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28 agosto 2016 – Domenica XXII durante l’anno C – Sant’Agostino Vescovo, 354-430

IL NOSTRO POSTO

Qual è il nostro posto nella vita? Quante volte abbiamo la pretesa di cambiare il posto in cui siamo, perché lo sentiamo inadatto? Spesso non è in gioco solo il desiderio legittimo di migliorare la propria condizione, quanto piuttosto l'orgoglio e l'insaziabilità. Quale posto possiamo desiderare nella vita se non quello che ci è stato affidato, quello che è determinato dalla nostra vocazione e che apre la strada alla realizzazione della nostra vita? Quando riconosciamo il ‘nostro posto’, apriamo il cuore ad accogliere e ospitare altri, senza la pretesa del contraccambio.

Vangelo secondo Luca 14,1.7-14

Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».