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GRAZIE, PAPA BENEDETTO….

Memoria di Benedetto XVI:

gratitudine

per un uomo mite,

un teologo intelligente,

un papa fedele

 

Alla notizia della morte di Papa Benedetto, immediatamente affiora un sentimento di gratitudine per la sua persona.   Che cosa mi ha donato Papa Benedetto, Joseph Ratzinger? Mi ha donato la lieta certezza della fede; una fede ragionata, ragionevole, documentata storicamente, vagliata teologicamente. Una fede comunicabile. Ne porta il segno il suo primo grande testo, Introduzione al cristianesimo, acquistato e compulsato nella prima edizione italiana del 1968 - anno fatale della contestazione - che nella copertina sgualcita e nelle sottolineature delle pagine porta i segni del passaggio di mano in mano tra alcuni giovani amici. Mi sorpresero don Roberto Tura, insegnante di teologia al seminario di Padova, che qualche anno dopo elaborava una prima sintesi della teologia di Ratzinger, e don Luigi Sartori che lo invitò a un convegno dei teologi del Triveneto sull’altopiano di Asiago, al quale ebbi il dono di essere presente. Le pubblicazioni a getto continuo del teologo Ratzinger non finivano sugli scaffali della libreria di casa, ma si aprivano di pagina in pagina rivelando un panorama imprevisto di bellezza e di ragione. Il mistero di Cristo appariva nella sua realtà e si allargava a definire e a contenere il destino di ciascuno e dell’umanità; la Chiesa si svelava come organismo vivente nel quale Cristo si rende presente; il giudizio sui fatti della storia, sulle ideologie del passato e del presente. Con audacia, Ratzinger ha recuperato il tentativo di razionalità dell’illuminismo, e nello stesso tempo ha riconosciuto alla ragione la capacità di accogliere l’infinito che la supera.

Nel 1986 Don Luigi Giussani invitò Ratzinger, cardinale e prefetto della Congregazione della fede, a tenere gli esercizi che Comunione e Liberazione propone ai sacerdoti, e lui svolse un tema affascinante, Guardare Cristo, sulle tre virtù teologali, fede, speranza, carità. Ho percorso più volte di pagina in pagina il Catechismo della Chiesa Cattolica, redatto sotto la sua direzione, per presentare la fede cristiana. Per molti anni ho seguito con vivo interesse la rivista Communio, nata dall’intesa dei teologi Ratzinger, Von Balthasar, De Lubac, con l’apporto del giovane Angelo Scola. Quando Ratzinger divenne Papa, rimasi conquistato non solo dai suoi grandi discorsi, ma anche dalle preziose omelie e dalle catechesi alle udienze del mercoledì, che presentavano i personaggi biblici, i padri e i santi della Chiesa: una straordinaria sintesi di storia e di teologia, un tracciato di vita. Verso la fine del pontificato fiorirono i tre volumi sulla vita di Gesù.

Non gli mancarono contrasti e opposizioni, per ottusità mentale o chiusura di cuore o pigrizia esistenziale. La mitezza, l’intelligenza, la gentilezza di Papa Benedetto gli hanno aperto sempre nuovi varchi di simpatia e partecipazione. Nella crisi del mondo e nelle difficoltà della Chiesa, ora affrontate da papa Francesco, aleggia la promessa che Joseph Ratzinger intravvedeva fin dal 24 dicembre del 1969: “Dalla crisi odierna emergerà una Chiesa che avrà perso molto. Diverrà piccola e dovrà ripartire più o meno dagli inizi… Ripartirà da piccoli gruppi, da movimenti e da una minoranza che rimetterà la Fede al centro dell’esperienza. Allora la gente vedrà quel piccolo gregge di credenti come qualcosa di totalmente nuovo: lo scopriranno come una speranza per se stessi, la risposta che avevano sempre cercato in segreto”.

don Angelo Busetto