LA FEDE IN DIALOGO
Immerso nella realtà ‘spirituale’, il nostro ‘io’ vive nel rapporto con il ‘tu’
Affiorano sul filo della mente due visioni della vita e della persona che sembrerebbero alternative alla fede cristiana, ma che possono invece essere riconosciute come sue dimensioni integrative. Sono due visioni che vibrano nell’aria da molto tempo. La novità spunta nell’imbattermi in una persona immersa in una prospettiva ‘spirituale’, come documentano la sua libreria fornitissima di libri di Oriente e Occidente e la sua forma di vita impregnata di preghiera e di carità: è la prima visione. La seconda visione si presenta con l’ascolto su you tube di una lezione della filosofa Michela Marzano al Festival della filosofia di Modena, a metà settembre, che ragiona sull’io in una conferenza dal titolo: “Dimmi chi sono”. Consapevolmente o meno, le due visioni traducono in termini di scienza, di filosofia e di pratica vissuta alcuni aspetti della fede cristiana.
La prima afferma che il singolo ‘io’ appartiene a un tutto globale, pervaso da uno ‘Spirito’ che tutto attraversa e permea con immensa energia vitale. Le nostre azioni non sono mai solitarie, né sono appena un nostro prodotto, ma promanano dallo Spirito universale e risultano tanto più efficaci quanto più rimaniamo collegati con esso: avviene innanzitutto per mezzo di quella che viene chiamata “intenzione”, cioè proiezione verso un obiettivo, uno scopo. Quello che ‘intenzionalmente’ desideri, inserito in questa energia universale, troverà sicuramente compimento.
Credo risulti evidente che questa visione richiama la parola di Gesù: “In verità io vi dico: se chiederete qualcosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà”. Dio è tutto in tutti, e lo Spirito del Signore pervade l’universo e soffia dove vuole; la sua potenza e il suo influsso agiscono nel cuore dell’uomo e nel mondo. Particolarmente dopo Pentecoste, lo Spirito Santo è protagonista della vita della Chiesa e del mondo. Come afferma San Paolo e come richiama Teilhard de Chardin, l’universo procede in una tensione all’unità; creati da Dio, a Lui apparteniamo, protesi al nostro destino che è la partecipazione alla sua Gloria. Con una frase famosa di don Giussani possiamo dire: “Io sono Tu che mi fai”. Dobbiamo solo imparare ad accorgerci dell’azione dello Spirito di Dio in noi e nel mondo, e collaborare a tutti i livelli della nostra condizione umana.
Nella seconda visione si afferma che la consistenza dell’io personale non si sperimenta in solitudine, ma emerge e si sviluppa nel rapporto interpersonale. E’ nell’incontro, nel dialogo, nella socialità che il singolo scopre se stesso e si realizza. Per Cartesio, dice la filosofa citata, la persona esiste in quanto pensa; dopo Cartesio la filosofia si domanda ‘chi’ è questa persona che ‘pensa’, e scopre che germoglia e vive nella relazione con l’altro.
Considerando questa seconda visione, è inevitabile scorgervi un’apertura sul panorama della Trinità, di cui la persona umana è riflesso. In Dio le tre persone emergono, vivono, si esprimono in quanto relazione l’una all’altra, come dichiarano i loro stessi nomi, Padre, Figlio, Spirito Santo. Il dinamismo che costituisce l’essere di Dio si riflette nella persona umana e nelle espressioni comunitarie in cui questa si realizza e gioca la sua partita nella storia. Riaprire l’accesso alla vita trinitaria e perciò alla gioia che ha dato origine al mondo, dona un rinnovato rapporto con le creature: non più il ‘il naufragar m’è dolce in questo mare’ come nella poesia di Leopardi, ma la letizia francescana in cui fraternità e lode del creato sono eco una dell’altra.
Viene facile riconoscere come queste due prospettive, adottate come metodo di vita, producono frutti di sapienza, fraternità, carità, così come vediamo accadere nella vita di coloro che le professano e le vivono: a ciascuno dei quali possiamo infine dichiarare: “Non sei lontano dal Regno di Dio”.
Angelo Busetto