Vai al contenuto

Venerdì 23 aprile 2021 Sant’ Adalberto di Praga, vescovo e martire, Repubblica Ceca, 956-Prussia 997 San Giorgio, martire, Cappadocia sec. III-Lydda, Palestina, 303

Vangelo secondo Giovanni 6,52-59

In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.

DA CAFARNAO A NOI

C’è da commuoversi, arrivando a Cafarnao, ad entrare nel perimetro della sinagoga contornata da colonne e priva di tetto, che rievoca l’edificio dove Gesù ha pronunciato queste parole. La carne e il sangue promessi da Gesù sono ancora nostro cibo e bevanda e ci uniscono a Gesù, per avere la sua vita. Quel destino eterno che il nostro cuore desidera, Gesù lo compie donando a noi tutto se stesso.