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Sabato 4 gennaio 2020 Sant’Angela da Foligno, 1248-1309

Vangelo secondo Giovanni 1,35-42

In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

LE QUATTRO DEL POMERIGGIO

Ecco il momento decisivo: il passaggio da Giovanni a Gesù, dall’antico al nuovo Testamento, dalla promessa al compimento, dall’indicazione alla sequela. Tra i discepoli del Battista, due si muovono dietro a Gesù: è il primo rigagnolo del gran fiume di discepoli che seguono Gesù. Avviene quasi senza parole, se non fosse per la domanda concretissima: “Maestro dove dimori?”, e la risposta che introduce a un’esperienza: “Venite e vedete”. La nuova corrente di vita nella storia degli uomini, è giunta a toccare anche noi.