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Martedì 30 maggio 2017, Santa Giovanna d’Arco, 1412-1431

Vangelo secondo Giovanni 17,1-11

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, disse:
«Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato.
Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse.
Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato.
Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te».

LA PREGHIERA AL PADRE

Dopo avere tanto parlato del Padre ai discepoli, Gesù esprime davanti a loro la preghiera che rivolge personalmente al Padre. Il dialogo eterno che si dispiega tra Padre e Figlio nel profondo della Trinità, si riveste di parole umane. Che cosa domanda il Figlio, se non che la sua stessa vita venga partecipata a ‘tutti coloro che il Padre gli ha dato’? Proprio questa comunicazione ai discepoli costituisce la gloria del Figlio e del Padre: la conoscenza di Dio e il suo mistero di amore, donati agli uomini.