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Vangelo secondo Luca 21,29-33

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».

GERMOGLIO DI VITA

E dunque, quelle che appaiono come previsioni fosche e minacce di distruzione e di fine del mondo, diventano promesse di vita, una vita nuova, un mondo nuovo: il regno di Dio. Queste parole di Gesù aprono il cuore e rilanciano ogni prospettiva di bene. Ogni giorno si può ricominciare ad amare, perdonare, lavorare, sperare. Ogni giorno si può guardare in faccia un’altra persona con la gioia di incontrarla e di camminare insieme, come i discepoli di Emmaus con Gesù.

Vangelo secondo Matteo 4,18-22

In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.

LUNGO IL MARE

“Mentre camminava lungo il made di Galilea”. Quattro uomini impegnati con la pesca; di colpo il lavoro sul lago acquista le dimensioni del mondo: pescatori di uomini. Braccia, grida, passi, cuore si impostano sul ritmo della vicenda di Gesù di Nazaret, e dopo la sua risurrezione e l’invio dello Spirito Santo, percorreranno la storia.  Quanto vale un sì quando accogliamo la chiamata del Signore e ci mettiamo alla sua sequela? Occorrono ancora uomini nuovi e donne nuove per il cambiamento del mondo.

Vangelo secondo Luca 21,12-19

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza.
Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

PERCHE’?

Drammaticamente, le parole di Gesù si sono avverate per i suoi discepoli in tutti i secoli della storia. Oggi i cristiani sono violentemente perseguitati in molti luoghi della terra, come non aventi diritto alla libertà di vivere e di credere. Perché i cristiani sono perseguitati? Perché molti di essi, vessati, derubati, torturati, mantengono viva la loro fede? Quanto è grande, vivo, vero il Signore Gesù amato e seguito? Per che cosa vale la pena vivere?

3 dicembre 2023 - I DOMENICA di AVVENTO, Anno B

Introduzione del celebrante

Iniziamo un nuovo anno liturgico, con la prima domenica di Avvento che ridesta il desiderio e l’attesa del nostro cuore e incrocia il bisogno e la domanda di ogni abitante della terra. Ci rivolgiamo al Signore che viene.

  1. Signore Dio, atteso dalle genti e invocato da tutti i cristiani, rinnova la nostra speranza e rendici vigilanti perché possiamo percepire i passi della tua venuta nella nostra storia e nella nostra vita,                                                                                                                                                                                                                    Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE
  1. Signore Dio, rinnova in noi il desiderio di te, rendici desti nella preghiera, nell’attenzione alla tua parola nella Messa e nel Vangelo, vigilanti a riconoscerti e incontrarti nelle circostanze della vita,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Dio, donaci maestri di vita e di fede. Ti affidiamo tutti i nostri pastori. Ti affidiamo i responsabili della vita pubblica perché sostengano le opere della vita, della pace, della salute, a partire dai più piccoli e dei più deboli,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Dio, ti presentiamo le gioie e le speranze, i drammi e le tragedie del nostro mondo. Rinnova dal profondo le intenzioni e i propositi di ogni persona, liberaci da ogni egoismo e malignità,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante

Signore Dio nostro, guarda a noi tuoi figli e sostienici nel cammino della vita insieme con tutti i nostri fratelli e sorelle nel mondo. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

RICOMINCIARE

E’ una grazia la voglia di ricominciare, attratti da una nuova speranza che ridesta le energie. Da dove viene la risposta al nostro bisogno di vita, di pace, di fraternità? Domandiamo una ripresa della fede, uno sguardo nuovo per riconoscere l’azione di Dio nel nostro cuore e nel mondo. Quando il Signore Gesù, con la sua vita e la sua parola, viene riconosciuto e accolto, noi ci rinnoviamo e il mondo cambia attorno a noi. Desideriamo vivere l’Avvento cristiano: attesa e domanda di Gesù, riscoprendo i segni della sua presenza.

Vangelo secondo Luca 21,5-11

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.

GLI ULTIMI TEMPI

Gli ultimi tempi non vanno misurati in termini di …tempo. Viviamo nello sconvolgimento di guerre e stravolgimenti climatici, e soprattutto di sovvertimenti umani e culturali. Siamo forse alla fine del mondo? Gesù direbbe: “Non è subito la fine”. Piuttosto invece, si tratta di un tempo ‘ultimo’, decisivo per me, per la mia vita, le mie scelte, le mie attrattive. A che cosa mi attacco? A che cosa lego la mia vita? Dove ricerco la mia realizzazione e la mia felicità?

DI FRONTE ALL’ULTIMA CENA

A gruppi di tre, nel riflesso della Trinità, i personaggi si intrecciano, ciascuno con la propria espressione del volto, i gesti delle mani, la piega del corpo, il colore del vestito. Di fronte all'Ultima Cena di Leonardo, la donna che ci accompagna ci apre lo sguardo a vedere le singole figure di Cristo e degli apostoli, nella loro propria specificità. Entriamo dunque anche noi nella sala del convito, sorprendendo gli invitati nel momento in cui Gesù ha appena detto: “Uno di voi mi tradirà”. Tutti gli apostoli sono sconcertati, ciascuno teso verso l’altro e tutti insieme protesi verso Cristo; siamo accompagnati a riconoscerli uno per uno secondo la mossa di ciascuno, il carattere, il colore, come sospesi sopra la tavola imbandita. Pare fin di sentirne le voci, mentre si spargono in sala i profumi delle vivande, e forse da una stanza accanto le donne che prestano servizio si protendono anch’esse a guardare. E’ la scena di un film, è un fatto che accade ora. Racconta il Vasari, al quale dobbiamo tante informazioni sui pittori del ‘500, che Leonardo lasciava sospeso il dipinto per lunghi tratti di tempo: accadeva che passasse l’intera giornata a guardare sulla parete i personaggi appena abbozzati, o che entrasse improvvisamente nella sala a tracciare una linea o definire un colore.

Questa raffigurazione dell’Ultima Cena, sulla quale tante volte lo sguardo si è posato con rassegnata abitudine, ci resterà in mente, perché raffigura noi, racconta il nostro legame con Cristo, il nostro desiderio di seguirlo, e nello stesso tempo dice la nostra lontananza da Lui, la nostra facile distrazione. Leonardo rappresenta la scena dentro la nostra esistenza quotidiana, quando vorremmo stare in pace con Lui e con il mondo, senza accettare il nostro dramma personale e senza aprirci al dramma del mondo assunto da Cristo. Ci piomba addosso invece il dramma del mondo e quello nostro. Ci troviamo sotto la stessa croce di Gesù, noi che come gli Apostoli avevamo fatto di tutto per rimanerne lontani ed estranei. Lui, Cristo Signore, non si sottrae al nostro sguardo e ci si mostra davanti con le mani aperte e il volto consolato. Sullo sfondo rettangolare di luce sul quale si staglia la sua figura, si protende verso di noi una promessa di risurrezione e di vita.

Angelo Busetto

 

Vangelo secondo Luca 21,1-4

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio.
Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».

TUTTO QUELLO CHE AVEVA

Che cosa possiamo dare al tempio, che cosa possiamo dare a Dio, alla Vita, se non ‘tutto quello che abbiamo’, tutto quello che abbiamo ricevuto, tutto quello che siamo? Non c’è altro modo di vivere intensamente e veramente la vita, se non quello di darsi interamente. Non con affanno e pretesa, non sprecando energie nel nulla, ma mettendoci di fronte al Signore che ci chiama ogni giorno. Il tempo che ci è dato acquista tutto il suo valore, e il cuore si riempie di risposta.

Vangelo secondo Matteo 25,31-46

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.
Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

RE CHE ACCOGLIE E SALVA

A Conclusione dell’anno liturgico, il Vangelo ci mette di fronte a un punto decisivo: la nostra persona, e tutta la nostra vita davanti al Signore Dio, nel momento finale. Che cosa gli presenteremo? Il tempo, le energie, le azioni. Soprattutto il rapporto con le persone: familiari, amici, colleghi, compaesani, estranei… Come li abbiamo guardati e trattati? Come li abbiamo amati e serviti? Ogni persona diventa amabile se la vediamo come segno e riflesso di Gesù, nostro Re e Signore, che ci ama e desidera abbracciarci.

Vangelo secondo Luca 20,27-40

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.

IL DIO DEI VIVI

Siamo stati creati e siamo nati per vivere. Non siamo sassi o animali. Siamo persone, siamo corpo e anima, ragione e cuore, passioni e desideri. Ci costituisce un desiderio di felicità, uno slancio verso l’infinito, un bisogno di amore senza confini, tale che neppure l’amore di coniuge e figli arriva a corrispondere. Dio ha impresso in noi la sua immagine, facendoci figli desiderati e attesi a vivere con Lui oltre la fragile soglia del tempo, nel Suo grande ed eterno Amore.