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Dal Meeting al terremoto: il Volto del TU

 

Per l'arcivescovo di Bologna che interviene con cipiglio romanesco irruente e ilare, il Convegno della Chiesa Italiana a Firenze trova sintesi nel titolo del Meeting di Rimini: “Tu sei un Bene per me”. Ormai al rush finale, il Meeting viene ferito dalla notizia dello sconvolgente terremoto in Centro Italia, e l'arcivescovo introduce l'incontro con una preghiera per i fratelli colpiti. Anche i giri alle mostre aprono con una pausa di preghiera. Viviamo nell'orizzonte del mondo e il TU citato dal titolo assume le variegate fisionomie delle persone incontrate tra i padiglioni della Fiera e negli schermi dei drammatici notiziari.
Che cosa salva il mondo, che cosa riscatta il dolore e il vuoto di uomini, donne, bambini sconvolti dal sisma? Dov’è il Tu che andiamo cercando? Nei cento percorsi che attraversano e quasi sommergono spazi e tempi del Meeting, emerge in maniera sommessa eppure determinata un Volto che ne raccoglie tutti i fili. Già nel primo impatto con la vita di madre Teresa la figura che emerge non è la Santa dei Poveri, ma la donna chiamata a saziare la sete di Gesù e a percorrere la strada dell'obbedienza anche nel buio della notte interiore: Cristo al centro del cuore e all'origine delle opere di carità. È il tema che viene espressamente delineato nella mostra dedicata alla misericordia. Il dissidio del cuore dell'uomo e la sua domanda vengono intercettati da un Dio che entra nella storia e cammina con noi, non solo attendendoci a casa sua come il padre del figlio prodigo, ma anche lasciandosi mettere in croce accanto a noi per poterci accogliere nel grido del ladrone crocifisso.
Quanto ama e quanto è amato il Signore Gesù? I sette santi americani dei quali viene narrata la vita con copiose citazioni da lettere e scritti, sono persone pazze di amore; vanno a finire nei paesi più aspri e tra le popolazioni più ostili, come i gesuiti nel Canada in mezzo agli irochesi; si immergono nella dedizione più totale come Padre Damiano tra i lebbrosi di Molokai, o la santa donna imprenditrice tra gli indiani d’America. Un altro 'santo', lecchese e sudamericano insieme, un 'matto' missionario del Pime, padre Augusto Gianola, ricerca la felicità totale attraverso l'immedesimazione con Gesù: “Vorrei partire senza mani, senza il mio cuore, senza me stesso; vorrei essere distrutto nella mia povera vita per essere sostituito da un Altro che è la vita, partire con il Suo cuore, con le Sue mani”. È la stessa strada che percorrono le Suore dell'Assunzione nelle periferie di Milano e di altre città, o i Missionari della Fraternità san Carlo nelle comunità sparse nel mondo. E’ l’attesa, consapevole o inconsapevole, dei carcerati del Brasile che autogestiscono la loro prigione e sperimentano la libertà dal male. Cambia lo sguardo sulla propria vita e sulla vita dell'altro. Si incontrano tra loro uomini e religioni che apparivano estranei o nemici, come documentano l'arcivescovo di Mosca Pezzi e il rappresentante del Patriarcato di Mosca, rivivendo l’abbraccio di papa Francesco e del Patriarca Kirill a Cuba.
Che cosa impariamo alla fine, che cosa ci portiamo da vivere a casa noi, amici e sconosciuti che abbiamo percorso insieme i sentieri aperti nella foresta del Meeting? Ormai a casa, le notizie sul terremoto rimbalzano sempre più impressionanti dai paesi percossi e dilaniati. Nella grande avventura della vita, nei drammi e nelle speranze del presente e del futuro, vale la pena vivere per un Tu, il Tu di Cristo, disegnato nei volti dei fratelli, scoperto e servito nel Volto della Chiesa.