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MONTAGNE DI STORIA

Cento milioni di anni fa qui si stendeva una laguna come oggi la si vede alle Bahamas. Qui, dove ora si innalzano le vette delle Dolomiti sullo scenario di San Martino di Castrozza. Dio ha impiegato tutti questi anni per mostrarci lo spettacolo della sua bellezza. Il suo dono fiorisce nella lenta pazienza del tempo, avvenimento dopo avvenimento, goccia dopo goccia, battito su battito.
Anche tutto il procedere della nostra storia personale alza oggi il sipario e si svela come un panorama di monti che sorgono dalla profondità del tempo. Ce ne accorgiamo con una sorpresa di incanto. Succede come nel procedere della storia sacra. Come poteva Abramo, il primo chiamato, contare le stelle e numerare i granelli di sabbia per elencare la fila di uomini e donne che avrebbero portato a compimento la sua storia, arrivando a coinvolgere pure noi? Come poteva Maria immaginare il passaggio di generazione in generazione di tutti coloro che l'avrebbero chiamata beata?
Nelle svolte del tempo, il panorama della vita si chiarisce ad ogni passaggio, svelando le tessere del disegno che sgorga dalla profondità del mistero. Come in un poster nel quale - una foto dopo l'altra - gli amici hanno raccolto i fatti di una, le perle della collana, lo scorrere di strade e sentieri, di giorni e di ore. La semente è fiorita in una pianta, l'albero ha allargato i cerchi degli anni, i volti nuovi sono sopraggiunti componendosi con quelli di chi già c'era. Non è solo la potenza di una fioritura che germoglia. È la grazia nuova delle persone che si incontrano, dei maestri che riaprono il percorso e delle guide che accompagnano, della compagnia che si moltiplica e si infittisce.
Noi siamo la storia che abbiamo vissuto, siamo le persone che abbiamo incontrato, gli amici che abbiamo amato, gli ostacoli che abbiamo superato, i pericoli che abbiamo sfiorato, le contraddizioni che abbiamo subito, le ferite che ci hanno toccato, le grazie che abbiamo ricevuto, le coincidenze che ci hanno esaltato. Tutto - meravigliosamente - è diventato tua carne e tue ossa, purificato dalla grazia del perdono, salvato dal sangue della croce, alimentato dal pane del cammino.
Continuano le trasmigrazioni di Abramo e il deserto di Mosè, la traversata dei discepoli sul lago, la tempesta sedata e la pesca miracolosa. Lui, il Signore riconosciuto da Giovanni e abbracciato dalla Maddalena, ha acceso il fuoco e ha cucinato i pesci e ti attende ancora sull'ultima spiaggia, scrutandoti con la grazia di una domanda tante volte ripetuta: "Mi ami tu?".

Vangelo secondo Luca 1, 39-56

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

L'ALBA DEL MONDO NUOVO

Nelle albe d’estate vediamo sorgere dal mare la luce del mattino. Accade ogni giorno, anche quando striature di nubi ricoprono di un velo i raggi del sole.
All'orizzonte della storia, i cristiani hanno individuato in Maria l'alba del mondo nuovo illuminato dal sole di Cristo. Nel percorso della sua vita, Maria è accanto a Cristo, bambino, maestro d'Israele, Messia crocifisso e risorto. Partecipa della sua missione, del suo dramma, del suo mistero. Gesù percorre la vita umana e la porta a compimento nella risurrezione e ascensione al cielo.
In questo cammino che per tutti si compirà con la risurrezione dei morti, Maria è la prima. La sua Assunzione al cielo in anima e corpo è un anticipo e una promessa; diventa per l’umanità intera segno di speranza, come la prima fioritura nel giardino di Dio.
Guardando Maria Assunta, diventiamo certi del nostro destino buono, lieti ogni mattino di intravvedere il primo sorgere del sole che illumina le nostre giornate.

Vangelo di Matteo 18,1-5.10.12-14

In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?».2Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli. Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda.

LA LOGICA DI DIO

Il più grande è il bambino perché non possiede niente di suo e quindi può ricevere tutto. Anche chi accoglie un bambino, senza poter attendere alcun contraccambio, trova la strada aperta per il Regno. Colui che possiede ricchezze o energie, chi è grande e forte, si metta a disposizione di chi è piccolo, debole o disperso. In un mondo di fratelli che collaborano tra loro, nessuno va perduto, e tutti godi dei beni che il Padre ha seminato nel mondo.

Vangelo secondo Matteo 17,22-27

In quel tempo, Mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse loro: «Il Figlio dell'uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati. Quando furono giunti a Cafàrnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: «Il vostro maestro non paga la tassa?».Rispose: «Sì». Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?».Rispose: «Dagli estranei». E Gesù replicò: «Quindi i figli sono liberi. Ma, per evitare di scandalizzarli, va' al mare, getta l'amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d'argento. Prendila e consegnala loro per me e per te».

LE TASSE DI DIO

Le tasse sono un tentativo di condividere i beni e di rispondere ai bisogni. Dio ci ha messo in mano un mondo di cose buone e utili; dovremo coinvolgerlo anche nel pagamento delle tasse? Gesù sta al gioco e accetta di sottoporsi alla regola comune, usando tuttavia un metodo adeguato, egli che non possedeva denaro né desiderava acquisirlo. Il pesce con la moneta d'argento evita lo scandalo e la contestazione. Gesù volge a nostro vantaggio anche questo strano miracolo.

Vangelo secondo Giovanni 6,41-51

In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?».
Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

ISTRUITI DALL’ALTO

Gesù squarcia l'orizzonte e straccia tutte le misure. Egli non è solo l'uomo di Nazaret di cui conosciamo l'origine e la storia. Come la manna, Egli discende dal cielo, anzi da Colui che abita il cielo, il Padre. Per andare a lui e ritrovare la sua vera identità occorre che il Padre ci attiri e ci istruisca. Non bastano i nostri libri di storia e di filosofia, non bastano il nostro cervello e i nostri ragionamenti. Occorre che ci vengano donati una nuova mente e un cuore nuovo; occorre che ci vengano aperti gli occhi, così da vedere un mondo nuovo. La fede ci spalanca a un altro livello conoscenza, e ci introduce in un percorso di nuova vita, che non si lascia impaurire né bloccare dalla morte terrena.
Le parole di Gesù fanno saltare tutte le pretese di raggiungere da soli la verità e la pienezza della vita. Accogliendo e vivendo quello che Gesù ci comunica, veniamo introdotti a mangiare il pane vivo e a riconoscere Colui che dà la vita. Chi non lo vorrebbe?

Vangelo secondo Matteo 17,14-20

In quel tempo, si avvicinò a Gesù un uomo che gli si gettò in ginocchio e disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio! È epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e sovente nell’acqua. L’ho portato dai tuoi discepoli, ma non sono riusciti a guarirlo».
E Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo qui da me». Gesù lo minacciò e il demonio uscì da lui, e da quel momento il ragazzo fu guarito.
Allora i discepoli si avvicinarono a Gesù, in disparte, e gli chiesero: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli rispose loro: «Per la vostra poca fede. In verità io vi dico: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: “Spòstati da qui a là”, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile».

POVERTA’ E RICCHEZZA

Anche la fede di Chiara d'Assisi ha fruttificato come il granello di senape del Vangelo. Al seguito di Francesco d'Assisi, si è immedesimata con Gesù, privandosi di tutto per vivere solo del suo Signore. Questa scelta estrema indica a tutti che cosa vale nella vita e Chi ci fa vivere. Nel nostro mondo che insegue inutilmente la felicità del potere e del possesso, Santa Chiara richiama la luce vivida del Vangelo, dove la vera ricchezza è Gesù.

PREGHIERA A MARIA ASSUNTA: oggi ore 21 in Cattedrale a Chioggia, guardiamo Maria che mostra la via della felicità

Vangelo secondo Giovanni 12,24-26

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.
Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.
Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà».

LA SEMENTE FRUTTIFICATA

Lorenzo può essere considerato il primo martire della fede e della carità. Serviva il Signore nei poveri della chiesa di Roma, della quale custodiva i beni. Gli venne richiesto di consegnare i tesori della Chiesa, ed egli indicò i poveri. La sua testimonianza percorre i secoli della storia della chiesa e continua a produrre miracoli di carità. Realmente il chicco di grano, caduto in terra, muore per portare molto frutto.

 

Vangelo secondo Matteo 25,1-13

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».

LA VERGINE PRUDENTE

Edith Stein, studiosa ebrea che scrutava il fenomeno umano alla scuola di un grande filosofo, scopre la verità del Vangelo e in una notte legge la vita Santa Teresa d'Avila e si appassiona del suo ideale. Diventa suora carmelitana e presto il suo cammino viene intercettato dal regime nazista che la conduce a morire ad Auschwitz. La fede di due popoli - ebreo e cristiano - e il dramma del continente europeo si assommano nella sua persona. Il suo martirio diventa speranza per tutti.

 

Vangelo secondo Matteo 15,21-28

In quel tempo, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola.
Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele».
Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore, – disse la donna – eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni».
Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.

LA FEDE ALLA PROVA

Non va sempre tutto dritto, nemmeno con Gesù. Egli ha i suoi piani, che possono non corrispondere ai nostri. La risposta di Gesù alla donna cananea ne è un esempio. Che fare? Le difficoltà provocano la fede a manifestarsi con vigore, e la preghiera a esprimersi con determinazione. Tutto si gioca in una relazione personale, piena di fiducia e audacia. La donna cananea, testimone di una fede intelligente e decisa, riceve da Gesù un aperto elogio.