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Mercoledì 5 giugno 2024, San Bonifacio, vescovo, apostolo della Germania, martire, 672/73 – 5 giugno 754

Vangelo secondo Marco 12,18-27

In quel tempo, vennero da Gesù alcuni sadducei - i quali dicono che non c’è risurrezione - e lo interrogavano dicendo: «Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che, se muore il fratello di qualcuno e lascia la moglie senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano sette fratelli: il primo prese moglie, morì e non lasciò discendenza. Allora la prese il secondo e morì senza lasciare discendenza; e il terzo egualmente, e nessuno dei sette lasciò discendenza. Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. Alla risurrezione, quando risorgeranno, di quale di loro sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Rispose loro Gesù: «Non è forse per questo che siete in errore, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio? Quando risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli. Riguardo al fatto che i morti risorgono, non avete letto nel libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli parlò dicendo: ‘Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe’? Non è Dio dei morti, ma dei viventi! Voi siete in grave errore».

UNA VITA PIU’ GRANDE

Tutta la realtà umana – e il grande mistero del matrimonio tra uomo e donna – viene rilanciata a un compimento più grande. Più grande della vita di un uomo e di una donna, più grande di un amore che dura una vita e genera altre vite. Questa nostra vita umana è fragile ed qui sulla terra è destinata a terminare. Allora, è un inganno? Gesù apre la prospettiva dell’eterno, non solo come sopravvivenza spirituale ma anche come risurrezione fisica, che fa vivere per l’eternità.

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