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Oggi ore 21 leggiamo il Vangelo insieme in Cattedrale

Vangelo secondo Luca 14,1-6

Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisìa.
Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no guarire di sabato?». Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò.
Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?». E non potevano rispondere nulla a queste parole.

ESPERIENZA DIRETTA

Questa volta è Gesù stesso a prendere l’iniziativa sulla questione del riposo del sabato. Egli non dà una spiegazione teorica, ma compie con decisione il gesto del miracolo: “Lo prese per mano, lo guarì, lo congedò”. Poi affronta di petto i suoi interlocutori, mettendoli di fronte a una situazione che potrebbe capitare a loro personalmente. Solo l’esperienza diretta conduce a una vera convinzione. Vale per ogni fatto della vita ed è il metodo della fede cristiana: Vieni e vedi!

Vangelo secondo Giovanni 6,37-40

In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno.
Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

APERTURA ALLA VITA

La nostalgia e la memoria che attraversano questa giornata – in chi ha la possibilità di considerarla realmente – vengono attraversate dall’annuncio della Parola di Dio nella liturgia della Chiesa: Dio ci ha creati per la salvezza totale, fino alla risurrezione del corpo. Oggi possiamo dunque rinnovare la nostra fede in Gesù risorto e la nostra speranza, che ci permettono di vivere più degnamente, mentre la preghiera e la carità accompagnano i nostri cari all’incontro con il Signore.

Vangelo secondo Matteo 5,1-12

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

AUTOSTRADA A OTTO CORSIE

Con un pizzico di briosa fantasia potremmo intitolare questa pagina del Vangelo “ una autostrada per il Paradiso”: a otto corsie. O forse si tratta di sentieri lungo i quali si fa una certa fatica a camminare. Comunque, si può provare a muovere i primi passi. La posta in gioco è formidabile: la beatitudine, cioè la felicità, quella che in misura piena si può gustare nell’aldilà, ma che manda copiosi spruzzi anche al di qua. Non è forse vero che si trovano persone felici tra i poveri, i miti, i puri, i misericordiosi, gli operatori di pace, e persino tra i perseguitati? Come può accadere? Può accadere seguendo Gesù, maestro e testimone; camminando insieme, nella ‘comunione dei santi’. Può accadere se la nostra piccola speranza si apre a desiderare e a perseguire cose grandi e cose vere. I santi, uomini e donne realizzati, ci fanno strada e tifano per noi.