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Vangelo di Luca, 11, 29-32

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Ninive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Ninive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona.

QUELLO CHE GIÀ ABBIAMO

Sembra che non basti mai quello che abbiamo: non basta a livello economico e non basta a garantire la fede e l’adesione a Gesù. Questa non nasce da una prova matematica, ma dalla apertura del cuore e della mente a riconoscere la sua persona, come si riconosce un amico e come si accoglie un amore. Ospitandolo nella vita e frequentandolo nella realtà della Chiesa, possiamo sperimentare la sua presenza, e lasciarci sorprendere dal miracolo della sua risurrezione.

L'invito del Padre alla festa di nozze, è per noi oggi, alla festa con Gesù

Vangelo secondo Matteo 22,1-14

In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse:
«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire.
Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: Dite agli invitati: “Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.
Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.
Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”.
Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

INVITATI A UNA FESTA DI NOZZE

Quando si pensa a una festa bella e lieta, che cosa viene in mente? Gesù pensa al pranzo di nozze di un principe, alla maniera in cui si usava ai suoi tempi, con l'onore e il privilegio dell’invito del re. La festa di nozze è una delle immagini più belle e liete con le quali la Bibbia descrive il Regno di Dio, al quale tutti gli uomini sono convocati. Come pensare a un rifiuto?
Gli interessi degli invitati volano più basso: lavoro, divertimenti, festicciole di casa, piccoli programmi per una piccola felicità.
Abbiamo paura di desiderare qualcosa di grande, riduciamo la nostra attesa, forse per timore di incorrere in una delusione. Navighiamo sotto costa, senza il coraggio di intraprendere un viaggio avventuroso.
Pur nello scantonamento di molti, la festa del principe non viene abolita, e sono invitate altre persone, improbabili e impreviste. Tuttavia, nemmeno per loro la festa è automatica. Quando si è invitati alla festa del re, occorre stare alle regole del gioco. Occorre il vestito adeguato e l'anima predisposta. Ci sono stati consegnati all'ingresso nella sala della vita. Dove li abbiamo buttati?

 

questo fatto è accaduto sul tratto di laguna davanti alla Chiesa di Ognissanti, come vedi nella testata del sito;      in laguna, di fronte alla chiesa, a sinistra dei pali si scorge il piccolo capitello sul luogo dell'affondamento

IL SOLE DI OTTOBRE

Il bel sole di ottobre illumina la giornata a mezzo del suo corso. Il bambino cammina scalzo sul pavimento di casa e poi sul selciato della strada. Non ricorda se quel giorno sia stato portato all’asilo, o forse è già rientrato per il pranzo.

A un certo punto la voce della sorella più grande e la sua mano forte lo trascinano decisamente nel buio dello scantinato, consueto luogo di rifugio nel pericolo. Il rimbombo di uno scoppio e altri vari rumori gli fanno istintivamente portare le mani agli orecchi. Poco dopo il bambino - quattro anni e poco più - esce dal buio e si meraviglia di poter camminare a piedi nudi senza punture né tagli, sul pavimento di casa cosparso di vetri rotti. Subito fuori in strada con la sorella, incontra una confusione di persone nella piazzetta della Chiesa prospiciente la laguna. La motonave Giudecca, in arrivo dalla corsa che da Chioggia approda all'isola di Pellestrina verso le tredici, giace riversa nell'acqua a metà laguna, colpita dalle bombe proprio in corrispondenza della Chiesa. Barche e barchette e uomini si rincorrono nel breve tratto d’acqua che separa la riva dal vaporetto, che spunta con le tubature innalzate, riverso a mezzo corpo in laguna. Qualche ferito viene portato da una barca alla riva; forse viene disteso in qualche modo su una carriola per essere condotto al piccolo ospedale, all'altro capo dell'isola. Più tardi anche il bambino, tra una folla di gente, giunge vicino all'ospedale, sorpreso di vedere le suore indaffarate tra la riva e l’ospedale, la gola circondata e protetta da un ampio soggolo: forse sono ferite anch'esse, e già medicate e protette dalla grande fasciatura? Di sfuggita il bambino scorge sangue e membra strappate e visceri riverse fuori pancia e malamente trattenute dalle mani del ferito. Attonito si guarda intorno.

Stamattina - 13 ottobre 2017, settantatré anni dopo - mi trovo casualmente sulla stessa piazza, proprio nell'ora in cui un piccolo assembramento di persone, insieme con rappresentanti in diverse divise militari e fasce tricolore, ricordano l'evento. Sento appena uno scampolo di discorso contro la guerra, espresso con sincera retorica, e i consueti ringraziamenti rivolti a chi ha organizzato l'evento. Quindi le 'autorità' omaggiano il cippo che in piazza ricorda l’avvenimento e, salite su un vaporetto molto più piccolo della motonave ‘Giudecca’, attraversano il breve tratto di laguna per andare a deporre la solita corona di fiori sul capitello che segnala il luogo dell'affondamento del 13 ottobre 1944, ore 13. Si calcola che morirono più di duecento persone; tra esse, un giovane prete e un diacono. E’ impossibile, sulla piazza della laguna, che il ricordo non diventi preghiera.

 

Domani, domenica, Gesù ti invita a una festa di nozze. Cosa rispondi?

Vangelo secondo Luca 11,27-28

In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!».
Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».

VOCE DI DONNA

Splendida voce di donna. Da secoli fino al presente, risuona nella voce della Chiesa, dando lode a Maria, beata non solo perché ha portato Gesù e lo ha allattato, ma perché la sua maternità è fiorita in tutta la vita ascoltando e vivendo la Parola fatta carne. Questa beatitudine si estende a tutta la Chiesa e ogni cristiano è chiamato dal Signore a percorrerne la strada, domandando giorno per giorno la misericordia che risana e rilancia.

Vangelo secondo Luca 11,15-26

In quel tempo, [dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio,] alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino.
Chi non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde.
Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima».

QUALE POTENZA

Bastano i miracoli a convincere? Gesù non convince con i miracoli, che i suoi oppositori tentano di attribuire all'opera di satana, come racconta il Vangelo. Gesù rivendica la sua unione con Dio Padre, principio di vita e di salvezza. Questa unità con il Padre gli dona la potenza di scacciare i demoni. Come è unito al Padre, così Gesù chiama noi ad essere uniti a lui, per non disperdere la nostra vita e non lasciarci nuovamente catturare dallo spirito di satana.

 

Vangelo secondo Luca 11,5-13

In quel tempo, Gesù disse ai discepoli:
«Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».

UN AMICO A MEZZANOTTE

Andresti a importunare un amico nel fondo della notte? Dipende dall’urgenza che ti spinge, e anche dalla confidenza che hai con l’amico. Gesù paragona il Padre celeste a un amico e a un padre.
Egli non imposta una ‘religione’ di pratiche devote e di atti formali, ma apre un rapporto di amicizia e di figliolanza con il Padre suo, con il Figlio che è lui stesso, con lo Spirito Santo. Domandando lo Spirito Santo si impostano i rapporti e si corrisponde ai bisogni della vita

 

‘Camminare sull’acqua’: a Chioggia si può…

Una sala completamente riempita, nella sua semplice sontuosità, abbraccia le persone accorse per la presentazione del libro ‘Camminare sull’acqua’. E’ una lucente serata di inizio ottobre, giorno di festa per i Santi Angeli e alcuni amici hanno voluto stringersi attorno a Don Angelo Busetto, parroco del Duomo, narratore di una vita buona in Chioggia.
‘Questa non è appena la presentazione di uno dei più intensi libri di Don Angelo’ dice Piergiorgio Bighin che apre la serata ‘ma la scoperta, che commuove noi stessi mentre la facciamo, che qui a Chioggia esiste la possibilità di camminare sull’acqua, cioè di vivere una compagnia come quella che il libro di Don Angelo racconta. Questa compagnia, che è la chiesa, si forma e riforma continuamente come una marea che tocca le nostre vite e le vite di coloro che per grazia incontriamo, anche stasera…’ ...continua a leggere "Presentato l’ultimo libro di Don Angelo Busetto nella pinacoteca della Santissima Trinità"

DOVE RINASCE LA VITA

Com'è che l'amicizia di Gesù con i suoi è andata a incasellarsi in un castello di mansioni, strutture, programmi? Il rapporto personale è andato a fissarsi in uno standard di incontri, competenze, attività, trasformando la Chiesa in un organismo complesso. La piccola pianta è diventata albero e bosco, aprendo sentieri e stradine, e poi lanciando ponti e autostrade. Ha attraversato nazioni e continenti e ha conformato culture e civiltà. C’era un tempo in cui i credenti in Cristo formavano comunità vive e unite attorno al campanile; la vivacità del ritrovarsi insieme, tutti o a gruppi, e la molteplicità delle iniziative era espressione della vita di persone, famiglie, gruppi e della comunità tutta intera. Poi la società s’è spezzettata, i frammenti si sono sparsi qua e là e la comunità si è dispersa. La pratica della fede, pezzo dopo pezzo, non coincide più con la vita e i suoi ritmi, ed è andata a rifugiarsi nell'angolo: la messa festiva o forse feriale, e magari qualche incontro di parrocchia o di gruppo; a volte, più come dovere da assolvere o tassa da pagare, o come tentativo per acquietare la coscienza o accontentare il prete o l'amico; senza lasciarsi prendere il cuore e catturare la vita, rimasta parallela o estranea. ...continua a leggere "il cristianesimo è un’amicizia"

Vangelo secondo Luca 11,1-4

Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».
Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione».

QUANDO PREGATE

Quante volte gli apostoli hanno visto Gesù pregare, e quante volte Gesù ha insegnato agli apostoli a pregare? La preghiera insegnata da Gesù rimane impressa nella memoria, con diverse espressioni, e viene ripetuta da soli o insieme.Infine l'uso liturgico fissa una formula che diventa la preghiera di tutti i cristiani. Insegnandoci a pregare in questo modo, Gesù dichiara la nostra identità di figli e fratelli. Ne è grande testimone Papa Giovanni.