

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Non chiunque mi dice: «Signore, Signore», entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».

ASCOLTARE E VIVERE

La parola di Gesù non è un fiato di voce, ma edifica la casa dove abitare e la rende solida. Non è uno svolazzo di parole belle che scivolano via. Nemmeno è solo accoglienza degli insegnamenti e delle idee di Gesù, ma unità di amore e di pensiero con Lui. Diventa una grazia che rende salda la vita. San Francesco Saverio ne è un esempio. Unito profondamente a Gesù attraverso i fratelli di fede, diventa suo missionario fino ai confini del mondo.


La strada dell’Avvento che percorriamo in quattro tappe, intercetta perfettamente la nostra attesa. Attendiamo un avvenimento nuovo, che ci liberi da paure e angosce che premono sul cuore. Non basterà il provvidenziale vaccino, che ci auguriamo tempestivo, sicuro e ben distribuito. Non basterà lo spritz in piazza, e neppure il caloroso incontro con parenti e amici, tanto desiderati e ricercati. A Natale attendiamo il Natale. Non un Natale vuoto, da usare come pretesto per altro: vacanza, gite, neve… Quello di cui abbiamo bisogno, è il Natale di Gesù: la sua presenza reale, la sua compagnia nella Chiesa, il suo calore in famiglia, la sua luce nel cuore. Vogliamo tornare a guardare Gesù, il Bambino del presepio che riempie le chiese e rasserena le case. Non un Bambino di gesso, pur bellissimo. Un incrocio di sguardi, come Pietro quando il fratello Andrea lo trascina da Gesù e il suo sguardo gli trapassa il cuore e gli cambia la vita. Lo sguardo di Gesù incrocia quello della samaritana al pozzo e lei, svelata nel suo desiderio senza misura, si precipita a gridare ai paesani la scoperta del Messia. Gli occhi dei bambini si incantano di fronte alla sua umile bellezza. Scopriamo il suo sguardo su di noi, cristiani appassiti e distratti, risvegliati dalla sua presenza. A Natale ci basterà essere cristiani, gente che non solo crede nel Dio dei cieli, ma lo riconosce Bambino a Betlemme, ragazzo a Nazaret, Maestro a Cafarnao, amico nelle strade della Palestina fino a Gerusalemme, e infine appeso in croce, morto e risorto. Vogliamo domandare lo sguardo di chi è davanti a Gesù mentre prega e lavora; mentre, sofferente nella malattia, lo domanda e lo ringrazia. Di chi può finalmente fermarsi accanto al letto di un parente malato in ospedale; di chi ama e gode delle cose della vita; di chi, negli impegni della giornata, porta in cuore la certezza di essere voluto, accolto, perdonato. Non vanno da Gesù gli uomini perfetti, ma quei poveracci dei pastori, e i magi che lo cercano da lontano. Non pretendiamo di arrivare a Natale carichi di preghiere, di mortificazioni e opere buone; cosa vale quello che portiamo, di fronte a quello che Lui è? Non pretendiamo di arrivare a Natale puri e non bisognosi della sua misericordia. Lui ci viene incontro per abbracciarci, come Zaccheo, come la donna di strada. Basterà il nostro sì, sull’onda dell’attrattiva che nei secoli ha cambiato il cuore delle persone nel modo di pensare, amare, vivere e sperare, e le ha rese sante. Camminiamo verso Natale con un desiderio forte, con un’attrattiva vincente.

angelo busetto

L'immagine riproduce il 'volantone' di Natale 2020  di Comunione e Liberazione

L'OSTE DI BETLEMME

Il Natale non è solo luce e calore. E’ un fatto che nel suo primo accadere coinvolge persone vicine e lontane. Quante? Il racconto evangelico si allarga a tante narrazioni che immaginano le vicende di vari personaggi, realizzando lo scopo del Natale: Cristo nasce per tutti e tutti lo possono incontrare. Ecco uno di questi racconti fioriti sulla trama dei Vangeli di Matteo e Luca, a partire da una delle locande in cui Maria e Giuseppe non hanno trovato posto. Ma prima ci sono due ragazzini che litigano per il possesso di uno strano oggetto trovato ‘là in fondo alla stalla sotto un mucchio di paglia’. Interviene zia Ester che racconta la storia di suo marito, l’oste della locanda alla quale bussano Maria e Giuseppe. Non c’è posto per ospitarli. E anche ci fosse, i due non possono pagare. E tuttavia, la dolcezza di Marie e Giuseppe colpiscono il ‘rustego’ oste il quale, sollecitato da Ester, concede ai due l’uso della stalla… Sappiamo il seguito della vicenda, ma rimaniamo colpiti dalla gratitudine di Maria, e dalla disponibilità di Giuseppe, che si presta a rendere vari servizi all’oste. Nel racconto impostato tutto sul dialogo, c’è l’estro del narratore che mette in fila i personaggi con sintetica vivacità, e soprattutto rimaniamo colpiti dall’originalità delle tavole disegnate. Pochi tratti di linee e colori descrivono l’atmosfera prima rude e poi dolce, e fanno emergere una vicenda che dal passato diventa attuale, com’è ogni fatto vissuto. Sorpresa delle sorprese, il disegnatore è un giovane chioggiotto, la cui famiglia è ben conosciuta nella nostra città. Questo testo – se le condizioni lo permettessero – potrebbe ben entrare in scena ad opera dei ragazzi della scuola primaria o secondaria. Natale accade ogni anno e il proposito potrà attuarsi in seguito.  Resta da dire che il ricavato di questa operetta è destinato alla missione dell’autore dei testi, missionario in Zambia. Un bel colpo natalizio.

L’oste di Betlemme, testi di don Stefano Conti, illustrazioni di Nicola De Bei, Piccola Casa Editrice Srl Unipersonale, San Giuliano Milanese (Mi) 2020 pp 58 € 10,00

Angelo Busetto

Vangelo di Matteo 15,29-37

In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d'Israele.
Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.

POVERI E AFFAMATI

La folla va dietro a Gesù, portandogli le persone inferme e malate. Gesù inaugura la sua azione di salvatore le guarisce, e allarga lo sguardo sulla folla che lo segue da tre giorni e ha esaurito le provviste. Gesù non compie da solo il miracolo della moltiplicazione dei pani, ma chiede la collaborazione dei discepoli, che gli offrono pani e pesci e li distribuiscono moltiplicati alla folla. Oggi, come Gesù ci chiede di continuare il suo miracolo?

 

Domenica 6 dicembre 2020 - II DI AVVENTO, Ciclo B

Introduzione del celebrante
Desideri, attese, necessità e tutto il bisogno che ci circonda: a chi domandare, chi seguire? Giovanni Battista ci invita a preparare la via al Signore che viene.

Ripetiamo: VIENI SIGNORE GESU’

1. O Dio nostro Padre, tu rispondi al desiderio e all’attesa del cuore donandoci il Figlio Gesù. Concedici di preparargli la via con spirito di fede e gesti di carità,
Preghiamo: ASCOLTACI SIGNORE

2. O Dio nostro Padre, sostieni la missione di chi ci accompagna a preparare la via al Natale del tuo Figlio: papa Francesco, il nostro vescovo, i sacerdoti, i diaconi, i consacrati e tanti nostri fratelli e sorelle,
Preghiamo: ASCOLTACI SIGNORE

3. O Dio nostro Padre, il tuo Spirito sostenga coloro che vivono nella malattia e nella solitudine, nella disperazione e nell’oppressione; liberaci dal male che incombe sul mondo,
Preghiamo: ASCOLTACI SIGNORE

4. O Dio nostro Padre, rendi attento e generoso il cuore dei giovani e dei ragazzi che chiami alla vita sacerdotale e religiosa, perché seguano il tuo Figlio Gesù come fecero i primi discepoli Giovanni e Andrea.
Preghiamo: ASCOLTACI SIGNORE

Conclusione del celebrante
Signore Dio, il nostro desiderio e il nostro bisogno ci conducano ad aprire gli occhi e a muovere i passi verso di te, che vivi e regni nei secoli dei secoli.

Spunto della domenica
La venuta del Signore è un dono impensabile. E’ una Sua iniziativa, un gesto di amore per l’umanità intera e per ciascuna persona. Eppure va preparata perché non cada nel vuoto e nella indifferenza. La gente va dal Battista perché riconosce il proprio bisogno e il proprio male: per questo confessa i peccati e accoglie l’invito alla conversione. La venuta di Gesù nella vita consola il popolo cristiano e pone fine alla nostra tribolazione, perché egli prende su di sé il nostro peccato e il nostro male, come annuncia il profeta Isaia nella prima lettura. Guardiamo a tutte quelle persone – papa, vescovo, sacerdoti, familiari e amici, comunità cristiana - che ci fanno strada verso il Natale di Gesù come Giovanni Battista.
Martedì 8 dicembre 20202 - IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA, Solennità

Introduzione del celebrante
Oggi le nostre invocazioni giungono al Signore accompagnate dalla preghiera profonda e lieta di Maria, l’Immacolata.

1. Signore Gesù, celebrando la festa di Maria, Madre tua Immacolata, ti domandiamo che la grazia del nostro Battesimo germogli in frutti di vita nuova, in letizia e carità,
Preghiamo: PER INTERCESSIONE DI
MARIA IMMACOLATA, ASCOLTACI O SIGNORE

2. Signore Gesù, ti affidiamo la Chiesa che tu chiami ad essere santa e immacolata; i battezzati rispondano alla vocazione di testimoniare al mondo la novità della vita cristiana.
Preghiamo: PER INTERCESSIONE DI
MARIA IMMACOLATA, ASCOLTACI O SIGNORE

3. Signore Gesù, concedi al nostro mondo di superare la prova della pandemia. I popoli e le nazioni, le famiglie e le persone si sostengano nella ricerca del bene di tutti, deboli, malati, bambini, giovani e anziani,
Preghiamo: PER INTERCESSIONE DI
MARIA IMMACOLATA, ASCOLTACI O SIGNORE

4. Signore Gesù, sotto lo sguardo di Maria Immacolata, affidiamo a te la vita delle comunità cristiane, perché ogni persona sia accompagnata a maturare nella fede e nell’amore vero,
Preghiamo: PER INTERCESSIONE DI
MARIA IMMACOLATA, ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante
O Dio Padre, affidiamo a te la nostra preghiera, con l’aiuto di Maria Immacolata, primizia della chiesa, perché si compia in noi la tua opera di salvezza. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

Spunto della festa
L’Immacolata è grazia e letizia. ‘Dopo’ la creazione e il peccato degli uomini, Dio si mette ‘nuovamente’ all’opera, intessendo un nuovo filo di salvezza per l’umanità. Siamo inseriti in una corrente di grazia, che trova in Maria il suo inizio e il suo compimento, e supera il male e il peccato. Riconosciamo questa storia di salvezza che è in corso nel mondo dentro il fiume del male, pieni di speranza e fiducia. Ci precede ci accompagna la nostra ‘Sorella’ e Madre Maria Immacolata. Nell’unità di fede, di preghiera e di azione con i nostri fratelli cristiani collaboriamo con Maria a questo disegno e a questa storia.

 

Vangelo di Luca, 10,21-24

In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

PICCOLI DAVANTI A LUI

Un Vangelo così ridesta il bisogno e il desiderio di incontrare il Signore. Non fa ostacolo essere piccoli davanti a Lui, anzi è la condizione perché Egli si sveli, come vediamo negli occhi di meraviglia dei bambini quando raccontiamo di Gesù. Già essi ‘vedono’ il Signore, insieme con tutti i ‘piccoli’ che lo guardano e ascoltano la sua parola. Occorre prestagli finalmente attenzione, facendo spazio al silenzio interiore che mette a tacere pretese e distrazioni.

Vangelo di Matteo 4,18-22

In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori E disse loro: «Seguitemi, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, che nella barca insieme con Zebedèo, loro padre, riassettavano le reti; e li chiamò. 22 Ed essi subito, lasciata la barca e il padre, lo seguirono.

PRIMI INCONTRI

Guardare il primo incontro di Gesù con Andrea e gli altri pescatori, è emozionante. Camminando sulla spiaggia Gesù vede due pescatori in azione; più discosto, altri due rassettano le reti. Li chiama: “Venite…”. Lasciano barca e reti e lo seguono. Prima ancora, Andrea e Giovanni avevano cercato il Battista al fiume Giordano e avevano seguito Gesù. E’ l’inizio di tutto. L’ondata di quella chiamata lambisce le sponde dei secoli e giunge fino a noi. L’attrattiva di Gesù sospinge a seguirlo, allora come oggi.

SE CAMBIA IL MESSALE….

Non saranno solo le luminarie, apparse con largo anticipo sulle strade, ad accompagnarci verso il Natale. Nè solo le sagge raccomandazioni o le minacciose previsioni riguardanti l’andamento del virus. Sul piede di partenza dell’Avvento, ecco scattare il nuovo Messale, il librone che accompagna la celebrazione dell’Eucaristia. Un po’ meno imponente di quello in uso da decenni, ma bello e pulito e senza pagine ormai sgualcite dall’uso. Celebrare l’eucaristia con il Messale nuovo nella prima domenica di Avvento, all’inizio dell’anno liturgico, potrà dare un po’ l’emozione del primo giorno di scuola elementare, con il sussidiario tutto nuovo. Le parole riprenderanno il loro corso come un’acqua vivace che rimbalza con spruzzi di novità: lo sguardo aperto a ‘fratelli e sorelle’, il Gloria cantato dagli ‘uomini amati dal Signore’, la rugiada dello Spirito Santo, fino alla rinnovata domanda del Padre nostro, per finire con lo slancio del congedo finale. Il Messale è un libro, e non prega da solo. Diventa vivo con il sacerdote che celebra, la comunità che partecipa, l’assemblea che canta, i gesti che uniscono. Di questi tempi, ci sentiamo tutti un po’ ingessati tra mascherine e posti distanziati. E tuttavia, vederci e sentirci ‘in presenza’ allieta il cuore e sostiene la speranza. Il Messale suggerisce le parole della preghiera, segna il ritmo del tempo sull’altalena delle stagioni e sul corrimano della vita di Gesù, e conduce tutta l’umana esistenza dentro il mistero di Dio. Lo sperimentiamo nel calendario dei santi antichi e nuovi, da Maria Maddalena dichiarata ‘apostola degli apostoli’, agli ultimi santi, papi, nuovi martiri, medici e donne di casa e ragazzi al computer. L’antico diventa nuovo, il nuovo germoglia dal passato, il presente si proietta nel futuro. Il Messale – con la buona compagnia del Lezionario - è un po’ la Bibbia attualizzata, è la storia della salvezza in azione. Dovremo fare attenzione a percorrerlo tutto, di stagione in stagione, di mese in mese, di settimana in settimana, di giorno in giorno. Senza scavalcare le parole o modificare i contenuti. Senza che il ‘turbamento’ della preghiera che segue il Padre nostro si banalizzi in ‘paura’, e senza che ‘i nostri peccati’ vengano attribuiti alla Chiesa, sposa santa e santificatrice. E via di seguito. Il contenuto del Messale è di più, e non va rimaneggiato con le nostre fantasie o modificato con le nostre invenzioni. Ci lasciamo accompagnare con umiltà e fiducia dentro il mistero di Dio che ci abbraccia con la vicenda umana del Figlio che si abbassa fino alla croce e si innalza fino al Padre. Mistero grande, dal Natale alla Pasqua, dal Messale alla vita.