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RACCONTI DEL PELLEGRINO RUSSO

La preghiera del pellegrino

Riprendere in mano i racconti di un pellegrino russo, la cui invocazione ripetuta ha accompagnato per decenni tanti nostri pellegrinaggi e sentieri di montagna, produce una calma emozione. “Signore Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore”. Per migliaia, per milioni di volte questa invocazione viene ripetuta da migliaia, milioni di pellegrini, ritmata sulla cadenza del respiro e sull’incedere dei passi. L’incipit del libro è famoso quasi come il manzoniano “Quel ramo del lago di Como…”: “Per grazia di Dio sono cristiano, per le mie azioni un grande peccatore, per condizione un pellegrino senza dimora del genere più umile, che vaga da un luogo all’altro”. Qui è tutta la storia del pellegrino. E pure, di pagina in pagina, il lettore si sorprende di ritrovare la vera medicina dell’anima che nasce dalla memoria continua del cuore, della mente e delle labbra, di giorno e di notte, identificandosi dapprima con il respiro e poi con il battito del cuore. Di capitolo in capitolo rimbalzano episodi, alcuni dei quali hanno il sapore dei Fioretti francescani, e rinfrancano la lettura come le soste del pellegrino nel suo lungo camminare… In appendice una ‘nota critica’ del curatore e alcune notizie biografiche dei Padri e autori citati.

Anonimo, Racconti di un pellegrino russo, Paoline, Milano 2019 nuova edizione, pp  266 € 14,00

Angelo Busetto