Vai al contenuto

Martedì 25 febbraio 2020 San Luigi Versiglia, vescovo e martire, Pavia 1873-Cina 1930

Vangelo secondo Marco 9,30-37

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

DUE STRADE

Gesù percorre la sua strada che lo conduce alla consegna nelle mani degli uomini, alla croce e alla risurrezione. E i suoi amici, che egli aveva scelto perché lo seguissero, ne percorrono un’altra, contraria. Accade anche noi? La croce che ci è dato di portare – qualunque colore e qualunque dimensione abbia – apre anche davanti a noi una strada che giunge alla risurrezione. E dunque, domandiamo la grazia di portarla con fiducia e fortezza, senza imboccare strade lucenti che non portano a nulla.