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Vangelo secondo Matteo 23,13-22

In quel tempo, Gesù parlò dicendo:
«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo prosèlito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geènna due volte più di voi.
Guai a voi, guide cieche, che dite: “Se uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per l’oro del tempio, resta obbligato”. Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il tempio che rende sacro l’oro? E dite ancora: “Se uno giura per l’altare, non conta nulla; se invece uno giura per l’offerta che vi sta sopra, resta obbligato”. Ciechi! Che cosa è più grande: l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta? Ebbene, chi giura per l’altare, giura per l’altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che lo abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso».

DESIDERIO DI VERITA’ E DI VITA

Per quale via si giunge al Cristianesimo? Non per via del proselitismo condannato da Gesù.
Si parte dal bisogno del cuore, dalla ricerca della verità e della felicità, non solo per via intellettuale, ma come esperienza. L’incontro con una realtà umana rappresentativa di Cristo - il vescovo Ambrogio e la comunità cristiana di Milano – provoca la libertà e la volontà di Agostino. La sua vita cambia ed egli diventa maestro e testimone di fede, ricercato e amato fino ai nostri giorni.

Vangelo secondo Matteo 16,13-20

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

LA DOMANDA CHE VALE LA VITA

La domanda di Gesù ai discepoli è sempre nuova e bruciante. Non basta la risposta del catechismo che pure è importante conoscere e imparare; occorre la risposta della vita, che nasce dalla familiarità con Gesù, accolta nel silenzio e nella preghiera, vissuta nella esperienza della Chiesa. Continuiamo a ricercare il volto del Signore, nella vita dei santi e nella testimonianza di tanti fratelli, portiamolo in cuore e esprimiamolo nella vita. I dubbi, le domande, le incertezze diventino stimolo per una nuova   ricerca e un nuovo affidamento.

Vangelo secondo Matteo 23,1-12

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».

PADRE E MAESTRO

E’ una grande gioia riconoscere che il nostro Maestro e la nostra Guida è Gesù, e il nostro padre è il Padre celeste. Ogni paternità e ogni magistero di livello umano, dipendono dal Padre celeste e dal Maestro divino: su questo devono specchiarsi. Sperimentiamo con gioia la grazia di seguire maestri e padri che riflettono l’origine divina; come pure diventiamo scaltri nel riconoscere chi sostituisce se stesso al Padre celeste e al Maestro divino. Questo ‘giudizio’ è l’inizio della liberazione.

Vangelo secondo Matteo 22,34-40

In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».
Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

LA STRADA DEL COMPIMENTO

Gesù ci porta al cuore della morale cristiana: un rapporto vero con Dio e con il prossimo. Siamo amati, e siamo fatti per amare: questa è la nostra struttura umana. Corrispondere a questa struttura è una promessa e un compito che realizza la nostra vita e ci conduce alla felicità. Possiamo averli in mente e in cuore, con l’attenzione a condurre le nostre intenzioni e il nostro operare in questa direzione. Questa attenzione ci conduce a pienezza in questa vita e ci apre all’eternità.

27 agosto 2023 - Domenica XXI del Tempo Ordinario, anno A

Introduzione del celebrante

Gesù ci conduce a riconoscerlo come Dio e Salvatore del mondo e della nostra vita. Domandiamo la grazia di seguirlo nella sua strada.

  1. Signore Gesù, donaci il cuore e la fede di Pietro, per riconoscerti e seguirti come Messia e Figlio di Dio, in comunione con tutta la Chiesa,

Preghiamo: RINNOVA LA NOSTRA FEDE, SIGNORE

  1. Signore Gesù, ti affidiamo i cristiani nel mondo, soprattutto quanti sono perseguitati per il tuo nome. Donaci di accogliere la loro testimonianza, per testimoniarti nei luoghi e nelle situazioni della vita,

Preghiamo. RINNOVA LA NOSTRA FEDE, SIGNORE

  1. Signore Gesù, nei drammi della guerra e delle ingiustizie che percorrono le famiglie e i popoli della terra, fa’ crescere i segni di speranza e fiducia nelle nazioni e nelle famiglie,

Preghiamo: RINNOVA LA NOSTRA FEDE, SIGNORE

  1. Signore Gesù, ti affidiamo gli ambienti e le persone con cui cammina e cresce la nostra fede e quella dei nostri figli. Ti domandiamo di poterti testimoniare di fronte al mondo.

Preghiamo: RINNOVA LA NOSTRA FEDE, SIGNORE

Conclusione del celebrante

Dio nostro Padre, che ci hai donato il tuo Figlio Gesù come nostro Signore e Salvatore, accogli ed esaudisci la preghiera del tuo popolo. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

LA DOMANDA CHE VALE LA VITA

La domanda di Gesù ai discepoli è sempre nuova e bruciante. Non basta la risposta del catechismo che pure è importante conoscere e imparare, ma la risposta della vita, che nasce dalla familiarità con Gesù, accolta nel silenzio e nella preghiera, vissuta nella esperienza della Chiesa. Continuiamo a ricercare il volto del Signore, nella vita dei santi e nella testimonianza di tanti fratelli, portiamolo in cuore e esprimiamolo nella vita. I dubbi, le domande, le incertezze diventino stimolo per una nuova   ricerca e un nuovo affidamento.

Vangelo secondo Giovanni 1,45-51

In quel tempo, Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaèle gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi».
Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».
Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

UN CUORE APERTO

Ecco Natanaele-Bartolomeo, dapprima diffidente e poi entusiasta per l’incontro con Gesù, che gli dice già di conoscerlo. Lo slancio del primo incontro apre il cuore di Bartolomeo a riconoscere Gesù per quello che realmente è: Figlio di Dio, oltre che salvatore di Israele. La semplicità dello sguardo di fronte alla realtà, demolisce pregiudizi e sospetti e fa incontrare il vero. Domandiamo la limpidezza di cuore e l’adesione chiara di Natanaele-Bartolomeo.

Vangelo secondo Matteo 20,1-16

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”.
Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

LA PREFERENZA

Scandalizzarsi perché il padrone tratta gli ‘ultimi’ come i ‘primi’? Dio non ricompensa in base alle prestazioni, secondo la paga sindacale. La misura di Dio guarda alla persona. Impariamo a considerare gli altri prima di tutto non in base alle qualità e alle prestazioni, ma in base alla dignità personale e allo specifico bisogno di ciascuno. Non ci basta un mondo bene ordinato, occorre un mondo giusto, un mondo umano, secondo la preferenza di Dio guarda gli ‘ultimi’.

Vangelo secondo Matteo 19,23-30

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio».
A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile».
Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi».

UNA BUONA REGINA

La promessa che Gesù fa agli apostoli si avvera in modo grandioso in Maria, che non solo ha ‘seguìto’ Gesù ma genera umanamente e gli sta accanto per tutta la vita, fino alla croce. ‘Maria Regina’ significa che Maria è nel cuore di Dio che crea il mondo e lo conduce a un buon destino. Possiamo pregare Maria Regina per il buon destino delle nostre persone e del mondo intero. Possiamo chiedere che converta e attiri a Dio anche le volontà riottose e perverse.

Vangelo secondo Matteo 19,16-22

In quel tempo, un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?». Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Gli chiese: «Quali?».
Gesù rispose: «Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!».
Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze.

VIENI E SEGUIMI

Quante volte cerchiamo ciò che è buono, percorrendo la via di programmi, regole, istruzioni per l’uso? Tutto lo sforzo si concentra sulla nostra volontà e il nostro impegno.
L’uomo del Vangelo che incontra Gesù, si trova davanti un’altra prospettiva, un altro principio di azione: “Lìberati di te stesso e dei tuoi beni; vieni e seguimi”. La strada del compimento del proprio destino, la strada della felicità, riparte dallo sguardo di Gesù, e dalla nostra risposta alla sua chiamata a seguirlo.