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I COLORI DELLA RISURREZIONE

Mi scorre davanti agli occhi l'avvenimento della risurrezione nella sequenza colorata di quattro dipinti famosi.

Nel primo, Pietro e Giovanni corrono al sepolcro con la velocità e l'affanno di chi è sorpreso da una notizia impossibile, che vuole subito verificare.

 

Il secondo quadro vede i due apostoli all’arrivo al sepolcro, sbigottiti e commossi davanti al lenzuolo che copriva il corpo di Gesù.

Nel terzo dipinto la figura del Risorto si staglia imponente sopra il sepolcro come un monumento di vittoria.

 

Ed ecco nel quarto dipinto la Maddalena protendere le braccia verso Gesù che le si presenta risorto e la allontana mentre quasi la tocca.

Eugène Burnand, nel 1898, Giovanni Francesco Romanelli nel 1640, Piero della Francesca nel 1450, Giotto nel 1303 ci conducono a ritroso nel tempo fino alla corsa della Maddalena e di Pietro e Giovanni, e poi al loro incontro con il Signore, che nessuno ha potuto scorgere nel momento stesso in cui è uscito dal sepolcro. L'istante della risurrezione appartiene al mistero del seme che, morto e sepolto, spunta improvvisamente dal terreno e germoglia alla vita del sole. Da quel primo istante, la risurrezione di Cristo si espande nel tempo e nello spazio come dal primo big-bang che dà origine all’universo. Si insinua nel terriccio del cuore di uomini e donne, e va a germogliare in vaste aree del mondo, fino a condurre la creazione al punto omega della Sua ultima Venuta. Nell’attesa di questa nuova nascita - dice San Paolo - la creazione geme e soffre nelle doglie del parto. “Sempre in lotta, sempre a riaffermare, sempre a riprendere la loro marcia sulla via illuminata dalla luce; spesso sostando, perdendo tempo, sviandosi, attardandosi, tornando, eppure mai seguendo un'altra via”, racconta Eliot. Le nostre umane ferite sono le ferite del risorto. Nel nostro drammatico ‘frattempo’, Cristo risorto si rende presente. Viene a toccare la storia di tanti piccoli uomini e donne che manifestano nella loro carne risanata un raggio della sua nuova vita. ‘Si rende sperimentabile, per l’uomo di ogni giorno, nella Sua forza redentrice di tutta l’esistenza del singolo e della storia umana, nel cambiamento radicale di chi si imbatte in Lui, e come la Maddalena e i primi discepoli, lo segue”, annuncia don Giussani. “La luce onde s’infiora vostra sustanza, rimarrà con voi etternalmente’ afferma Dante, come “l’orizzonte che si rischiari” sopra e dentro di noi. E ancora Dante ci garantisce che la nostra speranza è ‘uno attendere certo della gloria futura’. Più che nelle tele dei grandi pittori, la risurrezione risplende di luce e colore nel fluire della nostra umana avventura.

Don Angelo

Nuova Scintilla, 4 aprile 2021

 

 

Vangelo di Matteo 26, 14-25

In quel tempo uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdotie disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnarlo.
Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».

L’OCCASIONE DEL TRADIMENTO

Giuda ha ormai fatto il passo. Consegna se stesso, anzi si vende, ai capi dei sacerdoti, prima di consegnare loro Gesù. Adesso occorre solo trovare l’occasione buona, ed è la festa che ricorda agli ebrei la liberazione dall’Egitto, la Pasqua. La grande cena pasquale fa scoppiare di tradimento il cuore di Giuda. Quando la mente s’è distorta e il cuore si è pervertito, nessun argine trattiene “l’amico Giuda’, che ‘mette la mano nel piatto con Gesù’.

Vangelo di Giovanni 13, 21-33.36-38

In quel tempo, mentre era a mensa con i suoi discepoli, Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariota. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte.
Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire. Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte."

DI FRONTE AL TRADITORE

Gesù guarda in faccia quanto sta per accadere. Conosce il traditore e non si sottrae al suo inganno. Potrebbe smascherare il proposito di Giuda, e sottrarsi alla sua manovra. Perché non lo fa? L’azione del traditore e di tutti i malvagi è perversa. Eppure, nelle mani e nel cuore di Gesù, diventa occasione per consegnarsi interamente nelle mani del Padre. Il Padre non lascerà che il Figlio Gesù vada perduto nella morte, ma trasformerà la sua consegna nella gloria della risurrezione.

Vangelo secondo Giovanni 12,1-11

Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali.
Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo.
Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro.
Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.

DUE DONNE

Guardiamo il gesto di queste due donne. Marta si mette a servire Gesù e tutti i commensali. Maria, la sorella, cosparge di prezioso profumo i piedi di Gesù, accarezzandoli con i suoi capelli. Amore di donna, dedicato l’uno, delicato l’altro. Puntiamo occhi e cuore nella stessa direzione in cui guardano queste due donne, per imparare ad amare Gesù servendolo e contemplandolo. Nei giorni della Settimana Santa, pensiamo a Gesù, preghiamo Gesù, serviamo Gesù. La vita acquista un centro e una direzione.

Vangelo secondo Giovanni 12,1-11

Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali.
Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo.
Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro.
Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.

DUE DONNE

Guardiamo il gesto di queste due donne. Marta si mette a servire Gesù e tutti i commensali. Maria, la sorella, cosparge di prezioso profumo i piedi di Gesù, accarezzandoli con i suoi capelli. Amore di donna, dedicato l’uno, delicato l’altro. Puntiamo occhi e cuore nella stessa direzione in cui guardano queste due donne, per imparare ad amare Gesù servendolo e contemplandolo. Nei giorni della Settimana Santa, pensiamo a Gesù, preghiamo Gesù, serviamo Gesù. La vita acquista un centro e una direzione.

Giovedì Santo 1 Aprile 2021

Messa vespertina nella Cena del Signore

Introduzione del celebrante

In questo Triduo pasquale, guardiamo Gesù come discepoli appassionati e fedeli. Ci affidiamo a Lui che ci vuole vicini nella sua ultima Cena.

  1. Signore Gesù, come servo di Dio e degli uomini, tu lavi i piedi ai discepoli e consegni il tuo corpo e il tuo sangue nell’Eucaristia. Rinnovaci nella Chiesa con il miracolo della fede e della carità,

Preghiamo: DONACI IL TUO AMORE, SIGNORE

  1. Signore Gesù, ti affidiamo coloro che, a imitazione di te, mettono la vita al servizio del popolo cristiano: il Papa, il nostro vescovo, i sacerdoti, i consacrati e le consacrate e tanti fedeli laici,

Preghiamo: DONACI IL TUO AMORE, SIGNORE

  1. Signore, raduna il tuo popolo nell’unità della Chiesa; rendici testimoni di speranza e di pace per tutti gli uomini, nel servizio fraterno, lavandoci i piedi gli uni gli altri,

Preghiamo: DONACI IL TUO AMORE, SIGNORE

  1. Signore Gesù, che ci chiami amici, accoglici, qui riuniti alla tua mensa; insieme con i nostri cari defunti possiamo formare un’unica famiglia a te gradita,

Preghiamo: DONACI IL TUO AMORE, SIGNORE

Conclusione del celebrante

Padre Santo, in questa sera in cui il tuo Figlio Gesù offre nell’Eucaristia il segno permanente della sua presenza e della sua grazia, donaci un amore profondo a te e ai fratelli. Tu che vivi e regni.

UN GRANDE GIORNO

Oggi è il ‘giorno della memoria’: un avvenimento del passato rimane presente. ‘Fate questo in memoria di me’. Gesù presente per tutti e per sempre nell’Eucaristia. Oggi è il giorno del sacerdozio: Gesù permane tra noi attraverso il servizio e la vita dei sacerdoti. Oggi è il giorno della carità fraterna: non possiamo togliere dagli occhi e dal cuore la presenza di Gesù, viva e attiva nell’Eucaristia, che siamo chiamati a riconoscere anche nei fratelli.

 

Sabato 3 aprile 2021 -  Veglia pasquale nella Notte Santa della

«RISURREZIONE DEL SIGNORE»

Ripetiamo: SIGNORE GESU’ RISORTO, ASCOLTACI

Introduzione del celebrante

Pieni di gratitudine per il cammino che la liturgia pasquale ci conduce a compiere in questa Veglia pasquale, rivolgiamo con gioia la nostra preghiera al Signore Gesù risorto.

  1. Signore Gesù risorto, Ti ringraziamo per la grande storia di salvezza che trova compimento nella tua risurrezione. Riempici di gioia e speranza, nell’unità della Chiesa, con tutti i nostri pastori,

Preghiamo: SIGNORE GESU’ RISORTO, ASCOLTACI

  1. Signore Gesù risorto, rendici tuoi apostoli e testimoni nel mondo con l’annuncio e la vita. I nuovi battezzati in questa Veglia Pasquale donino slancio e vigore alla missione della Chiesa,

Preghiamo: SIGNORE GESU’ RISORTO, ASCOLTACI

  1. Signore Gesù la tua presenza di risorto vinca ogni male che c’è nel mondo: pandemia, guerre, persecuzioni, ingiustizie, infedeltà, e diventi principio di nuova fraternità e pace,

Preghiamo: SIGNORE GESU’ RISORTO, ASCOLTACI

  1. Signore Gesù risorto, la luce della resurrezione risplenda nelle famiglie e nelle comunità, rinnovate nella fede, nell’amore, nella carità e nell’accoglienza,

Preghiamo: SIGNORE GESU’ RISORTO, ASCOLTACI

Conclusione del celebrante

A te, Padre di Cristo risorto, rivolgiamo la nostra preghiera. Porta a compimento nella vita nostra e nel mondo il tuo disegno di salvezza. Per il nostro Signore Gesù risorto, che vive e regna nei secoli dei secoli

 

Domenica 4 aprile 2021 - DOMENICA DI PASQUA,

«RISURREZIONE DEL SIGNORE»

Introduzione del celebrante

La Pasqua è l’inizio di una nuova creazione. Domandiamo che la grazia del Signore Risorto rinnovi i nostri cuori e la vita del mondo.

Preghiamo insieme: CRISTO RISORTO, SALVACI

  1. Signore Gesù, dalla tua presenza di Risorto rinascono la nostra vita e la nostra fede. Donaci di riconoscerci come fratelli da te redenti nella Chiesa,

Preghiamo: CRISTO RISORTO, SALVACI

  1. Signore Gesù, dal sepolcro vuoto della Pasqua partono anche oggi i testimoni della risurrezione. Ti affidiamo il Papa, il nostro vescovo e tutti i pastori della Chiesa, i fedeli e tutte le comunità cristiane,

Preghiamo: CRISTO RISORTO, SALVACI

  1. Signore Gesù, la tua resurrezione vinca ogni paura ed egoismo; donaci una fede certa, una carità operosa, una speranza vivace, per portare nel mondo pace e fraternità,

Preghiamo: CRISTO RISORTO, SALVACI

  1. Signore Gesù, ti preghiamo per quanti vivono situazioni di violenza, persecuzione, esilio, schiavitù. Liberaci dal male della pandemia e dona un tempo di vita buona e fraterna,

Preghiamo: CRISTO RISORTO, SALVACI

Conclusione del celebrante

A te o Padre, giunga la preghiera dei tuoi figli, attraverso la resurrezione del tuo Figlio Gesù, che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen

Spunto di Pasqua

GESU’ RISORTO, PRINCIPIO DI VITA NUOVA

La risurrezione di Gesù è un fatto accaduto alla nostra storia umana, un fatto da riconoscere. Chi è partito dal sepolcro vuoto, chi è stato incontrato dal Signore risorto, ha iniziato un nuovo modo di vivere, e l’ha comunicato con l’annuncio, la vita, le opere, a tutto il mondo. La Pasqua è un nuovo principio per la vita ogni persona: dentro la storia dell’umanità  questo fatto nuovo è sorgente di speranza, di vita, di energia, di dignità di ogni uomo e ogni donna, di un nuovo modo di stare al mondo, di vivere la salute e la malattia, la vita e la morte, la famiglia e il lavoro, l’amore e la carità. Ogni giorno domandiamo di vivere come ‘figli della risurrezione’, facendoci ‘edificare’ da tutti coloro che portano nel volto, nella vita, nelle opera, la luce e la della Pasqua

 

 

Vangelo secondo Marco 11,1-10

Quando furono vicini a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli e disse loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito, entrando in esso, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è ancora salito. Slegatelo e portatelo qui. E se qualcuno vi dirà: “Perché fate questo?”, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito”».
Andarono e trovarono un puledro legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo slegarono. Alcuni dei presenti dissero loro: «Perché slegate questo puledro?». Ed essi risposero loro come aveva detto Gesù. E li lasciarono fare.
Portarono il puledro da Gesù, vi gettarono sopra i loro mantelli ed egli vi salì sopra. Molti stendevano i propri mantelli sulla strada, altri invece delle fronde, tagliate nei campi. Quelli che precedevano e quelli che seguivano, gridavano:
«Osanna!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide!
Osanna nel più alto dei cieli!».

LA GRANDE SETTIMANA

Entrando con Gesù a Gerusalemme, apriamo una settimana in cui siamo chiamati a porre i nostri piedi sui passi del Signore, e il nostro cuore nelle grandi celebrazioni del Triduo Pasquale di Giovedì, Venerdì, Veglia del Sabato Santo. Veniamo accompagnati dal grande racconto della Passione e dalla memoria viva della Croce, fino alla Pasqua di Risurrezione. Il Signore prende su di sé il dramma del male e le conseguenze del peccato, abbraccia tutta la nostra esistenza e la conduce alla vita nuova della risurrezione. Seguiamolo con cuore attento e pieno di gratitudine.

 

La Quaresima sale sul monte due volte. La prima è nella domenica del vangelo della trasfigurazione, con lo splendore di Gesù ‘sull’alto monte’. La seconda è nella domenica “Laetare”, ‘rallegrati’, quando saliamo con gioia a Gerusalemme. Seguono poi il monte Calvario e il monte dell’Ascensione. A portarci in alto, anima e corpo, è Gesù. Il Vangelo di Giovanni dice che Gesù crocifisso viene ‘innalzato’ per mostrare a tutti la gloria del Figlio di Dio e l’amore del Padre. Pare strano che il momento della massima sofferenza e della morte coincida con il momento della più grande rivelazione e del più grande ‘dono di grazia’. Lo sguardo sul ‘Crocifisso glorioso’ cambia la prospettiva sull’intera realtà. Viviamo il dramma della pandemia e si accentuano restrizioni e difficoltà. Eppure, in questo cammino di croce, siamo accompagnati da una grazia strabiliante. Non certo per la scia di luci dei festival televisivi o per le illusioni delle lotterie statali, né per la speranza, piuttosto sconsolata, che ‘tutto finisca presto’ col miracolo del vaccino. Si moltiplicano invece segnali che conducono alla gioia dell’“alto monte”. E’ sorprendente che le persone si mostrino tanto sensibili e attente ai gesti di carità. Pur vivendo in ristrettezze economiche, non esitano a contribuire a favore di chi è più indigente. E’ stato rilevato in occasione del Banco farmaceutico, ma arrivano segnali da tutte le parti, soprattutto nel traffico minuto dei rapporti interpersonali, nell’attenzione a parenti e amici e vicini di casa e situazioni prossime o remote. Sullo sfondo, si staglia la carità del Papa, continuamente rinnovata, e richiamata nel viaggio in Iraq, che ha lanciato un volo di liberazione verso perseguitati e oppressi e un segno di speranza nell’abbraccio con capi religiosi e responsabili delle nazioni. Quale sguardo ha il Papa sui drammi del mondo, quale cuore, quale tipo di partecipazione??!! La sua testimonianza si intreccia con i rivoli di bene che attraversano la giornata quando non ci lasciamo soffocare da lamentele e profezie di sventura. Ci sostiene la vita di tanti, conosciuti o sconosciuti, che riconoscono la presenza del Signore intrecciando preghiere di rosari e racconti di vita. Riscopriamo che il cristianesimo non è una dottrina, ma è una storia alla quale si partecipa riallacciandosi nella comunione della Chiesa. Nel ritmo degli incontri che passano via social da lontano e da vicino attraverso parrocchie e movimenti, troviamo luce, sostegno, compagnia. Sembra che la chiesa – sottratta al clamore della visibilità – percorra con vivacità e decisione i sotterranei delle catacombe. I monti si sono abbassati, e si aprono nuove strade di santità e di vita.

don Angelo

Da "Nuova Scintilla", 26 marzo 2021

Vangelo di Giovanni 11,45-56

In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto.
Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.
Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i discepoli.
Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?».

UNO PER TUTTI

La profezia del sommo sacerdote Caifa vuole essere di condanna e invece definisce perfettamente la missione di Gesù: “E conveniente che un uomo solo muoia per il popolo…”. In realtà, Gesù è colui che muore al posto di tutti e in favore di tutti, ebrei e non ebrei. Le parole e le azioni di condanna dei capi del popolo trovano realizzazione nella libera consegna che Gesù fa di se stesso al Padre, come gesto di amore verso di Lui, in rappresentanza di tutti gli uomini.