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Lunedì 2 dicembre 2019 San Cromazio d’Aquileia, vescovo 335-406

Vangelo secondo Matteo 8,5-11

In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò».
Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».
Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli».

SALVEZZA A DISTANZA

Viene da paragonare la ‘salvezza a distanza’ compiuta da Gesù per il servo del centurione, alla ‘salvezza a distanza’ che Egli opera per noi. Gesù non entra fisicamente nelle nostre case, ma ci raggiunge con la potenza del Suo Santo Spirito e ci salva. Egli opera attraverso la Chiesa e i suoi sacramenti, si fa vicino a noi e ci soccorre attraverso l’amicizia, l’amore, la carità di tante persone. Occorre solo invocarlo e riconoscerlo con la fede semplice e decisa del centurione.