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Vangelo secondo Matteo 8,28-34

In quel tempo, giunto Gesù all’altra riva, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli andarono incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva passare per quella strada. Ed ecco, si misero a gridare: «Che vuoi da noi, Figlio di Dio? Sei venuto qui a tormentarci prima del tempo?».
A qualche distanza da loro c’era una numerosa mandria di porci al pascolo; e i demòni lo scongiuravano dicendo: «Se ci scacci, mandaci nella mandria dei porci». Egli disse loro: «Andate!». Ed essi uscirono, ed entrarono nei porci: ed ecco, tutta la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare e morirono nelle acque.
I mandriani allora fuggirono e, entrati in città, raccontarono ogni cosa e anche il fatto degli indemoniati. Tutta la città allora uscì incontro a Gesù: quando lo videro, lo pregarono di allontanarsi dal loro territorio.

DA DENTRO E DA FUORI

Ci sono ancora i demoni? Noi abbiamo ancora bisogno di essere liberati non solo dal male che invade direttamente dalla nostra anima, ma anche dai diavoli che vengono a invaderci da fuori. Ciascuno può individuare non solo le proprie debolezze interiori, ma anche le tentazioni che dall’esterno vengono ad occupargli il cuore e a dominare mente e corpo. Gesù spinge i demoni a entrare nei porci, mostrando così la loro immondezza. Un danno per il patrimonio, una liberazione per la vita.

 9 Luglio 2023
XIV DOMENICA, Tempo Ordinario, Anno A

Introduzione del celebrante

Il Signore ci doni la sua gioia, in un cuore semplice e fiducioso che si affida e domanda.

  1. Il Signore Gesù ci consola e ci sostiene con la parola e il sacramento. Gli rendiamo lode e domandiamo il suo conforto e ristoro, insieme con tutti i fratelli e sorelle che pregano con noi in questa assemblea eucaristica,

Preghiamo. ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Il Signore Gesù ci accompagna con la guida autorevole del Papa, del vescovo, dei sacerdoti e con la testimonianza di tanti cristiani. Gli domandiamo di rinnovare la nostra fede e la nostra carità,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Affidiamo al Signore Gesù i popoli colpiti da guerra, ingiustizia, persecuzione; quanti sono stati privati della casa e vivono nei campi profughi, quanti cercano un luogo e un’amicizia per continuare a vivere e a sperare,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Affidiamo al Signore ogni nostra giornata, le persone che vivono con noi e quelle che incontriamo nelle circostanze della vita; affidiamo in particolare l’estate dei nostri ragazzi e dei nostri giovani,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante

Signore Gesù, nella tua bontà e misericordia accogli la nostra preghiera e rendi lieta e serena la vita del popolo cristiano. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

UN CUORE APERTO

Gesù vive oggi nella Chiesa, nella parola, nell’Eucaristia, nella vicinanza di tanti fratelli, e porta gioia e letizia al suo popolo. Lo incontriamo riconoscendo il nostro bisogno e affidandoci in semplicità di cuore. Chi lo ha accolto nei suoi primi incontri? Gli apostoli che lui ha chiamato, le donne e gli uomini che avevano bisogno del suo perdono, tanti malati, e anche qualche sapiente. Per accogliere la persona di Gesù e stare con Lui non basta l’intelligenza: occorre un cuore che domanda e ricerca la Sua presenza amica.

Vangelo secondo Matteo 8,23-27

In quel tempo, salito Gesù sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva.
Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, gente di poca fede?». Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia.
Tutti, pieni di stupore, dicevano: «Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?».

PIENI DI STUPORE

“Chi è mai costui?...”. E’ la meraviglia l’inizio della fede: di fronte a una cosa più grande, che supera il livello della ragione. Perché c’è l’universo, il nostro mondo, il mare, il sole? Chi è quest’uomo, che i venti e il mare gli obbediscono? Costui che muore per amore e risorge? Costui che mi fa compagnia nel dolore e nell’enigma della vita? Colui che mi dona tutte queste cose e tutte queste persone? Ragione e cuore si aprono a riconoscerLo.

Vangelo secondo Giovanni 20,24-29

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

GRAZIE, TOMMASO

Grazie, Tommaso, perché hai dubitato, domandato, atteso; hai indotto Gesù a mostrarti le sue ferite gloriose, e hai espresso la tua fede nel modo più esplicito e più chiaro possibile. Non vogliamo ricordarti appena per il tuo dubbio, ma perché hai dato a Gesù l’occasione di proclamare beati noi, che non abbiamo visto le sue piaghe, ma abbiamo accolto la documentazione della tua fede e di tanti tuoi amici.

Vangelo secondo Matteo 10,37-42

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Chi ama padre o madre più di me non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me.
Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto.
Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».

UNA VITA CHE VALE

Quanto vale la vita mia, tua, quella di ogni persona? Siamo creature di Dio, e nel battesimo il Padre ci riconosce come figli, salvati nella croce e risurrezione del Figlio Gesù. Amare l’altro.a come figlio.a di Dio, esprime la grandezza e la verità dell’amore. Non con possesso, non per interesse. La strada per imparare a vivere così è ‘amare Dio sopra ogni cosa e ogni persona’, amare Gesù più delle persone più care. La vita, particolarmente in tempo di estate, fa scoprire la verità di queste parole.

 

Vangelo secondo Matteo 8,5-17

In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».
Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito.
Entrato nella casa di Pietro, Gesù vide la suocera di lui che era a letto con la febbre. Le toccò la mano e la febbre la lasciò; poi ella si alzò e lo serviva.
Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la parola e guarì tutti i malati, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
“Egli ha preso le nostre infermità
e si è caricato delle malattie”.

UNA FEDE STRANIERA

Il mese di luglio inizia con un episodio bellissimo, che ci tocca direttamente: il centurione è uno straniero, forse proveniente dalla penisola italica e magari dalla regione veneta. Gesù gli riconosce una fede più grande di quanto abbia riscontrato in Israele. Un fede umile e delicata, che non pretende di ‘scomodare’ Gesù ma crede anche nel miracolo ‘in distanza’. La Chiesa fa ripetere le parole del centurione prima della comunione: non sono degno, ma una tua parola basta a salvarmi!

(Giuseppe Castellese)
Era il 1956 quando il filosofo ebreo e tedesco Günther Anders, prima grande amico e poi marito di Hannah Arendt, scrisse questo passaggio all’interno del suo libro “L’uomo è antiquato”:

“Per soffocare in anticipo ogni rivolta, non bisogna essere violenti. I metodi del genere di Hitler sono superati. Basta creare un condizionamento collettivo così potente che l’idea stessa di rivolta non verrà nemmeno più alla mente degli uomini.
L’ ideale sarebbe quello di formattare gli individui fin dalla nascita limitando le loro abilità biologiche innate.
In secondo luogo, si continuerebbe il condizionamento riducendo drasticamente l’istruzione, per riportarla ad una forma di inserimento professionale. Un individuo ignorante ha solo un orizzonte di pensiero limitato e più il suo pensiero è limitato a preoccupazioni mediocri, meno può rivoltarsi.
Bisogna fare in modo che l’accesso al sapere diventi sempre più difficile e elitario. Il divario tra il popolo e la scienza, che l’informazione destinata al grande pubblico sia anestetizzata da qualsiasi contenuto sovversivo.
Niente filosofia. Anche in questo caso bisogna usare la persuasione e non la violenza diretta: si diffonderanno massicciamente, attraverso la televisione, divertimenti che adulano sempre l’emotività o l’istintivo. Affronteremo gli spiriti con ciò che è futile e giocoso. È buono, in chiacchiere e musica incessante, impedire allo spirito di pensare.
Metteremo la sessualità al primo posto degli interessi umani. Come tranquillante sociale, non c’è niente di meglio.
In generale si farà in modo di bandire la serietà dell’esistenza, di ridicolizzare tutto ciò che ha un valore elevato, di mantenere una costante apologia della leggerezza; in modo che l’euforia della pubblicità diventi lo standard della felicità umana. E il modello della libertà.
Il condizionamento produrrà così da sé tale integrazione, l’unica paura, che dovrà essere mantenuta, sarà quella di essere esclusi dal sistema e quindi di non poter più accedere alle condizioni necessarie alla felicità.
L’ uomo di massa, così prodotto, deve essere trattato come quello che è: un vitello, e deve essere monitorato come deve essere un gregge. Tutto ciò che permette di far addormentare la sua lucidità è un bene sociale, tutto ciò che metterebbe a repentaglio il suo risveglio deve essere ridicolizzato, soffocato, combattuto.
Ogni dottrina che mette in discussione il sistema deve prima essere designata come sovversiva e terrorista e coloro che la sostengono dovranno poi essere trattati come tali”.

Günther Anders. 1956 in “L’uomo è antiquato”

Vangelo secondo Matteo 8,1-4

Quando Gesù scese dal monte, molta folla lo seguì.
Ed ecco, si avvicinò un lebbroso, si prostrò davanti a lui e disse: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi».
Tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio: sii purificato!». E subito la sua lebbra fu guarita.
Poi Gesù gli disse: «Guàrdati bene dal dirlo a qualcuno; va’ invece a mostrarti al sacerdote e presenta l’offerta prescritta da Mosè come testimonianza per loro».

LIBERTA’ E SALVEZZA

In questo miracolo colpisce che Gesù, mentre guarisce il lebbroso, lo invita a rispettare la legge di mostrarsi al sacerdote e presentare l’offerta per avere la certificazione della guarigione. Gesù non è venuto a sovvertire legislazioni e ordinamenti. Egli si sottrae ad ogni strumentalizzazione. Gesù è venuto a guarire e salvare l’uomo che vive, ridonandogli respiro e dignità e reinserendolo nella società. Una libertà che trova compimento in Paradiso: per questo può intercettare il martirio.

Vangelo secondo Matteo 16,13-19

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

SULLA FEDE DI PIETRO

Cesarea è la svolta. Gesù viene riconosciuto per quel che è, al contrario di quel che pensa la gente. Simon Pietro e gli altri apostoli hanno un’esperienza diversa su Gesù: lo vedono vivere, pregare, agire. Soprattutto, hanno il cuore aperto ad accogliere la ‘rivelazione’ del Padre. Gesù ha fretta, e subito compie un passo decisivo: sulla fede di Pietro si innalzerà un edificio che dura per il tempo e l’eternità, capace di fronteggiare il male. Una garanzia stabile nelle onde della storia.