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Lunedì 23 dicembre 2019 San Giovanni Canzio, sacerdote, Cracovia 1390-1473

Vangelo secondo Luca 1,57-66

In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.

LA PRIMA NASCITA

La nascita di Giovanni precede di sei mesi quella di Gesù. “Che sarà mai questo bambino?” Egli precede Gesù nella nascita e ne riconosce la presenza, segnalandola alla madre Elisabetta fin dal seno materno e in seguito al fiume Giordano, ai suoi discepoli e a tutti noi. E’ significativo che Gesù si sia fatto precedere e accompagnare da tante persone. Egli non si presenta al mondo da solo, ma attraverso il volto, il cuore, la missione di coloro che lo amano, lo seguono, lo testimoniano.