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TEOLOGIA IN NAVIGAZIONE

Camminando fuori pista, a lato dei percorsi di teologia preventivati dalle scuole e ai margini delle attività pastorali determinate dalla programmazione, le visite in libreria diventano dispersive, e nello stesso tempo accattivanti. Dispersive perché non sei preso da un tema specifico come quando l'insegnamento rubava tutti i ritagli di tempo libero; né sei catturato da impellenti mansioni pastorali. Al largo dalle boe di segnalazione, rischi di vagare senza bussola nel mare di pubblicazioni disperse per mille correnti, tra venti contrastanti. In libreria si trova di tutto, dal breve fascicolo quaresimale al grosso tomo di teologia femminista. Nella nuova situazione puoi acconsentire all’attrattiva di antichi e nuovi autori, e puoi tuffarti alla scoperta inesauribile e affascinante del mistero cristiano, come chi si immerge in siti marini pieni di sorprese: uno straordinario compenso al vuoto che ci circonda.
C’era un tempo in cui una consistente presenza di giovani avviati al sacerdozio faceva del seminario un centro culturale effettivo, dove ci si poteva recare per una consultazione, un confronto, un dialogo, con profitto per l'azione pastorale e l'aiuto spirituale. Da molti decenni gli allievi di teologia sono trasmigrati in seminari di altre diocesi, e ultimamente sono ridotti al lumicino. E’ venuto a mancare anche il lieve rigagnolo di quella che veniva chiamata dapprima 'Teologia per laici' e successivamente 'Formazione teologica'; ne hanno usufruito alcune centinaia di uomini e donne. Nello spazio della laguna le acque della riflessione e dello studio teologico si vanno prosciugando e lasciano emergere la secca come nei giorni di bassa marea. Ci si guarda intorno alla ricerca di un possibile percorso da suggerire a persone di varia provenienza culturale, che desiderano e domandano di conoscere e capire i contenuti della fede, stimolate da una esigenza esistenziale che viene acuita dal vuoto della società. Nel frattempo, ti vai imbattendo in un serie di persone che percorrono canali di altura, appassionandosi e dedicandosi a studi teologici e biblici decisamente impegnativi, frequentati in città vicine e a Roma. Ci si abbevera a nuove fontane, arricchite da originali esperienze personali. Sarà possibile mettere in circolo queste correnti, facendole reciprocamente incontrare e scorrere nelle acque della laguna e dei fiumi nostrani? Il terreno arido della sterminata ignoranza religiosa che isterilisce fede e carità, potrà venire nuovamente irrigato e qualche oasi rifiorirà. Nei nuovi studi e nelle nuove tendenze, si profila la bella novità di una teologia non ingessata entro schemi astratti, ma raccontata come storia di salvezza di persone e popoli. La barca della chiesa va, equipaggio e passeggeri, navigatori del presente e del futuro.

Vangelo secondo Luca 4,1-13

In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”».
Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.

DAL DESERTO ALLA LIBERTA’

Nel deserto, che immaginiamo come luogo di silenzio e di contemplazione, Gesù viene tentato da satana. Che ci fa quest’uomo tutto solo, che digiuna e prega per quaranta giorni? E’ una preda troppo golosa per il nemico di Dio, che lo affronta di petto. Anzi, di stomaco. La fame è senza remissione: o vi rispondi, o crolli. Quale fame? Senza la parola e la presenza che fanno vivere, nemmeno il pane sazia. L’uomo Gesù è sorretto dal rapporto vitale con Dio; ne richiama la parola ad ogni passo, ad ogni inciampo, ad ogni tentazione. Riconosce che Dio vale più di tutti i regni della terra; merita dedizione e adorazione; non possiamo sostituirci a lui, dettandogli regole e scadenze. Possiamo dedicargli la vita, le intenzioni e le opere; possiamo desiderare e domandare la sua volontà di bene, di salvezza e redenzione, di riscatto dal male, dalla violenza e dall’orgoglio che uccide. E’ la missione di Gesù, che esce libero dal deserto delle tentazioni. Questo è il tratto di strada che Gesù ci chiama a compiere dietro a lui in Quaresima: liberi dal male per servire il suo Regno.

 Vangelo secondo Luca 5,27-32

In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.
Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».

IL PECCATORE APOSTOLO

Quali sono le condizione per stare con Gesù? Guardarlo e seguirlo. Non occorre essere già santi o buoni. Occorre amare la vita e desiderare di far festa quando Lui ti guarda e ti chiama. Potevi desiderare di meglio? Non potevano bastarti il tavolo di lavoro, i soldi, la soddisfazione dei tuoi capricci? Quando Gesù ti incontra e ti chiama, fai festa con gli amici, perché desideri condividere la sua amicizia. E lasci perdere gli altri che mormorano alle spalle con invidia.

Vangelo secondo Matteo 9,14-15

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».

IL DIGIUNO E LA FESTA

Digiuno o non digiuno? Il digiuno non è solo una questione salutistica o ecologica; esso esprime desiderio e domanda. Il cibo e il convito esprimono festa, compagnia, gratitudine. Poiché Gesù si è allontanato dalla nostra esperienza sensibile e immediata, il digiuno dichiara la sua lontananza e ne reclama la presenza. Quando Gesù si manifesta nella nostra vita e ci accompagna nella Chiesa, allora è come essere invitati alle nozze dello sposo.

 

Introduzione del celebrante
Con la semplicità dei figli e l’umiltà dei peccatori rivolgiamo a Dio la nostra preghiera.

1. Signore Gesù, in questo tempo di Quaresima camminiamo con Te verso la Pasqua; donaci l’obbedienza della fede per seguirti nella via della Chiesa,
Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

2. Signore Gesù, che hai vinto Satana, rendici forti nelle tentazioni del cuore, della mente, delle opere. Donaci il tempo favorevole per accogliere la tua misericordia nel sacramento della Confessione,
Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

3. Noi siamo tuo popolo, Signore. Rendici uniti nel vivere la fede, la carità, la speranza di vita nuova. Ti affidiamo i ragazzi e le famiglie che accoglieranno la tua grazia nei sacramenti della Cresima e dell’Eucaristia,
Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

4. Ti affidiamo le vittime dell’ingiustizia e dell’odio. Assisti i migranti, i senzatetto e coloro che privi di acqua e di cibo. Insegnaci il buon uso dei beni materiali,
Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante
Deponiamo davanti a te o Signore la nostre domande e la nostra vita, con la fiducia dei figli. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

Spunto della domenica
Veniamo da una lunga storia e apparteniamo al popolo di Dio (I.a lettura). Ci viene consegnata una parola di vita (II.a Lettura) che ci chiarisce e ci conforma. Le tentazioni sono tutto ciò che ci distrae e ci tira fuori da questa appartenenza a Dio nel suo popolo: la pretesa dei beni materiali, la superbia del potere sugli altri, la tentazione di sostituirci a Dio e di fare a meno di Lui. La Quaresima ci dona l’occasione di guardare al punto giusto e di riprendere con la Chiesa la vita cristiana vera, fondata nei sacramenti, nella preghiera, nella carità.

Vangelo secondo Luca 9,22-25

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?».

IL CAMMINO DELLA QUARESIMA

Il Vangelo di oggi ci dice cos’è la Quaresima: un cammino verso la Pasqua del Signore Gesù, costituita dalla sua Passione Morte Risurrezione. Non è un cammino verso una celebrazione, ma una condivisione con Cristo. Perdita e guadagno. Gesù ‘ha perso la vita’ donandola per gli uomini in obbedienza al Padre. Dietro a Lui, giorno per giorno, perdiamo noi stessi vivendo le circostanze della vita con amore al Padre e condiscendenza verso i fratelli. E’ un passaggio verso la vita vera.

Lettere dal sito di Tracce
https://it.clonline.org/lettere/2019/02/27/multa-coppia-poliziotto

Un appuntamento importante per l'adozione di un figlio. Ma l'auto non ha la revisione, e lungo la strada una pattuglia li fa accostare per un controllo. Scatta il "fermo" della macchina. Solo che poi...

27.02.2019
Potete immaginare con quale trepidazione io e mia moglie siamo partiti quella mattina di qualche mese fa. Avevamo un importante appuntamento, decisivo nel nostro percorso di adozione che stiamo seguendo da diverso tempo. Come sarebbe andata? Avremmo avuto subito una risposta o avremmo dovuto attendere ancora? E cosa sarebbe successo "dopo"?

Ma poi, come spesso accade "per Grazia", ecco l'imprevisto a scompaginare i nostri piani. Una pattuglia della polizia ci ferma lungo la strada per un normale controllo. La mia auto non ha fatto la revisione. Risultato? Multa e fermo del veicolo, con la sola possibilità di proseguire fino ad una officina per la revisione immediata. Un vero disastro. Cerchiamo di spiegare ai poliziotti la nostra situazione, non possiamo tardare e rinviare...

E le nostre insistenze hanno successo: i poliziotti ci aiutano a trovare una officina aperta il sabato mattina (addirittura vicino al luogo dove stavamo andando...), permettendoci di non mancare l’appuntamento. Il giorno dopo, scriviamo una mail al comando di polizia, ringraziando per come eravamo stati aiutati. Per noi quello che era successo era già un piccolo miracolo, ma quello che è successo dopo lo ha incredibilmente superato.

Qualche giorno fa riceviamo un’altra notizia importante per il nostro percorso adottivo. Ma, nello stesso giorno arriva una mail. È di uno dei due poliziotti. Eccola:

«Carissimi, non vi ho mai dimenticato. Certo non vi conosco, se non per quel breve momento in cui ci siamo incontrati, quel sabato mattina lungo la statale. Ma da quel giorno, qualcosa dentro di me si è mosso. O mi ha mosso... Sapete, con il lavoro che faccio non mi capita spesso di sentirmi dire grazie, se non in modo sarcastico. Di certo non mi è mai capitato di sentirmelo dire dopo una multa. Quante volte ho pensato a voi! Ho avuto davanti a me una famiglia, anzi una Famiglia, che sta facendo un "cammino e che spera avrà un esito positivo", come avete scritto... Cosa vorrà mai dire? Posso sembrare noioso citando molte delle vostre frasi. Ma le ho lette tante di quelle volte, rilette, e ancora... Sono così calde, così dense. Che mistero il cosmo, l'esistenza, la vita... “Mistero”: un'altra parola che trovo nella vostra lettera. Io, senza saperlo, ho "accompagnato in maniera misteriosa" una Famiglia. Verso dove? Perché? Che mistero quell'incontro! Un Mistero molto più grande di noi, delle stelle... E in quel momento il tempo si ferma, giusto l'attimo di un battito di ciglia, ma che marchia a fuoco la mia anima per sempre. Non sono qui in cerca di risposte a tutte le mie domande; non mi permetterei mai di entrare nel vostro privato. Ma certe parole, come dicevo, lasciano un segno indelebile e volevo condividere con voi ciò che involontariamente mi avete donato. E che dire del riferimento al Signore, con cui la lettera termina? Che meraviglia! Sono grato a Dio per avermi messo sulla vostra strada, in tutti i sensi... Spero con tutto il cuore che il vostro cammino "abbia avuto un esito positivo" e che possiate vivere in pienezza d'amore la vostra vita. Che il Signore vi dia tutto ciò di cui avete bisogno».

Lettera firmata

Vangelo secondo Matteo 6,1-6.16-18

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».

LA QUARESIMA DEL CUORE

Quale bisogno c’è della Quaresima e della sua penitenza? Abbiamo già le nostre diete e le nostre astinenze; ci riempiamo di regole salutistiche ed ecologiche, per i cibi, la cucina, la tavola.
Questo Vangelo ci dice che la Quaresima va oltre. Lo ‘star bene’ non si riduce alla dimensione corporale o vagamente spirituale. La Quaresima ci riconduce a ravvivare il rapporto con Dio, nostra vera ricompensa e ricchezza della vita. Carità, preghiera, digiuno sono un’esigenza del cuore che ricerca Dio e incontra il prossimo.

Vangelo secondo Marco 10,28-31

In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».
Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».

Il CENTUPLO

Reagendo alle parole di Gesù dopo l’incontro con il giovane ricco, Pietro gli esprime la condizione sua e quella degli altri apostoli: essi hanno lasciato tutto e l’hanno seguito. Gesù spalanca la promessa del centuplo, già ora, in questo tempo. La sequela di Gesù cambia la vita, introduce un nuovo rapporto con cose e persone e sviluppa una umanità nuova. Fioriscono un nuovo possesso delle cose, una nuova familiarità con le persone, un nuovo senso della vita. Lo si sperimenta vivendolo nel concreto.