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Mercoledì 5 febbraio 2020 Sant’Agata, vergine e martire Catania 235-251

Vangelo secondo Marco 6,1-6

In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.

LA FEDE RICONOSCE

I compaesani di Gesù lo ammirano ma, invece di esaltarlo, se ne scandalizzano. Perché? Forse per invidia, forse per il preconcetto di chi suppone già di conoscere una persona, e non accetta che questa esca dalle sue misure e dai suoi piani. E’ significativo notare che Gesù ‘non poteva compiere nessun prodigio’ a causa della loro incredulità. Ancora una volta, Gesù non si impone, ma si propone e si offre interamente solo a chi si apre a Lui con fede e abbandono.