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Mercoledì 4 dicembre 2019 San Giovanni Damasceno, dottore della Chiesa, 650-753; Santa Barbara, martire, sec.III

Vangelo secondo Matteo 15,29-37

In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele.
Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?».
Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.

LA COMPASSIONE DI GESU’

La compassione di Gesù non è appena un moto del cuore. Diventa un gesto che Gesù consegna ai discepoli. Una grande opera di carità attraversa la storia della Chiesa e arriva a colorare tante iniziative nel mondo. La carità cristiana converte la persona che la compie, ma si allarga come onda benefica che coinvolge tanti altri. Lo vediamo accadere sotto i nostri occhi: in occasione dell’acqua alta nel veneziano, nella Colletta alimentare, in opere del passato, come nella mostra dell’Ospedale degli Innocenti a Firenze.