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Sabato 4 giugno 2022, San Francesco Caracciolo, sacerdote, Chieti 1563 – Isernia 1608

Vangelo secondo Giovanni 21,20-25

In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?».
Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.

TU SEGUIMI

Siamo alla conclusione del Vangelo di Giovanni, che la liturgia propone nella vigilia di Pentecoste. L’ultima parola di Gesù è: “Tu seguimi”. E’ anche l’ultima parola rivolta a ciascuno di noi, suoi amici. L’evangelista Giovanni, e quanti hanno raccolto il suo racconto e insegnamento sulla vita di Gesù, è consapevole di avere tralasciato ‘molte altre cose compiute a Gesù’. Quello che ha raccolto nel suo prezioso Vangelo, componendole in un ordine ascensionale, basta per vivere e desiderare l’incontro definitivo con il Signore Gesù.