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La Chiesa è donna: la prima figura della Chiesa è un volto e un corpo di donna; un cuore, una volontà, un’intelligenza, una decisione di donna, ragazza, fidanzata, sposa, madre: qualifiche di una donna reale. Maria di Nazaret è l’ultima fioritura dell’antico popolo d’Israele e il primo germoglio del popolo cristiano. La sua esistenza si svolge interamente per Cristo, con Cristo, in Cristo, secondo tutti i passaggi: vocazione e risposta, concezione, nascita, crescita del Figlio Gesù, accompagnamento alla vita pubblica, partecipazione alla sua passione, unita agli apostoli e ai primi cristiani nell’effusione dello Spirito a Pentecoste. Ogni donna – milioni di donne nella storia – che entra nel flusso di vita della Chiesa, ritrova Maria di Nazaret come ispirazione, modello, protezione, speranza. Ogni uomo, ogni cristiano guarda Maria come Madre del Signore e come compagna di viaggio nel cammino della vita.

In Maria riconosciamo i tratti della grazia e della bellezza, come cantano poeti e musicisti e raffigurano pittori e scultori; i tratti della fede e della fiducia, le pieghe del dramma e del dolore, i raggi della gioia e della gloria, come descrivono le statue e i dipinti e come narra la vita e l’opera di tante persone. Ogni cristiano e cristiana, ogni santo e santa riproduce nella sua fisionomia un tratto della donna di Nazaret, a partire dal silenzio e nascondimento di Nazaret, evocati da Paolo VI pellegrino in Terrasanta e rivissuti da Charles de Foucauld portinaio e giardiniere nella cittadina. L’adesione del suo sì intelligente e consapevole richiama la vocazione di donne e uomini consacrati e la reciproca accoglienza degli sposi; lo strappo dalla propria terra e la fatica dell’esilio anticipano il dramma degli emigrati e dei migranti; la fedeltà quotidiana alla casa e al lavoro, rivivono nella condizione di tutti gli uomini e le donne del mondo; la consegna della vita nella passione del Figlio e sua personale, continua nelle variegate vicende di tutti noi. Maria vive non una vita celestiale, ma reale; visita parenti, partecipa a matrimoni, si coinvolge nel tumulto delle persone che seguono Gesù di paese in paese e nei passi del calvario fino alla croce.

Il popolo cristiano non solo si immedesima nella figura umana di Maria, madre e discepola di Gesù, ma la vede come compimento del destino di ciascuno e della storia intera: Maria Assunta in cielo, Maria in Paradiso insieme con gli Angeli, nelle raffigurazioni dei pittori e nelle invocazioni dei cristiani: “Prega per noi, adesso e nell’ora della nostra morte”, perché possiamo percorrere la tua strada fino al compimento del nostro destino nell’eternità. Non la sublimazione delle sofferenze della terra, consolate con il sole dell’avvenire; piuttosto, i dolori, le malattie e tutte le povertà terrene vengono circondate di affetto, di cura, di grazia attraverso la carità diffusa ad opera di santi e sante, buoni cristiani e cristiane. Lo splendore dell’arte avvolge i primi ospizi e ospedali costruiti per l’accoglienza di poveri, malati, pellegrini; la dedizione della cura e il calore della carità fanno germogliare quaggiù il primo pezzo del Paradiso.

Maria è prototipo, immagine, custode della vita cristiana, della vita del mondo: sorella e madre, figlia e regina di un popolo in cammino lungo tutte le strade che portano al cielo: Oh Madonna, tu sei la sicurezza della nostra speranza!”  

don Angelo Busetto 

Madonna della Misericordia, pala di Piero della Francesca

Vangelo secondo Matteo 5,20-26

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».

UN’ALTRA LOGICA

Nel mondo in cui viviamo – quello piccolo di casa e quello grande dei potenti – queste parole di Gesù corrono a rovescio, o piuttosto indicano la direzione dritta. Non limitiamoci a osservare e denunciare la malvagità degli altri. Impariamo un poco ogni giorno a cambiare noi stessi, cuore e azioni, cominciando dal perdono e dall’accoglienza delle persone difficili o ostili. Lasciamoci accompagnare dalle parole di Gesù e dal suo esempio, e impariamo da chi – vicino a noi - già vive così.

Vangelo secondo Matteo 7,7-12

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto.
Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono!
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti».

CHIEDETE E VI SARA’ DATO…

Che cosa chiedere? Gesù ha appena insegnato la preghiera del Padre nostro. Che cosa chiedere? A quale porta bussare affinché si apra? Gesù fa il paragone del figlio che chiede al padre il pane e il pesce: la nostra è la preghiera dei figli al Padre. Gesù propone un altro paragone: fate agli altri quello che volete facciano a voi. C’è un binario da percorrere: chiedere come figli e fratelli. Sul percorso di questo binario arriva la risposta alle nostre richieste.

Vangelo secondo Luca 11,29-32

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:
«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.
Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.
Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».

RICONOSCERE LA SUA PRESENZA

Attratti dai bagliori e dai clamori di personaggi e successi passeggeri, non puntiamo occhi e cuore a riconoscere Colui che ci fa vivere e ci apre la meraviglia di un mondo nuovo. Mettiamoci in cammino alla scoperta del Dio vero ‘apparso in forma umana’: lo scopriamo con la mente, lo percepiamo con il cuore, lo intravvediamo con l’esperienza della vita. Per quale strada? Il Vangelo, riscoperto nei sapienti e nei santi, e ripercorso nella vita delle persone semplici che credono e amano.

Introduzione del celebrante

Siamo amici di Gesù, chiamati come Pietro, Giacomo e Giovanni a salire con lui sull’alto monte. Apriamo occhi e cuore per riconoscere Gesù e affidarci a Lui.

Preghiamo: SIGNORE DELLA GLORIA, ASCOLTACI

  1. Signore Gesù, mostraci la bellezza del tuo volto. Attraverso le prove della vita, donaci di riconoscerti vicino e di affidarci interamente a te,

Preghiamo: SIGNORE DELLA GLORIA, ASCOLTACI

  1. Signore Gesù, tu ci chiami amici per partecipare alla tua passione e alla tua gloria. Ti affidiamo papa Francesco, e con lui il nostro vescovo, i sacerdoti e tutti coloro che ci accompagnano nel nostro cammino quaresimale.

Preghiamo: SIGNORE DELLA GLORIA, ASCOLTACI

  1. Signore Gesù, porta a compimento le speranze di pace nel nostro mondo; ti affidiamo tutti coloro che per lavoro o come volontari, sono vicini a chi soffre per la guerra, la lontananza da casa, le malattie, e tutte le difficoltà della vita,

Preghiamo: SIGNORE DELLA GLORIA, ASCOLTACI

  1. SignOre Gesù, nelle nostre famiglie e nelle nostra comunità, in casa e al lavoro, concedici la grazia di fare la tua volontà, con cuore aperto e accogliente verso tutti, nel silenzio e nella preghiera,

Preghiamo: SIGNORE DELLA GLORIA, ASCOLTACI

Conclusione del celebrante

Padre, mostraci il tuo Figlio Gesù e donaci la grazia di ascoltarlo e di seguirlo. Tu che vivi e regni…

UN CAMMINO VERSO LA TRASFIGURAZIONE DELLA VITA

Dove ci porta la Quaresima? Salendo con Gesù, di settimana in settimana, il monte della Quaresima, arriviamo a scoprire il suo volto luminoso e glorioso. Con Gesù viviamo tutte le circostanze della vita, condividendo la sua Via Crucis consolati dalla Sua presenza, resa visibile nella compagnia della Chiesa nella Parola, nei Sacramenti, nell’amicizia cristiana. E’ il cammino di Abramo e di ogni cristiano: ‘soffri anche tu insieme con me per il Vangelo…’. Una strada buona, che produce frutto per noi e per tutti.

Vangelo secondo Matteo 6,7-15

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

LA PREGHIERA CHE EDUCA

Gesù ci educa alla preghiera, cioè a un rapporto vero con la vita. Il rapporto con Dio riconosciuto come Padre che ci chiama e ci abbraccia nel suo Regno. Il rapporto con noi stessi, nei bisogni materiali e spirituali, soprattutto per superare le tentazioni e vincere il male. Il rapporto con il prossimo, da accogliere con misericordia. Non possiamo ripetere la preghiera del Padre nostro, soli o in famigli o nella Messa senza desiderare di fare un passo verso la verità.

Vangelo secondo Matteo 25,31-46

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.
Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

 

LA DIFFERENZA CRISTIANA

 

Quante persone si dedicano al bene del prossimo, impiegando spazi di vita e la vita stessa? Tra queste, tanti uomini e donne di fede cristiana, giovani, famiglie, sacerdoti, religiose. Attraverso il Vangelo, costoro riconoscono la grazia di amare e servire Gesù nel povero e bisognoso. Questa grazia, accolta e vissuta, permette di superare ogni delusione per la mancanza di gratificazione, di corrispondenza e di risultati visibili. Gesù assicura: “Quello che avete fatto a un mio fratello, l’avete fatto a me”. 

Vangelo secondo Luca 4,1-13

In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”».
Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.

QUARESIMA DELL’ANNO DEL GIUBILEO: STORIA DI UNITA’ E DI SPERANA

Quaresima del Giubileo della speranza: la storia iniziata da Dio con il suo antico popolo, prosegue nella nostra vita. Uniti a Gesù possiamo riconoscere il male con le sue diaboliche tentazioni, e superarlo con la sua grazia: Gesù vince satana perché è unito al Padre e pieno di fiducia in Lui. Domandiamo di rinnovare il senso di appartenenza a Cristo nella Chiesa, con la preghiera, la carità, la presenza missionaria negli ambienti di vita, partecipando con cuore aperto e accogliente al dramma di tanti fratelli e sorelle.

Vangelo secondo Luca 5,27-32

In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.
Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».

IL BANCHETTO DI LEVI-MATTEO

In piena quaresima, una conversione e un banchetto: Levi-Matteo lascia il suo ‘peccaminoso’ mestiere, segue Gesù e – visto che le sostanze accumulate glielo permettevano – prepara un ‘grande banchetto nella sua casa’ accogliendo una ‘folla numerosa’ di persone. Quest’uomo si sente proprio trasformato e lo proclama davanti a tutti. La conversione coincide con il banchetto, con la festa della vita, con un’esplosione di gioia. Chi ha detto che il cristianesimo – e quindi andare dietro a Gesù – sia una cosa triste??